giovedì 9 febbraio 2023

Ieri come oggi: «Io per la pace, ma essi, appena parlo, sono per la guerra» (Sal 120) - Gregorio Battaglia

MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA 2023
 promossi dalla
FRATERNITÀ CARMELITANA
DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO

SE VUOI LA PACE,
DISARMA LE RELAZIONI
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Primo Mercoledì - 1 febbraio 2023

Ieri come oggi:
 «Io per la pace, ma essi, 
appena parlo, 
sono per la guerra» (Sal 120)
 
a cura di Gregorio Battaglia


Abbiamo voluto proporre con questi mercoledì dedicati al lettura e meditazione della Bibbia l’idea di un percorso, che possa aiutarci a prendere sempre più consapevolezza dell’urgenza di disarmare le nostre relazioni, sia quelle personali, sia quelle sociali ed economiche. Iniziamo, allora, questa serie di incontri riflettendo sul Salmo 120, che, penso, possa offrirci quegli spunti necessari per deciderci a prendere sul serio il compito di diventare costruttori di relazioni umane ed umanizzanti. 

1. Il contesto del Salmo 120 
Come prima cosa vorrei brevemente richiamare la struttura letteraria del libro dei Salmi. Esso si compone di 150 Salmi, che sono preghiere/canti.
...
6. Un’identità ritrovata: “anî šhalôm”
Il Salmo 120 si chiude al v. 7 con questa forte proclamazione: «Io Pace (anî šhalôm)». In questa espressione così sintetica c’è racchiuso tutto il cammino di discernimento e di maturazione, portato avanti da questo fedele, che avvertiva in sé un senso di estraneità verso un mondo, che vede la pace come un momento di pausa tra una guerra ed un’altra.
L’orante, adesso, è capace di dire «Io», di presentarsi senza alcuna maschera e di dire apertamente che la sua vita è in stretto rapporto con la pace. Egli non è soltanto uno che ama ed opera per la pace, ma la sua esistenza, tutto il suo corpo è pace, spazio di accoglienza e di benedizione. È un vero atto di responsabilità personale e comunitaria, che indica all’umanità intera quale sia il vero cammino che conduce alla vita ed alla vita in pienezza. Di fronte a questa immagine il nostro pensiero si volge al Signore crocifisso e risorto, che si presenta ai suoi discepoli come il corpo glorioso della riconciliazione, perché i segni dei chiodi e le ferite che Egli mostra loro costituiscono delle vere aperture dove tutti hanno diritto di entrare e di sentirsi accolti e perdonati: «La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù stette in mezzo e disse loro: Pace a voi! Detto questo mostrò loro le mani ed fianco» (Gv 20,19-20). Tutto questo fa dire a Paolo nella lettera agli Efesini: «Egli è la nostra pace, colui che dei due ha fatto l’uno, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia per mezzo della sua carne. Così Egli […] ha creato in se stesso dei due un solo uomo nuovo, facendo la pace e ha riconciliato tutti e due con Dio in un solo corpo per mezzo della croce eliminando in se stesso l’inimicizia» (Ef 2,14-16). L’umanità crocifissa e risorta di Gesù si presenta a noi come il nuovo spazio per riscrivere una storia, che profumi di vita, di gratuità e di donazione reciproca.

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