lunedì 1 novembre 2021

"Un cuore che ascolta lev shomea" - n. 53/2020-2021 anno B

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


TUTTI I SANTI

Vangelo:


Le Beatitudini, che aprono il "Discorso della Montagna" (Mt 5,1-7,29), sono il manifesto del Regno, la Magna Charta di ogni cristiano. Il termine "beato" traduce l'ebraico "ashrè", che tradotto letteralmente significa "colui che è relativo a Dio". Il beato è colui che entra in relazione con Dio, che gli sta di fronte così vicino da poterne contemplare e riflettere il volto. Ma il criterio della beatitudine con cui Gesù giudica è esattamente l'opposto di quello del mondo. Egli dichiara beati coloro che invece la mentalità mondana (la nostra) considera infelici. Per noi sono beati i potenti, i ricchi, coloro che esercitano il potere. Per Gesù invece sono beati i poveri, gli umili, i disprezzati, coloro che non contano niente. E' davvero un radicale cambiamento di valori. Non si tratta di leggi nuove oltre la Torah, di un altro codice di norme più difficile da osservare rispetto al primo. Le Beatitudini sono quel cuore di carne e quello Spirito nuovo promessi ad Ezechiele (Ez 36), sono il vissuto stesso di Gesù, ogni sua Parola, ogni suo gesto che ci risanano restituendoci vita, dandoci di essere ciò che realmente siamo: figli del Padre perché fratelli tra di noi. «Le Beatitudini non sono rivolte solo ai discepoli o ai più bravi. Sono per ogni uomo che cerca Verità, sono la salvezza di questo mondo, il pieno sviluppo delle sue potenzialità. Gesù crocifisso e risorto è la realizzazione delle Beatitudini e le beatitudini sono la sua carta d'identità» (S. Fausti)