martedì 6 settembre 2022

Una giovane vita spezzata dal cyberbullismo, piegata da insulti, dileggi e minacce - Cosa spinge un tredicenne a lanciarsi dalla finestra?

Una giovane vita spezzata dal cyberbullismo, 
piegata da insulti, dileggi e minacce. 
Cosa spinge un tredicenne a lanciarsi dalla finestra?

Paolo Crepet: 
"Un bambino con un social è un bambino solo,
 drammaticamente solo. 
Vietiamo i social"



La tragedia di Gragnano- Sul cellulare insulti e inviti a farla finita. Inchiesta per istigazione. L’ultimo messaggio alla fidanzatina: ti lascio, non ce la faccio più
Una giovane vita spezzata dal cyberbullismo, piegata da insulti, dileggi e minacce. Indifesa davanti a quegli attacchi, violenti e gratuiti. È la pista investigativa che la Procura di Torre Annunziata sta seguendo per la morte di Alessandro, il 13enne di Gragnano precipitato dalla finestra di casa il primo settembre. Una svolta legata a dati oggettivi, sottolineano gli inquirenti

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"Devi ucciderti"
 La morte del giovanissimo e la chat dei bulli


Cosa spinge un tredicenne a lanciarsi dalla finestra?
di  Stefano Benfenati
(Pubblicato su AGI - estratto)

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La proposta di Crepet: vietare i social agli under 13

Il cyberbullismo colpisce laddove c'è vulnerabilità. Non tutti i ragazzini hanno la stessa vulnerabilità. Per stare dalla parte dei vulnerabili lo Stato deve fare delle cose. Secondo me dobbiamo arrivare a proibire la tecnologia digitale fino ad un minimo di 12 anni. Sotto i 12 anni si usa il computer del padre. Io sto parlando dei social perché lo smartphone è lo strumento principale per aderire al fenomeno del cyberbullismo".

È la proposta di Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, scrittore e divulgatore, interpellato dall'AGI. Il cyber bullismo "non è nato con i social ma con Internet - spiega Crepet - quasi una ventina di anni fa. Attraverso i social questo fenomeno è diventato molto più efficace, pregnante e diffuso. E ha delle caratteristiche nuove: sono sempre più giovani quelli che entrano nel gioco della Rete ma questa è una cosa che i genitori devono sapere. La domanda è: chi si occupa dei bambini? A 13 anni penso che una persona sia ancora un bambino".

Per lo psichiatra "i bambini devono rimanere bambini smettiamola di dare strumenti digitali a persone di età sempre più precoci. Un bambino con un social è un bambino solo, drammaticamente solo.

È necessario portare a 16 anni l'età in cui si diventa adulti. Questo - ha concluso Crepet - non per andare solamente a votare ma anche per quanto riguarda il codice penale. Questo è l'unico modo per parlare ai ragazzi in maniera diversa. Sono cresciuti prima: allora riconosciamo diritti ma anche doveri".

Chi ha il controllo delle password?

"Il cyberbullismo è un fenomeno in aumento e pericolosissimo perché sfugge completamente al controllo degli adulti. Quasi sempre i figli hanno le password dei telefoni dei genitori e non viceversa" dice all'AGI lo psicologo Raffaele Felaco, direttore di psicologinews.it, commentando il caso.

Felaco che è stato anche presidente dell'Ordine degli psicologi della Campania, ha evidenziato un fenomeno sociale: "la distanza tra le generazioni, non solo tra genitori e figli ma anche tra ragazzi che hanno pochi anni di distanza. Ci sono fratture generazionali - sottolinea - sempre maggiori e questo impedisce quella comunicazione intima che ha sempre fatto progredire la societa'".
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