martedì 1 febbraio 2022

Morire di freddo e di indifferenza ... Che fine ha fatto la nostra umanità?

Morire di freddo e di indifferenza ...
Che fine ha fatto la nostra umanità? 

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No, il fotografo René Robert non è morto di ipotermia.
È morto d’indifferenza
 

Il famoso René Robert è stato lasciato morire in una strada di Parigi, per 9 ore nell’indifferenza generale. Che fine ha fatto la nostra umanità?

Da solo, al gelo, su un marciapiede al centro di Parigi: così è morto il fotografo svizzero 85enne Renè Robert, noto in tutto il mondo per i suoi potenti scatti che immortalavano i ballerini di flamenco. Ad ucciderlo non è stato il freddo. O almeno non soltanto. Robert è morto d’indifferenza, come raccontato dal suo amico e giornalista Michel Mompontet all’emittente televisiva France Info.


Lo scorso martedì, in tarda serata, stava tornando a casa dopo cena, ma a un certo punto si è accasciato al suolo, probabilmente per via di un malore. E non in una zona periferica poco trafficata. Ma nei pressi di Place de la République.

Per ben 9 lunghe ore nessuno l’ha visto. O meglio nessuno si è degnato di avvicinarsi a lui per chiedergli se avesse bisogno di aiuto. Alla fine soltanto un senzatetto si è accorto di lui all’alba del giorno successivo e ha subito chiamato i soccorsi. Purtroppo, però, era troppo tardi. René Robert era già morto per ipotermia.

“Come siamo potuti arrivare a tanto? Questa tragica morte è una cosa orribile e ci dice molto sul nostro comportamento e la solidarietà reciproca” commenta con l’amaro in bocca il giornalista Mompontet, invitando tutti a un’esame di coscienza.

“Prima di dare lezioni o accusare qualcuno, bisogna porsi una piccola domanda mette a disagio: sono sicuro al 100% che mi sarei fermato se mi fossi trovato di fronte a quella scena, un uomo a terra? – si domanda – Non ho mai voltato le spalle a un senzatetto sdraiato davanti a una porta?”


Sono domande che pesano come un macigno, ma che tutti dovremmo farci. Viviamo in una società frenetica e i problemi da affrontare sono mille e di varia natura. È vero. Ma c’è una cosa che non dovremmo dimenticare mai: mettere al primo posto l’umanità, senza ignorare chi ha bisogno o è semplicemente solo. L’indifferenza uccide. E un giorno al posto di Renè Robert, al freddo su un marciapiede, potremmo esserci noi.
(fonte: GreenMe, articolo di Rosita Cipolla 29/01/2022)

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Robert René: morire tra l’indifferenza di tutti

... Ecco signori e signore, l’ultima fotografia che il grande Réne ci ha lasciato di questa umanità del 2022 è di se stesso accasciato tra le vie del mondo mentre muore tra l’indifferenza, l’egoismo e il “meglio che mi faccio i fatti miei”. Uno dei frutti più velenosi di questa pandemia. Non che prima non ci fosse questa incapacità di accorgersi del dolore altrui, solo che il coronavirus ha spinto questa attitudine individualistica agli estremi. Fino a passare davanti ad un uomo, immagino vestito bene e che non aveva le sembianze di un senzatetto, facendo finta di non vedere. E tutto questo nella civilissima Parigi.

Ma chi siamo diventati? Ma dov’è l’umanità bella quella che nascondeva gli ebrei nelle sue case mettendo a rischio la propria vita, quella che divideva il pane con la famiglia del vicino, che accudiva i figli dei cugini perché entrambi i genitori lavoravano? Mi vengono in mente le parole di Papa Francesco che nell’Angelus di qualche anno fa commentando la parabola del buon samaritano disse a tutti: “Mi faccio prossimo o semplicemente passo accanto? Sono di quelli che selezionano la gente secondo il proprio piacere? Queste domande è bene farcele spesso, perché alla fine saremo giudicati sulle opere di misericordia. […] Ma Tu, ti ricordi quella volta, sulla strada da Gerusalemme a Gerico? Quell’uomo mezzo morto ero io. Ti ricordi? Quel bambino affamato ero io. Ti ricordi? Quel migrante che tanti vogliono cacciare via ero io. Quei nonni soli, abbandonati nelle case di riposo, ero io. Quell’ammalato solo in ospedale che non va a trovare nessuno ero io!”.

Se anche il mondo lo avesse dimenticato, noi cristiani abbiamo il dovere di ricordare. In fondo per paradosso, gli unici occhi che hanno visto e le uniche mani che hanno soccorso Robert René sono stati gli occhi e le mani di un povero.

Leggi tutto l'articolo dal sito PUNTO FAMIGLIA

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Undici morti negli ultimi due mesi. Questo il tragico bilancio che riguarda Roma, dove anche nel 2022 si continua a morire per strada di freddo. A quanti sono vittime di questo tragico destino, come 39 anni fa capitò a Modesta Valenti che morì alla stazione Termini perché, essendo sporca, l’ambulanza si rifiutò di portarla in ospedale, è stata dedicata ieri mattina una cerimonia alla basilica di Santa Maria in Trastevere. ...



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Una nuova tragedia si è consumata alle porte dell’Europa. Sette persone migranti sono morte per ipotermia nel tentativo di raggiungere la salvezza in Europa. Le vittime erano cittadini di nazionalità bengalese, tre di loro sono decedute sul barcone che le trasportava, altre quattro durante le operazioni di soccorso della Guardia Costiera italiana. Sono 280 i migranti sbarcati a Lampedusa nella notte tra lunedì e martedì.

"Ancora una volta vittime innocenti vedono infrangere le loro speranze di una vita migliore contro le barriere dell’indifferenza di un’Europa che, sempre più spesso, resta a guardare o, peggio, si chiude erigendo muri, confini, barriere", afferma il Moas in una sua dichiarazione sull'accaduto. ...


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