lunedì 28 febbraio 2022

Veglia di preghiera per l’Ucraina - Card. Zuppi: "Ogni guerra è fratricidio, oltraggio a Dio e all’uomo. La Chiesa non è neutrale: è per la pace! "

Veglia di preghiera per l’Ucraina
"Ogni guerra è fratricidio,
oltraggio a Dio e all’uomo.
La Chiesa non è neutrale:
 è per la pace! "
Card. Matteo Zuppi

Bologna, Venerdì 25 febbraio 2022




Quello che sembrava impossibile è avvenuto. La pandemia della guerra si è scatenata, una tempesta di morte e sofferenza che sembra impedire di fare qualunque cosa, con una forza terribile come quelle armi micidiali e vigliacche che distruggono tutto, senza volto che non sia quello del male. Molti anni fa, proprio qui, nella nostra Cattedrale, in occasione della prima Giornata mondiale della pace, l’1 gennaio 1968, nel pieno di un’altra guerra, quella del Vietnam, il Cardinale Lercaro disse che la Chiesa non è neutrale: è per la pace! Si interrogava se ci eravamo esercitati ad accusare gli altri e non ci siamo interrogati sulle nostre complicità e se troppo poco ci siamo preoccupati di “togliere da noi le pietre d’inciampo sul cammino della pace e le ragioni di scandalo, forse inconsapevolmente offerte ai credenti e ai non credenti”.

Ed è un interrogativo che faccio mio e che mi motiva ancora di più a reagire percorrendo con decisione tutte le vie di dialogo e di incontro per fermare la guerra. “La Chiesa non può essere neutrale, di fronte al male da qualunque parte venga: la sua via non è la neutralità, ma la profezia; cioè il parlare in nome di Dio, la parola di Dio”. Dichiarò di impegnare se stesso e tutta la comunità ecclesiale “più di quanto sinora non si sia fatto, in un più largo e più approfondito sforzo catechetico per dare ai nostri ragazzi e ai nostri giovani in dimensioni nuove una coscienza evangelica dell’universale fraternità in Gesù, del rispetto assoluto della dignità di ogni uomo redento da Cristo, del rifiuto radicale di ogni forma di violenza, interiore o esteriore, privata o collettiva”. “Vorrei essere un servo dell’Evangelo di pace” disse, perché la Chiesa e i giovani siano “una forza grande, spirituale e storica” per la pace. Scegliamo oggi di essere servi della pace.

Facciamo nostre queste parole a distanza di tanti anni, mortificati per le tante occasioni perdute. Non affrontare i problemi, non cercare la guarigione e accontentarsi che il focolaio di male faccia soffrire solo una parte come se l’infezione possa restare contenuta, ha rappresentato un aiuto alla logica di morte. Non saremo neutrali, perché la parte, l’unica parte da scegliere, quella che in realtà interessa tutti ed è la parte di Dio, è quella della pace. Stiamo dalla parte di chi è colpito, delle vittime, facciamo nostro il dolore delle vittime. «Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come “danni collaterali”» ha scritto con tanta profonda umanità Papa Francesco in Fratelli Tutti, documento che è il contrario della pandemia della guerra.

Non accettiamo la logica delle armi! Non c’è mai nessuna giustificazione e chi ricorre alle armi perde comunque ogni sua ragione. Si diventa solo assassini e si calpesta anche la propria stessa dignità. Il mercato delle armi, chi le produce e le fa usare, accentua la logica del più forte, ispira piani di potere, innesca solo un’avventura senza futuro. Chi può controllare i semi di male che sono gettati ovunque e, come si vede, durano incredibilmente per generazioni? Chi fermerà la mani di Caino? Chi poteva fermare la mano di Caino anche in questi lunghi anni di guerra in Ucraina che hanno causato migliaia di morti? Chi ha pianto per loro e con la forza delle lacrime le ha asciugate disperandosi per cercare a tutti i costi la pace, perché senza pace non si vive? Troppo ci siamo abituati a vedere da lontano la guerra.

Noi vogliamo essere custodi del nostro fratello Abele, ed oggi Abele si chiama Ucraina. Sentiamo immensa pietà, commozione, pianto per chi è nel dolore, per chi soffre, per chi è caduto, per le migliaia di profughi, per chi è disperato, per le tante madri che hanno visto la morte strappare i loro figli e come Rachele non vogliono essere consolati, perché a quel punto non importa più nulla della vita. Davvero la storia non insegna niente? Le frontiere per le quali hanno combattuto milioni di persone continuano ad essere muri di pregiudizio, di odio?

Ci accorgiamo con consapevolezza amarissima che la corsa alle armi, la proliferazione delle armi nucleari non solo non si è mai interrotta, ma è cresciuta. Ci accorgiamo che si sono accumulati tanta incomprensione, rancore, pregiudizio. Cercare la pace non era un’ingenuità per illusi ma l’unica via per evitare la guerra: se vuoi la pace non preparare la guerra o accontentarti che non ci sia, ma prepara sempre la pace. Ci accorgiamo di come è stato ed è insensato indebolire i pochissimi arbitri che dopo la seconda guerra mondiale erano preposti a comporre i problemi, innanzitutto le Nazioni Unite, agorà dove sono raccolti tutti i popoli. Vogliamo che sia forte, non debole. Chiediamo, in ginocchio, di sospendere subito questa pandemia. Lo potete. Lo possiamo. Dipende da chi ha in mano il destino e sciaguratamente ha innescato questa tempesta di morte, da chi non ha fatto il possibile e l’impossibile perché questo non avvenisse. Chi può prendere decisioni lo faccia. Accettate la richiesta di dialogare, cessate il fuoco e iniziate nuovi incontri. Dipende anche da tutti noi: disarmare le mani e i cuori, abbattere muri, cercare comunque la pace, liberarci da parole aggressive.

Chiediamo umilmente a tutti i cristiani di chiedere perdono e darlo, di essere uniti a difendere quella pace che ci è stata affidata da Dio. La violenza mai sarà benedetta. La pace è benedetta e chi la sceglie diventa una benedizione. Sentiamo ancora vero oggi quel monito di Giovanni Paolo II ai mafiosi che usavano la violenza, ai quali gridò, con la fermezza dell’uomo di Dio: “Verrà anche per voi il giudizio di Dio”. Che queste parole a chi è cristiano e a tutti i credenti provochino timore e suggeriscano un impegno a smettere. Il beato Fornasini, con tutte le vittime di Marzabotto e tutte le vittime di ogni conflitto, interceda perché finisca subito la guerra. Tutti dobbiamo rispondere almeno alla nostra coscienza. “Chi di spada ferisce, di spada perisce”. Mazzolari diceva: “Se siamo un mondo senza pace, la colpa non è di questi e di quelli, ma di tutti. Se dopo venti secoli di Vangelo siamo un mondo senza pace, i cristiani devono avere la loro parte di colpa. Tutti abbiamo peccato e veniamo ogni giorno peccando contro la pace”.

Ogni guerra è fratricidio, oltraggio a Dio e all’uomo. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà con i loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace.

Quest’anno sono cento anni dalla morte di un altro Vescovo di Bologna, Giacomo Della Chiesa, divenuto Papa Benedetto XV, che si trovò ad affrontare la pandemia della prima guerra mondiale e la condannò come nessun altro aveva fatto prima, definendola un’inutile strage e liberando la Chiesa, madre di tutti, da qualunque complicità con le ragioni della violenza. Lui pregava così e facciamo nostre le sue parole, insieme alla Vergine di Zarvanytsia e alla Vergine di San Luca.

 “Sgomenti dagli orrori di una guerra che travolge popoli e nazioni, 
ci rifugiamo, o Gesù, come scampo supremo, nel vostro amatissimo Cuore;
da Voi, Dio delle misericordie, imploriamo con gemiti la cessazione dell’immane flagello; 
da Voi, Re pacifico, affrettiamo con voti la sospirata pace. 
Dal vostro Cuore divino Voi irradiaste nel mondo la carità perché,
 tolta ogni discordia, regnasse fra gli uomini soltanto l’amore: mentre eravate su questa terra, 
Voi aveste palpiti di tenerissima compassione per le umane sventure. 
Si commuova dunque il Cuor vostro anche in quest’ora, grave per noi di odi così funesti, 
di così orribili stragi! 
Pietà vi prenda di tante madri, angosciate per la sorte dei figli, pietà di tante famiglie,
 orfane del loro capo, pietà della misera Europa, su cui incombe tanta rovina!
 Inspirate Voi ai reggitori e ai popoli consigli di mitezza, 
componete i dissidi che lacerano le nazioni, 
fate che tornino gli uomini a darsi il bacio della pace, 
Voi, che a prezzo del vostro Sangue li rendeste fratelli. 
E come un giorno al supplice grido dell’Apostolo Pietro: 
salvaci, o Signore, perché siamo perduti, 
rispondeste pietoso, acquetando il mare in procella, 
così oggi, alle nostre fidenti preghiere, 
rispondete placato, ritornando al mondo sconvolto la tranquillità e la pace.
Voi pure, o Vergine santissima, come in altri tempi di terribili prove, 
aiutateci, proteggeteci, salvateci.
 Così sia”. 
Amen

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Riflessione integrale


Nel pomeriggio di venerdì 25 febbraio il cardinale Zuppi era intervenuto anche alla manifestazione promossa dalle Associazioni aderenti al Portico della Pace in Piazza Maggiore.
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