mercoledì 21 dicembre 2022

Binario 95 compie vent’anni. “Il nostro motto? Non è sufficiente il necessario”

Binario 95 compie vent’anni.
“Il nostro motto? Non è sufficiente il necessario”

Il 12 dicembre 2002 apriva sul primo binario della Stazione Termini di Roma l’Help Center, lo sportello di orientamento per le persone senza dimora, che sarebbe diventato l’attuale Binario 95. “Vogliamo contribuire a creare una consapevolezza diffusa delle cause e delle conseguenze della povertà estrema”


Vent’anni fa, il 12 dicembre 2022, sul primo binario di Roma Termini apriva l’Help Center, il primo servizio di ascolto destinato alle persone in difficoltà e ai senza dimora dentro una stazione ferroviaria, lo stesso progetto che col passare degli anni diventerà Binario 95. Poco lontano dalla sede, ma sempre all’interno della stazione, giovedì scorso tutto il team di Binario 95 ha festeggiato i primi vent’anni di solidarietà e accoglienza. “L’idea nasceva da uno sguardo diverso sulla stazione - spiegano a Binario 95 -, rifatta nuova per il Giubileo del 2000, dove circolavano passeggeri che avevano perso il treno della loro vita, o che avevano sbagliato binario: alcuni aspettavano di ripartire, altri erano appena arrivati, altri pensavano che ormai non ci fossero altri posti dove andare. Partire per un nuovo viaggio non era qualcosa che potessero fare da soli. Serviva qualcuno che li accompagnasse e li sostenesse, al di là dei bisogni fondamentali, come mangiare o vestirsi, cui tanti volontari già supplivano”.

Binario 95 è cominciato così: orientando le persone senza dimora della stazione verso i servizi sociali della città, accompagnandole una ad una in un percorso in cui ritrovare la strada per una vita il più possibile piena. “Tutto il resto è venuto di conseguenza - aggiungono - : il centro di accoglienza diurno, poi quello notturno, le unità mobili, i servizi sanitari, i laboratori creativi, il magazzino sociale, le azioni di rete, la raccolta e l’analisi dei dati, fino all’housing e all’accoglienza di genere. Ma senza quello sguardo di alcuni, che poi si è fatto visione condivisa da tanti – il Gruppo FS, Roma Capitale, amministrazioni pubbliche, imprese, fondazioni, cittadini – non ricorderemmo questi nostri primi vent’anni”.

Ma cos’è oggi Binario 95? “È l’applicazione di un principio, che negli anni è diventato il nostro motto: non è sufficiente il necessario - spiegano da Binario 95 -. Ad una donna o un uomo che abbiano perduto tutto o che non abbiano ancora trovato la propria strada non bastano un panino e una coperta. Ci vuole di più: relazione, anzitutto, poi un luogo accogliente e bello, dove uscire dalle logiche della strada, il tempo per prendersi cura di sé, per tessere i legami necessari alla vita – con le istituzioni, con il sistema sanitario, con il mondo del lavoro – per leggere, imparare, essere creativi, emozionarsi, impegnarsi, vedere un risultato, condividere uno sforzo, cadere e rialzarsi”.

Tutto questo, raccontano da Binario 95, esiste grazie all’impegno di un’équipe multidisciplinare di professionisti e volontari. “Binario 95, in fondo, è un atto di fiducia in quanto di buono c’è negli altri - aggiunge una nota -. Non solo nelle persone senza dimora o fragili, ma anche nel sistema normativo e dei diritti, nelle istituzioni, nel principio di sussidiarietà, nella disponibilità delle imprese a contribuire al welfare del territorio, nella buona volontà del legislatore e dei governi, nei singoli cittadini che ci sostengono”.

Non mancano i progetti per il futuro, a partire dall’housing, ma non solo. La sfida più grande, spiegano da Binario 95, è quella di “contribuire ancora a creare una consapevolezza diffusa delle cause e delle conseguenze della povertà estrema, migliorando la nostra capacità di raccolta e di analisi dei dati, di ricerca, di advocacy - conclude una nota -. La complessità del mondo in cui operiamo non si può semplificare: ne deriverebbero soluzioni inefficaci. Per quanto difficile sia, è nostro compito spiegare le mille sfaccettature di un fenomeno tanto vario quanto le storie di ogni singola persona senza dimora, fragile, migrante, affinché si agisca sulle cause e sugli stigmi sociali. Sogniamo, in una parola, di rendere sempre più comune quello sguardo che vent’anni fa ci ha fatto vedere i cosiddetti invisibili – la più ipocrita delle definizioni – come persone come noi nella sostanza, ma col peso di una storia complicata, che non è però una condanna a morte. Ecco, vorremmo tra vent’anni poter dire che tutti guardiamo con gli stessi occhi”.

Qui tutte le informazioni per sostenere i progetti di Binario 95.

(fonte: Redattore sociale 20/12/2022)