domenica 27 marzo 2022

"Un cuore che ascolta lev shomea" - n. 21/2021-2022 anno C

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino

IV Domenica di Quaresima anno C

Vangelo:



Libertà da ogni vincolo, anche da quelli familiari, libertà da se stessi fino a perdere la reputazione e la vita e libertà dall'idolatria del denaro e dei beni (14,25-35). Queste le tre dure condizioni poste da Gesù per la sequela. Nonostante le evidenti difficoltà, pubblicani e peccatori gli si accostano, lo ascoltano volentieri e sono da lui accolti, mentre scribi e farisei, fedeli custodi della dottrina e della ortodossia, educati alla logica delle virtù e del merito, mormorano. Proprio per stigmatizzare il loro comportamento, Gesù narra le Parabole della Misericordia: la pecora perduta, la dracma smarrita e la Parabola del figlio prodigo o del Padre misericordioso. Si tratta di un trittico di parabole, ma in realtà, la parabola è una sola. Come nel trittico pittorico, le due parti più brevi (le due pale laterali) acquistano significato solo se messi in relazione con la parte più lunga (la pala centrale) la quale è illuminata e completata dalle due più brevi. Un Padre, il cui figlio scapestrato va via di casa, non se ne sta certo con le mani in mano ad attendere un suo improbabile ritorno, ma invia il Buon Pastore perché ritrovi la pecora traviata e la riporti a casa sana e salva, abbandonando il resto del gregge nel deserto. Chi di noi non farebbe lo stesso, dice Gesù? In verità, nessuno di noi farebbe questo se non uno squilibrato. La situazione è illogica, assurda, incomprensibile, come illogico, assurdo e incomprensibile è l'amore del Padre per ogni figlio. Solo un folle accoglierebbe in casa un figlio che ha dilapidato il patrimonio di famiglia senza il minimo rimprovero e per di più reintegrandolo nel suo rango originario (la veste, l'anello, i sandali). Così è l'amore del Padre, come l'utero accogliente di una madre che si allarga per fare spazio alla nuova vita che cresce. L'amore di Dio non risponde a nessuna logica umana, non fa calcoli, agisce senza un'apparente ragione, è offerto a tutti, buoni e cattivi, al figlio ribelle come a quello che ritiene di essere buono e per questo giudica e condanna il fratello. Nel cuore del Padre nessun figlio è escluso dal suo amore, nessun figlio è talmente perduto da non potere essere cercato, ritrovato e avvolto dal suo tenero abbraccio.