giovedì 16 settembre 2021

Viaggio di Papa Francesco a Budapest e in Slovacchia (12-15 settembre 2021) Momento di preghiera con i Vescovi - Santa Messa (testi, foto e video)

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
A BUDAPEST, IN OCCASIONE DELLA SANTA MESSA CONCLUSIVA
DEL 52.mo CONGRESSO EUCARISTICO INTERNAZIONALE, 
E IN SLOVACCHIA
12-15 SETTEMBRE 2021

Mercoledì, 15 settembre 2021 


BRATISLAVA - ŠAŠTIN - BRATISLAVA - ROMA

9:10 Momento di preghiera con i Vescovi presso il Santuario Nazionale di Šaštin
10:00 Santa Messa nella spianata del Santuario Nazionale di Šaštin
13:30 Cerimonia di congedo presso l’Aeroporto Internazionale di Bratislava

MOMENTO DI PREGHIERA CON I VESCOVI

Santuario nazionale della B.V.M. dei Sette Dolori (Šaštín)

Papa Francesco, nell'ultima giornata della sua permanenza in Slovacchia, giunge in auto al Santuario nazionale di Sastin, a circa 70 km a nord della capitale Bratislava, originario del XVI secolo e noto anche come basilica dei Sette Dolori della Vergine Maria.

Ad attenderlo sono arrivati da tutta la Slovacchia (e molti con difficoltà, date le restrizioni per la sicurezza e il Covid) 60mila fedeli, il Pontefice percorre le vie circostanti sulla papamobile salutando i fedeli che gli dimostrano il loro entusiasmo.

Il 15 settembre è il giorno in cui, per antica tradizione, la Chiesa slovacca omaggia la Vergine venerata in questo santuario con un grande pellegrinaggio. Anche il Papa dunque vi partecipa sulle orme di Giovanni Paolo II che venne qui nel 1995 e di Madre Teresa di Calcutta, che sostò nel 1987 nella chiesa edificata tra le verdi campagne della regione al confine con l'Austria.

Appena giunto al santuario si raccoglie in preghiera in un momento privato con i vescovi slovacchi.


Il Santo Padre:

Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo.
R/. Amen.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
R/. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.


Il Santo Padre e i Vescovi recitano insieme la preghiera di affidamento:

Nostra Signora dei sette dolori,
siamo riuniti qui davanti a te come fratelli,
grati al Signore per il Suo amore misericordioso.
E tu sei qui con noi,
come con gli Apostoli nel Cenacolo.

Madre della Chiesa e Consolatrice degli afflitti,
con fiducia ci rivolgiamo a te,
nelle gioie e nelle fatiche del nostro ministero.
Guardaci con tenerezza
e accoglici tra le tue braccia.

Regina degli Apostoli e Rifugio dei peccatori,
che conosci i nostri limiti umani,
i fallimenti spirituali,
il dolore per la solitudine e l’abbandono:
risana con la tua dolcezza le nostre ferite.

Madre di Dio e Madre nostra,
ti affidiamo la nostra vita e la nostra patria,
ti affidiamo la nostra stessa comunione episcopale.

Ottienici la grazia
di vivere con fedeltà quotidiana
le parole che il tuo Figlio Gesù ci ha insegnato
e che ora, in lui e con lui,
rivolgiamo a Dio nostro Padre.

Il Santo Padre e i Vescovi:

Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

Il Santo Padre:

O Dio, che concedi alla tua Chiesa
di imitare la beata Vergine Maria
nella contemplazione della passione di Cristo,
donaci, per sua intercessione,
di conformarci sempre più al tuo Figlio unigenito
e di giungere alla pienezza della sua grazia.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

Il Santo Padre:

Benediciamo il Signore.
R/. Rendiamo grazie a Dio.

*****************

SANTA MESSA

  Spianata del Santuario Nazionale (Šaštin)

Il Pontefice conclude il suo 34.mo viaggio apostolico con una grande Messa del Santuario di Šaštín, meta di pellegrinaggi nazionali e internazionali. Nella spianata dinanzi al luogo di culto, in una giornata quasi primaverile, sono presenti 90 vescovi, oltre 500 sacerdoti e circa 60 mila fedeli che sventolano bandiere bianche e gialle al passaggio della papamobile. Francesco compie un giro di quasi mezz’ora, mentre la folla canta e grida, scatta fotografie dai propri smartphone. Quelli in prima fila allungano le mani dalle transenne nella speranza di toccare il Successore di Pietro; qualche genitore solleva il proprio bambino








OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO


Nel Tempio di Gerusalemme, le braccia di Maria si protendono verso quelle del vecchio Simeone, che può accogliere Gesù e riconoscerlo come il Messia inviato per la salvezza di Israele. In questa scena contempliamo chi è Maria: è la Madre che ci dona il Figlio Gesù. Per questo la amiamo e la veneriamo. E in questo Santuario nazionale di Šaštín, il popolo slovacco accorre, con fede e devozione, perché sa che è Lei a donarci Gesù. Nel “logo” di questo Viaggio Apostolico c’è una strada disegnata dentro un cuore sormontato dalla Croce: Maria è la strada che ci introduce nel Cuore di Cristo, che ha dato la vita per amore nostro.

Alla luce del Vangelo che abbiamo ascoltato, possiamo guardare a Maria come modello della fede. E riconosciamo tre caratteristiche della fede: il cammino, la profezia e la compassione.

Anzitutto, la fede di Maria è una fede che si mette in cammino. La fanciulla di Nazaret, appena ricevuto l’annuncio dell’Angelo, «si mise in viaggio verso la montagna» (Lc 1,39), per andare a visitare e aiutare Elisabetta, sua cugina. Non ritenne un privilegio l’essere stata chiamata a diventare Madre del Salvatore; non perse la gioia semplice della sua umiltà per aver ricevuto la visita dell’Angelo; non rimase ferma a contemplare se stessa, tra le quattro mura di casa sua. Al contrario, Ella ha vissuto quel dono ricevuto come missione da compiere; ha sentito l’esigenza di aprire la porta, uscire di casa; ha dato vita e corpo all’impazienza con cui Dio vuole raggiungere tutti gli uomini per salvarli con il suo amore. Per questo Maria si mette in cammino: alla comodità delle abitudini preferisce le incognite del viaggio, alla stabilità della casa la fatica della strada, alla sicurezza di una religiosità tranquilla il rischio di una fede che si mette in gioco, facendosi dono d’amore per l’altro.

Anche il Vangelo di oggi ci fa vedere Maria in cammino: verso Gerusalemme dove, insieme a Giuseppe suo sposo, presenta Gesù nel Tempio. E tutta la sua vita sarà un cammino dietro al suo Figlio, come prima discepola, fino al Calvario, ai piedi della Croce. Sempre Maria cammina.

Così, la Vergine è modello della fede di questo popolo slovacco: una fede che si mette in cammino, sempre animata da una devozione semplice e sincera, sempre in pellegrinaggio alla ricerca del Signore. E, camminando, voi vincete la tentazione di una fede statica, che si accontenta di qualche rito o vecchia tradizione, e invece uscite da voi stessi, portate nello zaino le gioie e i dolori, e fate della vita un pellegrinaggio d’amore verso Dio e i fratelli. Grazie per questa testimonianza! E per favore, restate in cammino, sempre. Non fermarsi! E vorrei anche aggiungere una cosa. Ho detto: “Non fermarsi”, ma quando la Chiesa si ferma, si ammala; quando i vescovi si fermano, ammalano la Chiesa; quando i preti si fermano, ammalano il popolo di Dio.

Quella di Maria è anche una fede profetica. Con la sua stessa vita, la giovane fanciulla di Nazaret è profezia dell’opera di Dio nella storia, del suo agire misericordioso che rovescia le logiche del mondo, innalzando gli umili e abbassando i superbi (cfr Lc 1,52). Lei, rappresentante di tutti i “poveri di Jahweh”, che gridano a Dio e attendono la venuta del Messia, Maria è la Figlia di Sion annunciata dai profeti di Israele (cfr Sof 3,14-18), la Vergine che concepirà il Dio con noi, l’Emmanuele (cfr Is 7,14). Come Vergine Immacolata, Maria è icona della nostra vocazione: come Lei, siamo chiamati a essere santi e immacolati nell’amore (cfr Ef 1,4), diventando immagine di Cristo.

La profezia di Israele culmina in Maria, perché Ella porta in grembo la Parola di Dio fattasi carne, Gesù. Egli realizza pienamente e definitivamente il disegno di Dio. Di Lui, Simeone dice alla Madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione» (Lc 2,34).

Non dimentichiamo questo: non si può ridurre la fede a zucchero che addolcisce la vita. Non si può. Gesù è segno di contraddizione. È venuto a portare la luce dove ci sono le tenebre, facendo uscire le tenebre allo scoperto e costringendole alla resa. Per questo le tenebre lottano sempre contro di Lui. Chi accoglie Cristo e si apre a Lui risorge; chi lo rifiuta si chiude nel buio e rovina se stesso. Ai suoi discepoli Gesù disse di non essere venuto a portare pace, ma una spada (cfr Mt 10,34): infatti la sua Parola, come spada a doppio taglio, entra nella nostra vita e separa la luce dalle tenebre, chiedendoci di scegliere. Dice: “Scegli”. Davanti a Gesù non si può restare tiepidi, con “il piede in due scarpe”. No, non si può. Accoglierlo significa accettare che Egli sveli le mie contraddizioni, i miei idoli, le suggestioni del male; e che diventi per me risurrezione, Colui che sempre mi rialza, che mi prende per mano e mi fa ricominciare. Sempre mi rialza.

E proprio di questi profeti ha bisogno oggi anche la Slovacchia. Voi, Vescovi: profeti che vadano su questa strada. Non si tratta di essere ostili al mondo, ma di essere “segni di contraddizione” nel mondo. Cristiani che sanno mostrare, con la vita, la bellezza del Vangelo. Che sono tessitori di dialogo laddove le posizioni si irrigidiscono; che fanno risplendere la vita fraterna, laddove spesso nella società ci si divide e si è ostili; che diffondono il buon profumo dell’accoglienza e della solidarietà, laddove prevalgono spesso gli egoismi personali, gli egoismi collettivi; che proteggono e custodiscono la vita dove regnano logiche di morte.

Maria, Madre del cammino, si mette in cammino; Maria, Madre della profezia; infine, Maria è la Madre della compassione. La sua fede è compassionevole. Colei che si è definita “la serva del Signore” (cfr Lc 1,38) e che, con premura materna, si è preoccupata di non far mancare il vino alle nozze di Cana (cfr Gv 2,1-12), ha condiviso con il Figlio la missione della salvezza, fino ai piedi della Croce. In quel momento, nel dolore straziante vissuto sul Calvario, Ella ha compreso la profezia di Simeone: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,35). La sofferenza del Figlio morente, che prendeva su di sé i peccati e i patimenti dell’umanità, ha trafitto anche Lei. Gesù lacerato nella carne, Uomo dei dolori sfigurato dal male (cfr Is 53,3); Maria, lacerata nell’anima, Madre compassionevole che raccoglie le nostre lacrime e nello stesso tempo ci consola, indicandoci in Cristo la vittoria definitiva.

E Maria Addolorata, sotto la croce, semplicemente rimane. Sta sotto la croce. Non scappa, non tenta di salvare se stessa, non usa artifici umani e anestetizzanti spirituali per sfuggire al dolore. Questa è la prova della compassione: restare sotto la croce. Restare col volto segnato dalle lacrime, ma con la fede di chi sa che nel suo Figlio Dio trasforma il dolore e vince la morte.

E anche noi, guardando la Vergine Madre Addolorata, ci apriamo a una fede che si fa compassione, che diventa condivisione di vita verso chi è ferito, chi soffre e chi è costretto a portare croci pesanti sulle spalle. Una fede che non rimane astratta, ma ci fa entrare nella carne e ci fa solidali con chi è nel bisogno. Questa fede, con lo stile di Dio, umilmente e senza clamori, solleva il dolore del mondo e irriga di salvezza i solchi della storia.

Cari fratelli e sorelle, il Signore vi conservi sempre lo stupore, vi conservi la gratitudine per il dono della fede! E Maria Santissima vi ottenga la grazia che la vostra fede rimanga sempre in cammino, che abbia il respiro della profezia e che sia una fede ricca di compassione.

*****************

Al termine della celebrazione, mons. Stanislav Zvolenskýarcivescovo metropolita di Bratislava, presidente della Conferenza episcopale della Slovacchia, rivolge un saluto al Papa. 
“Grazie perché i nostri fratelli e sorelle hanno potuto incontrare Pietro. ... Credo che lei abbia riacceso una fiamma di fede in moltissime persone: ha portato loro l’opportunità di pensare a Dio e al loro rapporto con Lui. Siamo molto grati di questa opportunità, per l’intera nazione slovacca. Ora sta a noi continuare a tenere viva la fiamma, affinché più persone conoscano e amino il Signore Dio e si prendano cura del prossimo”. Con una serie di “grazie”, mons. Zvolenský ha ripercorso i momenti salienti del viaggio in Slovacchia, seconda tappa del 34° viaggio del Santo Padre dopo quella di Budapest per la chiusura del Congresso eucaristico: “Grazie, Santità, per averci ricordato che bisogna prendersi cura dei poveri, che non possiamo ignorare coloro che sono rimasti indietro e hanno bisogno del nostro aiuto. Grazie per averci sostenuto nel reciproco rispetto, Latini e Bizantini che apparteniamo alla stessa Chiesa Cattolica. Grazie per aver incontrato i rappresentanti della religione ebraica e delle Chiese cristiane con le quali cerchiamo ancora di ristabilire la piena comunione. Grazie dell’incontro con i nostri giovani: lei ci ha aperto il suo cuore di padre; e ci ha ricordato l’importanza di stupirci e di sognare. Grazie per tutto questo, Santo Padre”.

Lo stesso Francesco, prima della benedizione finale e dopo aver posato una rosa d’oro ai piedi della statua della Madonna, lascia un messaggio a fedeli e pellegrini



Saluto finale al termine della Santa Messa

Cari fratelli e sorelle!

È giunto ormai il momento di congedarmi dal vostro Paese. In questa Eucaristia ho reso grazie a Dio per avermi donato di venire in mezzo a voi; e di concludere il mio pellegrinaggio nell’abbraccio devoto del vostro popolo, celebrando insieme la grande festa religiosa e nazionale della Patrona, la Vergine Addolorata.

Ringrazio di cuore voi, cari fratelli Vescovi, per tutta la preparazione e l’accoglienza. Rinnovo la mia riconoscenza alla Signora Presidente della Repubblica e alle Autorità civili. Sono grato a tutti coloro che in diversi modi hanno collaborato, soprattutto con la loro preghiera. E sono lieto di rinnovare il mio saluto ai Membri e agli Osservatori del Consiglio Ecumenico delle Chiese che ci onorano con la loro presenza.

Vi porto tutti nel cuore. Ďakujem všetkým! [Grazie a tutti!]

Guarda il video integrale

*****************

Conclusa la Celebrazione Eucaristica al Santuario Nazionale di Šaštín il Santo Padre Francesco si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Bratislava per la cerimonia di congedo dalla Slovacchia.

Al Suo arrivo il Papa è stato accolto dalla Presidente della Repubblica, Sig.ra Zuzana Čaputová, all’ingresso della VIP Lounge dove ha avuto luogo un breve incontro privato. Quindi, dopo la Guardia d’Onore e il saluto delle Delegazioni, Papa Francesco è salito a bordo di un A320 dell’Alitalia per far ritorno in Italia.

L’aereo con a bordo il Santo Padre di ritorno dal Viaggio Apostolico a Budapest e in Slovacchia, decollato dall’Aeroporto di Bratislava alle ore 13.48

*****************

Vedi anche il post (all'interno i link a quelli precedenti)

Viaggio di Papa Francesco a Budapest e in Slovacchia (12-15 settembre 2021) In un minuto la terza giornata del Papa in Slovacchia