sabato 7 agosto 2021

La forza dell'Italia unita e colorata che vince

La forza dell'Italia unita e colorata che vince

ITALIA 4X100, ECCO CHI SONO
 "I FANTASTICI 4" PIÙ VELOCI DEL MONDO

Andiamo a conoscere le storie dei 4 ragazzi che il 6 agosto 2021 hanno riscritto la storia dell'atletica azzurra vincendo in rimonta una stupefacente staffetta 4x100


Il ragazzo che ha accovacciato sui blocchi di partenza la staffetta 4x100 a Tokyo 2020 si chiama Lorenzo Patta, è nato a Oristano 21 anni fa e soltanto nel 2016 ai campionati studenteschi ha scoperto le corse in pista. Fino ad allora correva sui campi di calcio del La Palma Monte Urpinu, giocando nel ruolo di attaccante esterno. Per un paio di anni ha fatto convivere le due passioni cominciando a capire di essere nato più per correre veloce che per segnare gol. Soltanto nel 2018 ha fatto dell’atletica il suo sport esclusivo, sotto la guida del tecnico Francesco Garau, e trovato un tesseramento per le Fiamme gialle. Nel 2019 ha corso l’ultima frazione della 4X100 vicecampione europea under20. A Tokyo ha corso la prima frazione, perché Jacobs, campione olimpico dei 100 e mago del rettilineo, rende meglio in progressione che in partenza e poi perché la staffetta parte in curva. È toccata dunque a lui, il più esile dei quattro, 1,73 per 60 chili, la responsabilità di passare il testimone all’uomo più veloce del mondo 2021: Marcell Jacobs, 26 anni, campione olimpico dei 100 a Tokyo e proprio per questo destinato a correre il secondo rettilineo.

IL TESTIMONE DA PATTA A JACOBS

Nato a El Paso in Texas, Marcell Jacobs è stato cresciuto dalla mamma, che gestisce un albergo sul lago di Garda, in Italia da quando aveva pochi mesi e ha soltanto da poco ristabilito un poco il rapporto con il padre marine statunitense, tanto che Marcell non ha imparato bene l’inglese quanto ci si attenderebbe dalle sue origini americane, cosa per la quale lo prendono tutti in giro. Abita a Novi Ligure con Nicole, la compagna che sposerà nei prossimi mesi. A 26 anni è già papà di tre bambini. Campione europeo indoor nel 2021, Jacobs è arrivato a Tokyo in piena progressione e dopo il fantastico oro nei 100 metri ha corso da campione olimpico la seconda frazione della staffetta. A differenza dei suoi compagni di 4X100 Jacobs è tesserato per le Fiamme Oro ed è allenato dall’ex lunghista Paolo Camossi. La carriera di Jacobs nell’atletica è infatti cominciata in realtà con il salto in lungo, solo nel 2018, dopo un infortunio ha deciso di concentrarsi soltanto sulla velocità.

ESEOSA COME DRAGONBALL

Eseosa Fostine “Fausto” Desalu, 1.80 per 72 kg, allenato da Sebastiano Bacchieri, tesserato per le Fiamme Gialle, è il terzo frazionista, quello che ha corso la seconda curva, non a caso un duecentista, il secondo italiano della storia più veloce dopo Pietro Mennea (il record italiano è ancora il 19”72 del barlettano che fu primato del mondo nel 1979). Nato in Italia, a Casalmaggiore (Cremona) nel 1994 da genitori nigeriani, è diventato cittadino italiano nel 2012: il padre s’è visto poche volte nella vita, Eseosa in Nigeria non è mai stato ed è stato cresciuto dalla mamma che lavora come badante a Breda Cisoni nel Mantovano. Ha giocato a calcio come tutti i ragazzini, ma non era il suo mestiere. Ha scoperto l’atletica davanti alla Tv ai Mondiali di Osaka stregato da Andrew Howe. Ha un diploma di ragioneria e una passionaccia per la batteria, che a scuola da piccolo gli è costata più di un rimprovero perché suonava il banco con le matite. Gli piacciono gli "anime" giapponesi e tra i suoi cartoni preferiti c’è Dragonball. Anni fa dopo il titolo italiano vinto nei 200, la specialità che lo rende erede di Mennea e Berruti, diceva che in pista non aveva ancora raggiunto lo spirito e i poteri dei Supersayan, il popolo guerriero di Dragoball: ha rimediato il 6 agosto 2021 correndo la terza frazione della 4x100 a Tokyo passando a Tortu un testimone destinato a diventare d’oro.

TORTU, RIMONTA E LACRIME

Come il re Mida l’ha trasformato in oro Filippo Tortu, ultimo frazionista capace di una rimonta che ha acciuffato l’inglese arrivandogli davanti con un tuffo sul traguardo per un centesimo di secondo. Quanto è bastato per portare l'Italia per la prima volta nella sua storia imprevedibilmente sul gradino più alto del podio olimpico. Allenato da papà Savino, Tortu – che nel poco tempo che l’atletica gli lascia studia impresa e management alla Luiss di Roma - è stato il primo italiano nel 2018 a correre i 100 metri sotto i dieci secondi, togliendo il primato nazionale a Pietro Mennea con il cronometro fermato a 9”99. Filippo Tortu, 1,87 per 77 kg, tesserato per le Fiamme Gialle, è nato a Milano e cresciuto a Costa Lambro, una frazione di Carate Brianza, ma il cognome svela l’origine sarda (Tempio Pausania) di papà Savino, anche lui velocista da giovane e già figlio d’arte: Giacomo, nonno di Filippo, nel Dopoguerra correva i 100 in 10”9. Filippo nel 2019 è stato il primo azzurro in finale mondiale dopo 32 anni. Ma gli anni seguiti al 9”99 e all’attenzione che ha suscitato non sono stati sempre facili, hanno dovuto fare i conti con la pressione di chi si attendeva che quel tempo si sarebbe velocemente abbassato ancora. Invece c’erano le attese da metabolizzare e la mancata qualificazione nella finale olimpica dei 100 metri, poi vinta da Marcell Jacobs, a Tokyo è stata certo un rimpianto. La rimonta determinatissima dell’ultima frazione ha detto di tutta la voglia che gli era rimasta intrappolata dentro, pronta a esplodere come uno spumante italiano troppo agitato, e le lacrime seguite allo sguardo al tabellone della tempesta emotiva che gli è si è scatenata poi, quando il tappo è saltato.
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Elisa Chiari 07/08/2021)

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Tokyo 2020. Più diversi, più uniti, più vincenti. 
La nuova forza degli italiani

Al di là del numero record delle medaglie a queste olimpiadi, sono tanti gli azzurri che hanno superato i loro primati, personali e di squadra. Dallo sport l’esempio e la strada per il Paese



Trentotto medaglie. Più di Los Angeles, più di Roma. Era un altro mondo quello del 1932, ma era un’altra Italia anche quella del 1960. Piuttosto è questa del 2021 la nazione che nella sua diversità è molto simile a quella che dovrebbe essere, ai Giochi ma anche fuori. Perché ora è più veloce e più azzurra questa Italia che vince, mischiata e scattante, capace di far accadere cose che non puoi nemmeno immaginare. ...

Resta il fatto che al di là delle medaglie, sono tanti gli azzurri che hanno superato i loro primati, personali e di squadra. E questo annulla i confronti con il resto del mondo che corre e salta e restituisce allo sport italiano meriti oltre qualunque considerazione. Solo una vale comunque: che intercultura e meticciato pagano, aggiungono e non toligono, regalano traguardi mai visti prima. Mischiati siamo più forti, l’Italia si "stringe a coorte" allargandosi, lo sport è l’esempio e la strada.

Così, come chi le ha vissute 61 anni fa sa esattamente cosa stava facendo il pomeriggio in cui Livio Berruti vinse i 200 metri col record del mondo, è certo che molti ricorderanno a lungo cosa facevano la mattina in cui Tamberi e Jacobs si sono abbracciati allo stadio olimpico di Tokyo. O il giorno in cui due ragazzi dalla pelle bianca e due dalla pelle scura vincevano la staffetta più veloce: 4 italiani, niente di più, niente di meno. ...