martedì 12 aprile 2022

Abbandonarsi totalmente a Dio di Erica Sfredda

Abbandonarsi totalmente a Dio 
di Erica Sfredda


Un giorno una parola – commento a Romani 5, 2

Siate saldi, e il vostro cuore si fortifichi, o voi tutti che sperate nel Signore! 
Salmo 31, 24

Mediante Gesù Cristo abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi 
Romani 5, 2

Siate saldi e il vostro cuore si fortifichi… Quanto difficili ci sembrano queste parole, soprattutto oggi tra pandemia, guerra in Ucraina, paura per il futuro, minaccia nucleare. Come rimanere saldi quando tutto quello che ci circonda è, o può essere, fonte di ansia e preoccupazione?

E come sperare nel Signore, se non riusciamo a percepirne la presenza tra i cadaveri dei bambini, in un cielo diventato grigio per i fumi dell’inquinamento, nelle mani di chi sta annegando nel Mediterraneo?

In questa società, tra uomini e donne che hanno imparato a diffidare di tutti e di ciascuno, tra persone che ritengono che solo chi è più “furbo” degli altri possa realizzarsi nella vita, Dio non c’è, non lo troviamo. Siamo diventati un popolo che ha fatto dell’evasione fiscale, e dunque della de-responsabilizzazione collettiva, la propria bandiera: qui, nel nostro piccolo ed egocentrico mondo non c’è più alcun Signore a cui affidarci.

Se non ci fidiamo di chi ci sta accanto, come fidarci di un Dio che non abbiamo mai visto, un Signore che pare essere sordo alle nostre grida e alle nostre preghiere?

Ma la domanda da porsi è: cosa chiediamo al Signore? Su cosa dobbiamo poggiarci per restare saldi e fermi? Dove possiamo riporre la nostra speranza? Di certo, non in un Dio che dall’alto dei cieli con la sua bacchetta magica ci tolga dai guai, cancelli il nostro dolore e la nostra fatica, e che elimini il dolore e la fatica del mondo, dei bambini, dei deboli, degli ultimi. Perché, se è su questo Dio-mago che noi riponiamo la nostra speranza, saremo destinate a rimanere delusi e ce ne allontaneremo piano piano.

La grazia di cui parla l’apostolo Paolo, la fortezza a cui allude il salmista, è la forza della fede, il coraggio dell’abbandonarsi totalmente a Colui che ci ha creati e voluti al punto da donarci il Suo unico Figlio, che è morto sulla croce per ognuno e ognuna di noi.

Il nostro fondamento non è la soluzione di ogni nostra richiesta, ma il dono della fede, la capacità di abbandonarsi totalmente all’amore che ci è dato senza alcun nostro merito.

Gesù ha accettato le conseguenze del nostro peccato, Lui che avrebbe potuto evitarlo! Le ha accettate ed è morto per donarci una grazia che non delude e che ci permette di affrontare pienamente la vita con i suoi momenti di forza e quelli di debolezza, con le vicende gioiose e con quelle tristi. Siamo dunque saldi e permettiamo ai nostri cuori di fortificarsi oggi e per sempre. Amen!

(Fonte: riforma.it)