TONIO DELL'OLIO
Italia assente ingiustificata
PUBBLICATO IN MOSAICO DEI GIORNI IL 22 GIUGNO 2022
Ma che brutta figura! Il governo italiano è l'unico dell'Unione Europea a far parte del nuclear sharing, il gruppo di Paesi che pur non producendo proprie armi nucleari ospitano testate di altri Stati alleati, ad aver deciso di non prendere parte alla Conferenza degli Stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari che ha preso avvio ieri a Vienna.
Germania, Belgio e Olanda, che sono nella nostra stessa condizione ospitando armi nucleari statunitensi, ci sono, l'Italia no. L'altro membro nuclear sharing che non ha accettato l'invito è la Turchia. Davvero una brutta figura per un'assenza ingiustificata che ci rende ancora più succubi delle politiche Usa. I Paesi partecipanti sono cento. Sono tutti consapevoli che il possesso di armi nucleari non serva affatto a garantire la pace ed è piuttosto una seria minaccia verso l'umanità intera. Una scelta, quella italiana, ancora più incomprensibile e grave in questo momento storico segnato dalla guerra in Ucraina in cui la minaccia nucleare si fa seria. Peraltro la presenza delle testate Usa ad Aviano (Pordenone) e a Ghedi (Brescia) lungi dal garantirci, proteggerci e rassicurarci, ci rende solo più vulnerabili. Come dice la campagna avviata da Senzatomica e dalla Rete italiana pace e disarmo: Italia ripensaci!
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NUCLEARE: L’ITALIA NON PRENDE PARTE ALLA RIUNIONE PER IL TPAN
Dopo un lungo e travagliato iter, dovuto anche all’ostruzionismo di alcuni paesi, il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPAN) delle Nazioni Unite. Un passo avanti notevole: non si parla più della “non proliferazione”, del divieto di produrre nuove armi nucleari (peraltro già violato da molti paesi), ma della decisione di eliminare completamente tutte quelle esistenti. Un numero spaventoso: secondo i dati del SIPRI sarebbero 12.705 le armi nucleari nel mondo, e del quale molti tra i paesi più importanti del pianeta preferiscono non parlare.
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Essere presenti a Vienna anche solo come osservatori, come hanno fatto altri paesi che non hanno mai ratificato il TPAN, avrebbe avuto un grande significato politico e geopolitico. Avrebbe potuto segnare una svolta e forse aprire la strada al dialogo, oltre che rispettare quanto previsto dalla Costituzione e dalle leggi sulla non proliferazione delle armi nucleari. Decidere di non esserci, al contrario, dice che l’Italia non vuole eliminare queste armi. Anzi.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”, dice l’articolo 11 della Costituzione. Ma gli italiani sembrano averlo dimenticato. E dopo aver regalato all’Ucraina armi e armamenti per la “difesa”, ma anche per l’“offesa”, il governo ha deciso di non partecipare al primo incontro mondiale per l’eliminazione delle armi nucleari, nemmeno come osservatore. Quale sarà il prossimo passo.