venerdì 24 dicembre 2021

"Un cuore che ascolta lev shomea" - n. 5/2021-2022 anno C

 "Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE

Vangelo:



L'amore del Padre per tutti gli uomini si è finalmente reso visibile nella fragile carne del Figlio e il suo Nome è Gesù: Salvezza di Dio. L'infinitamente grande si è manifestato nella piccolezza di un bimbo perché potessimo accoglierlo senza timore. A torto pensiamo che le caratteristiche di Dio siano l'onnipotenza, la magnificenza e il grande splendore (cfr. Dn 2,31ss), ma in verità queste proprio sono le caratteristiche dell'idolo, della sua immagine satanica. Se Gesù si fosse reso presente con grande potenza e gloria, necessariamente tutti lo avremmo accolto, ma non sarebbe stato Dio, bensì un idolo. Norma essenziale per la nostra fede è allora la piccolezza, la "porta stretta" che siamo chiamati ad attraversare per entrare nel Regno, una piccolezza che è in grado di abbattere ogni presunta grandezza, come il sassolino, insignificante in apparenza, che nel libro del profeta Daniele, è capace di abbattere e distruggere l'enorme colosso dai piedi d'argilla (Dn 2,34ss). La prova di fede per l'uomo di ogni tempo è quella di accogliere l'estrema fragilità di questo Dio che s'è fatto solidale con la nostra debolezza, poiché un Dio che ci viene incontro in questo modo si espone inevitabilmente al rifiuto. Questo è il 'tallone di Achille' di Dio, del nostro Dio: la vulnerabilità del suo incommensurabile amore per l'uomo, un amore che non può non rispettare la nostra libertà anche quella di rifiutarlo. «A quanti, però, lo hanno accolto ha dato loro il potere di diventare figli di Dio, a coloro che credono nel suo Nome» (Gv 1,12).