martedì 28 febbraio 2023

Il ministro, la preside e la politica nella scuola - Ministro di merito e minaccia

Giuseppe Savagnone
Il ministro, la preside 
e la politica nella scuola


Le critiche del ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Valditara alla preside Savino, per la lettera inviata ai suoi studenti dopo l’aggressione subìta da quelli del liceo Michelangiolo, hanno suscitato un’ondata di reazioni da pare di esponenti dei partiti. Qui vorremmo provare a rivisitare tutta la vicenda da un punto di vista che è certamente politico, ma privilegia l’aspetto educativo.

I fatti
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La lettera della preside
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La presa di posizione del ministro
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La minaccia dell’indifferenza

... Il ministro Valditara ha il pieno diritto di pensare che «in Italia non c’è pericolo fascista, né una deriva violenta e autoritaria» e che «difendere le frontiere e ricordare l’identità di un popolo non ha nulla a che vedere con il fascismo, o peggio con il nazismo». Ma anche lui forse dovrebbe «riflettere più attentamente sulla storia e sul presente» e non ritenere ovvia la sua prospettiva.

A scuola si deve parlare di politica?

Tutto questo riguarda il merito del dibattito che, come tutti veri dibattiti, non può che restare aperto. Vi è però un risvolto importante da non perdere di vista, ed è che esso si svolge nel contesto del nostro sistema di istruzione e pone perciò in questione il rapporto tra scuola e politica.
È la principale accusa che il ministro rivolge alla Savino: «Non compete a una preside, nelle sue funzioni, lanciare messaggi di questo tipo». Il motivo, ai suoi occhi, è che «queste iniziative sono strumentali ed esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole».
Questo è il punto: nella scuola non ci deve essere spazio per la politica. Ma è davvero così? Certo, se per politica si intende la squallida propaganda partitica a cui da troppo tempo siamo abituati, una istituzione che mira alla crescita culturale delle nuove generazioni non può prenderla in considerazione che per denunziarne l’inconsistenza. Ma già questo compito critico ha una valenza politica.
E ad esso la scuola deve educare dei cittadini e futuri elettori. Come deve aprire loro le prospettive e le regole di una “vera” politica, che cerchi, come è nella sua natura, non la difesa di interessi particolari, ma il bene comune. Non è questo che dovrebbe fare l’Educazione civica, da poco introdotta come materia obbligatoria nelle scuole?

La falsa alternativa delle occupazioni studentesche

Proprio il distacco della cultura scolastica dalla politica, con la conseguente incapacità di valorizzarla nel contesto di una formazione globale della personalità, è una delle cause della disaffezione dei giovani nei confronti di essa.
... Benvenuta, dunque, una lettera autenticamente “politica”, come quella della preside Savino. Che si spera possa essere seguita da una riflessione non occasionale dentro le aule, proprio nei quadri di una seria Educazione civica.

Non con gli insulti e le minacce

Dove il ministro ha ragione è nella denunzia di reazioni scomposte, che invece di contribuire al recupero della dimensione politica ne sono la negazione. Non è certo con gli insulti e con le minacce che si cresce e si fa crescere nella lotta per la verità e la giustizia.
Questo era proprio ciò che facevano i fascisti. Così la democrazia muore, stritolata tra il pericolo dell’autoritarismo da parte di istituzioni sempre meno rappresentative (in Lazio e Lombardia i vincitori rappresentano in realtà due cittadini su dieci!) e quello di una protesta che le contesta con cieca violenza. Abbiamo già visto questi scenari al tempo delle Brigate rosse e non abbiamo alcun interesse, come cittadini, a riprodurli. Anche da essi la scuola oggi deve mettere in guardia.


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Franco Lorenzoni
Ministro di merito e minaccia


Nella foto, tavolo di lavoro nella scuola primaria di Giove per discutere della guerra e della pace
osservando e dipingendo a partire da due quadri di Picasso

Come al solito è nei dettagli che si annidano gli indizi più conturbanti. Quando il ministro Giuseppe Valditara risponde alla preside Annalisa Savino con queste parole – “se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure” – è evidente che sta minacciando. E la minaccia si allarga ancor più quando taccia la circolare scritta dalla preside fiorentina come una delle “iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole”.

Il ministro leghista Valditara, che si candida a essere lancia acuminata del governo Meloni, sostiene dunque che a scuola non si deve fare politica. Ma politica a scuola si fa ogni giorno a ogni ora. Si fa politica se si sceglie di umiliare gli studenti che trasgrediscono le regole o si sceglie un’altra strada, più difficile da percorrere. Si fa politica quando si prova a dare la parola a tutte e tutti, perché la pratica continua del dialogo comporta convinzione, tenacia e un gran lavoro di costruzione di un contesto democratico. Si fa politica quando si chiede cosa pensino studentesse e studenti sempre, su ogni argomento, rendendo le nostre classi luogo di riflessione e palestra di argomentazione con conseguente arricchimento del linguaggio. Si fa politica quando si affrontano gli argomenti più scottanti di un presente incerto e inquietante e si prova a illuminarli con confronti storici e approfondimenti culturali, chiedendo sostegno all’arte, alla scienza e alla letteratura e moltiplicando curiosità e domande.

Fa politica, certo, la preside Annalisa Savino quando ricorda in una circolare a studentesse e studenti, insegnanti e famiglie che l’indifferenza è terreno di coltura dei totalitarismi. E fa politica il ministro che, invece di dissentire con queste affermazioni, com’è suo diritto, e controbattere con frasi argomentate, sostiene pubblicamente che ciò che afferma la preside è ridicolo e, se persiste, prenderà misure…

Politiche diverse che delineano scenari diversi.

Il confronto è aperto e ci deve coinvolgere tutti. Quelle che risultano intollerabili sono le minacce, che vanno respinte al mittente perché non devono e non possono trovare spazio nella scuola della Costituzione.
(fonte: Comune-Info 27 Febbraio 2023)