mercoledì 15 giugno 2022

L’infanzia negata. Relazione al Parlamento della Garante Carla Garlatti

L’infanzia negata.
Relazione al Parlamento della Garante Carla Garlatti


Una bimba di 5 anni uccisa dalla mamma sulle pendici dell’Etna e un ragazzo di colore di 15 anni accoltellato da un coetaneo al centro di Roma. Due terribili fatti che hanno preceduto di poche ore la relazione al Parlamento dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ovvero l’esposizione del lavoro compiuto in favore dei minori. Proprio ieri mattina infatti, al termine del primo anno del suo mandato, la dottoressa Carla Garlatti ha illustrato, nella sala capitolare nel Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, alla presenza di Paola Binetti, parlamentare e neuropsichiatra infantile, in rappresentanza della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, la complessa situazione dell’infanzia in Italia, che vede aumentare in modo esponenziale le famiglie in stato di povertà e il numero dei “minori non accompagnati”, per non parlare delle piccole vittime dei disturbi mentali di adulti che sono sempre più diffusi.

La dottoressa Garlatti ha sottolineato che il suo mandato è iniziato quando ancora si stavano vivendo gli effetti della pandemia da Covid-19. Ha riferito: “In questo difficile periodo i ragazzi hanno saputo dimostrare, rimodificare e rimodulare la loro vita dimostrando una capacità e una intelligenza che noi molto spesso sottovalutiamo. Da uno degli studi che abbiamo condotto quest’anno, è emerso come i ragazzi siano rimasti disorientati di fronte alla fragilità degli adulti, nei quali non sono riusciti a trovare dei ponti sicuri di riferimento”.

Ha poi sottolineato come internet sia stato utile per i ragazzi durante il lockdown. “Se da un lato non possiamo pensare di prescindere dalla rete, perché la rete è fonte di apprendimento, di conoscenza, di socialità; non possiamo dimenticare che la rete è anche fonte di pericoli, insidie.” In questo anno l’impegno dell’Autorità è stato particolarmente focalizzato su questi aspetti per poter rendere questo mezzo il più sicuro possibile.

La pandemia ha investito diritti fondamentali di bambini e ragazzi: a essere protetti, all’educazione e all’istruzione, al gioco e al tempo libero e alla salute. A questa situazione di precarietà si sono aggiunte criticità strutturali come la condizione di povertà di molte famiglie: a fine 2021 i minorenni in povertà assoluta erano un milione e 384 mila, quasi il 3% in più rispetto al 2019.

L’Autorità Garante ha partecipato alla elaborazione del Pnrr, il Piano infanzia e il piano di azione italiano sulla Child Guarantee per i vulnerabili. Particolare attenzione è stata data ad asili nido, mense scolastiche, scuola, povertà educativa, pari opportunità e partecipazione dei minorenni.

Garlatti ha spiegato che è stato avviato uno studio scientifico di tre anni, assieme a Istituto superiore sanità e in collaborazione con Ministero dell’istruzione, sulla salute, lo sviluppo e il benessere mentale dei minorenni. “I primi risultati sono allarmanti – ha avvertito – i problemi manifestatisi durante la pandemia rischiano di diventare cronici e diffondersi su larga scala. Parliamo di disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo, alterazioni del ritmo sonno-veglia e ritiro sociale. Ha destato preoccupazione, inoltre, l’aumento delle richieste d’aiuto per l’uso di sostanze psicoattive, cannabinoidi e alcool, mentre i minori migranti non accompagnati hanno manifestato difficoltà nella gestione dell’isolamento e della quarantena nelle strutture di accoglienza”.

Alcuni racconti fatti dalla stampa, all’inizio del periodo pandemico, i quali raccontavano adolescenti che “se ne fregavano dei propri nonni”, hanno portato il dott. Matteo Lancini a scrivere una lettera agli adolescenti nella quale invitava gli adulti a riflettere sulle loro responsabilità. L’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza questa mattina lo ha invitato a parlare davanti al Parlamento e ha riferito: “In quel momento una retorica della colpa dei giovani non mi sembrava adeguata”.

In conclusione, ha preso la parola Lorenzo, un giovane appartenente alla Consulta dei ragazzi e delle ragazze istituita nel 2018 dall’AGIA. Ha raccontato il funzionamento della Consulta e la sua personale esperienza. Si tratta, infatti, di una ventina di giovani che si riunisce a cadenza mensile e riflette su diversi argomenti. Il loro operato diviene molto importante anche per l’Autorità Garante nella sua attività.
La Relazione è consultabile al seguente link
(fonte: Faro di Roma, articolo di Marco Felipe Perfetti 15/06/2022)