domenica 8 agosto 2021

"Un cuore che ascolta lev shomea" - n. 40/2020-2021 anno B

 "Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Vangelo:



Come Israele nel deserto mormorò contro Dio e contro Mosè (cfr. Es 17,1-7), ora i giudei (i capi religiosi) mormorano contro Gesù, «il Pane della Vita». Sono scandalizzati per il fatto che Gesù, uomo come loro, afferma di essere di natura divina (disceso dal Cielo). Per gli uomini di tutti i tempi è «scandalo e follia» (1Cor 1, 23) che Dio si possa rivelare nella fragile umanità di Gesù . Eppure, «se Dio si vuole comunicare alle sue creature, non può che farsi carne e sangue, come noi.» (cit.). Nel nostro brano la carne, simbolo della fragilità umana, sostituisce il pane come metafora di Gesù e della Parola. Mangiare la carne di Gesù significa assumere la sua divinità nella debolezza umana, una umanità che si consegna inerme nelle mani degli uomini perché questo fa parte del disegno d'amore del Padre. La rivelazione di un Dio siffatto scatena il rifiuto e la mormorazione dei capi religiosi e di quanti attendono la manifestazione di un Dio che si palesi al mondo con la forza e la violenza annientando i suoi nemici. Mangiare e assimilare la carne di Gesù significa perciò ripudiare la via della violenza giocando la propria vita sull'amore per tutti, nemici compresi. Nella misura in cui ci amiamo vicendevolmente come Gesù ci ama, veniamo assimilati a Lui che ci fa fratelli suoi e ci introduce nella vita trinitaria, perché «Dio sia tutto in tutti» (1Cor 15,28)