lunedì 25 luglio 2022

#VITA DI FAMIGLIA di Gianfranco Ravasi

#VITA DI FAMIGLIA  
di Gianfranco Ravasi


La vita di famiglia perde ogni libertà e bellezza quando si fonda sul principio dell’«io ti do» e «tu mi dai».

Se temete la solitudine, non sposatevi!


Sono queste due aspre considerazioni sulla famiglia. Esse nascono anche dal pessimismo dei rispettivi autori e del loro contesto; tuttavia contengono una verità fin ovvia che merita attenzione. Il tema della vita di famiglia è, infatti, delicato e richiede un impegno serio e severo, pur in mezzo alle gioie e soddisfazioni che pure comporta. La prima frase è desunta dal dramma Casa di bambola (1879) del famoso scrittore norvegese Henrik Ibsen, una storia di falsità, meschinità, ricatti e ipocrisie. Alla fine, infatti, si assiste allo sfacelo di una famiglia, e una delle radici più vigorose di questa crisi è proprio nell’interesse e nell’egoismo. Se in famiglia viene meno la gratuità dell’amore, la generosità e la reciprocità, è inevitabile che si perde ogni freschezza, libertà e bellezza dello stare insieme e ci si riduce a essere una «società» retta da una sorta di contratto rigido ed esigente.

Si può, allora, precipitare nell’altro vizio tratteggiato con fiero scetticismo da Anton Cechov negli appunti dei suoi Quaderni. Il celebre scrittore russo, cresciuto in una famiglia divisa e disagiata, teme quella terribile solitudine a due che sfigura talvolta la coppia e lo fa con quel suo consiglio paradossale di non sposarsi per non essere alla fine soli. Sta di fatto che spesso l’incapacità di alimentare la fiamma dell’amore conduce a raggelare ogni legame e a dissolvere la sostanza stessa del matrimonio.


(Fonte: “Il Sole 24 Ore - Domenica” del 5 dicembre 2021)