domenica 31 luglio 2022

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n. 39/2021-2022 anno C

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino

 XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Vangelo:


«I miei frutti ... i miei granai ... i miei beni ... la mia vita!». Avidità, brama di possesso, cupidigia, sono espressione dell'egoismo degli uomini, che si manifesta nel possedere di più: «Io... io... io... il mio lavoro, la mia ricchezza, il mio comfort: che mi interessa degli altri?» (cit.). L'accumulo dei beni è il maldestro tentativo che da sempre l'uomo mette in atto per salvare la propria vita dalla minaccia sempre incombente della miseria e dalla morte. E' quello che Gesù chiama: «il lievito dei farisei». La nostra vita non dipende dai beni che accumuliamo, ma ha la sua fonte nel Padre, per questo siamo suoi figli e fratelli fra di noi. Se, invece, facciamo dipendere la nostra esistenza dalle cose che possediamo Dio non è più nostro Padre e gli altri diventano dei pericolosi concorrenti. I beni sono doni della munificenza del Signore per la vita di tutti e tali devono rimanere, perché possiamo condividerli con i fratelli. Possediamo realmente solo ciò che condividiamo; quello invece che tratteniamo per noi ci possiede, come un idolo che pianta le sue venefiche radici nel nostro cuore e pian piano ci conduce alla morte. La lezione che Gesù offre ad ognuno di noi è di fondamentale importanza sia per il possidente stupido (gr. àfron = senza cervello) che per la Comunità dei credenti. Tutte le volte che lo dimentichiamo, l'Eden, il Giardino della vita, torna nuovamente ad essere un deserto di morte.