Il pianto di una mamma
SCRITTO DA TONIO DELL'OLIO
PUBBLICATO IN MOSAICO DEI GIORNI IL 15 MARZO 2022
Ascoltatemi, sono una mamma. Si dice vedova se una perde un marito e orfana quando muoiono i genitori. Ma quando muore un figlio non ci sono parole a definire lo strazio. Quel figlio l'avevo sognato, desiderato, inseguito nel cielo tra le nuvole del mattino perché i medici mi dicevano che non potevamo avere figli. L'unico.
È cresciuto tra coccole e cure fino al diploma. E ora, a 19 anni, questa maledettissima guerra me lo ha strappato dal ventre. Tutto in un istante, tutto così in fretta. Con le raccomandazioni di qualsiasi madre a fare attenzione e a non esporsi troppo. Persino a coprirsi bene dal freddo. Pensate che idiozia! Gli chiedevo di coprirsi bene perché in Ucraina fa freddo.
Ora non mi restano che le lacrime e il dolore e l'inutilità di questa vita. Anzi, il morso della colpa d'essere sopravvissuta.
Mi hanno raccontato come è successo. Mentre era per strada in una città dell'Ucraina che avevano "conquistato", dalla finestra una ragazzina ha imbracciato un fucile, ha mirato e ha sparato.
Ma che colpa aveva mio figlio?
Mi dicono che lui non si era mai trovato in una battaglia vera e non aveva mai sparato e tantomeno ucciso o ferito nessuno. Lo hanno obbligato a indossare quella divisa e a partecipare a questa impietosa idiozia che fa diventare nemici gli amici da un giorno all'altro e rende gli innocenti vittime di una maledizione che non hanno scelto.
Il dolore non ha colore.
Il mio, che sarebbe il dolore spregevole dell'aggressore su procura, non fa piangere di meno. Semmai di più.
Per questo io non spero più negli accordi tra i grandi e i potenti ma nella pace voluta e perseguita dalla gente comune che non presta più né intelligenza, né corpi, né altro, all'omicidio legalizzato, alla strage pianificata, che chiamiamo guerra.
Questa guerra la dobbiamo fermare noi, non Putin, Biden, Zelensky e i cinesi. Noi.