venerdì 20 agosto 2021

Kabul: quanto può essere grande l'amore e il dolore di un genitore che rinuncia al proprio figlio nella speranza di dargli un futuro?

Kabul: quanto può essere grande l'amore e il dolore di un genitore che rinuncia al proprio figlio nella speranza di dargli un futuro?



Le immagini drammatiche dall’Afghanistan


«È stato orribile, le donne hanno lanciato i loro bambini oltre il filo spinato» all’aeroporto «chiedendo ai soldati di prenderli». È il drammatico racconto a Skynews di un alto ufficiale afgano, che ha aggiunto che alcuni bimbi «sono rimasti impigliati nel filo spinato». Nelle immagini che girano su Twitter le immagini dei bambini afghani passati di mano all’aeroporto di Kabul.
Nessun bambino non accompagnato sarà portato fuori dall’Afghanistan: lo ha messo in chiaro, citato da Sky News, il segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace, dopo che la stessa emittente ha riportato la notizia di madri afghane disperate che non riuscendo a entrare nell’aeroporto di Kabul lanciavano i loro bambini oltre il filo spinato nella speranza di metterli in salvo affidandoli ai militari britannici. Il ministro ha spiegato all’emittente che il governo semplicemente «non può prendersi in carico un minore solo», aggiungendo che i bambini saranno assistiti insieme alle loro famiglie.
(fonte: CorriereTv)

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Il dolore del distacco 
in cambio di un possibile futuro lontano dalla violenza

Spesso mi viene detto “tu non hai figli, non puoi capire!”. Ho sempre trovato questa frase presuntuosa e fuori luogo, eppure oggi sono felice di non poter capire.

Perché separarsi dal proprio figlio, correndo il reale rischio di non rivederlo mai più, non credo possa essere paragonato a nessun altro dolore.


LE MAMME AFGANE E IL FUTURO OLTRE IL FILO SPINATO

Da quando i militari americani hanno lasciato Kabul, da quando i Talebani sono rientrati in città, ogni desiderio di libertà si è dissolto portando via con sé quella parvenza di diritti che in questo ventennio l’occidente si è vantato di aver esportato.

Va da sé che il futuro non esiste, soprattutto per le donne afgane. E se il futuro non esiste, l’impotenza prende il sopravvento fino a trasformarsi in ultimi atti di coraggio e disperazione.

Ed ecco che le mamme afgane hanno baciato i loro bimbi, forse per l’ultima volta, prima di consegnarli oltre il muro di filo spinato, consegnandoli tra le braccia dei soldati americani, consegnandoli ad una possibilità. Ad un forse. Ad un domani che l’Afghanistan, al momento, non ha.
(fonte: CorriereCe, articolo di Roberta Magliocca 20/08/2021)

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Quei piccoli afghani, i valori e le scelte. 
Per guardare ancora i figli
di Marina Corradi

La bambina vestita di rosa sta in cima a una scala a pioli appoggiata sul muro. Di qui è Afghanistan, di là ci sono i soldati dell’Esercito britannico, all’aeroporto di Kabul. Dietro alla bambina una folla accalcata, in un tremendo vociare di grida, di nomi urlati, di invocazioni. Di qui è Afghanistan, e per molti, coinvolti con gli occidentali, la certezza che i talebani li verranno a cercare. Di là, appena oltre il muro sottile, la salvezza. La bambina in rosa chissà come è riuscita ad arrivare a pochi centimetri dal confine fra i due mondi, spinta da una madre o un padre ostinati nella disperazione: che la figlia, almeno, si salvi. Tende la mano a un soldato, proprio di fronte a lei. Quello la guarda, esita.

L’obiettivo del video adesso muove verso un’altra angolazione. C’è un’altra bambina esile esile, con una gonna bianca larga, sembra una farfalla. Lei il muro lo passa subito, afferrata dalle grosse mani di un soldato. C’è un bebè con una tutina verde chiaro che pare galleggiare sulla folla, tenuto in alto sopra le teste, come su un fiume: come un piccolo Mosè che la madre tenta di strappare alla ferocia del nemico. Sono immagini di poche ore fa e insieme antiche di millenni, quelle dell’aeroporto di Kabul, di padri e madri che a ogni costo cercano la vita per un figlio, per una figlia.


​Accadeva negli assedi di secoli bui, di cui non abbiamo più memoria. Accade oggi al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, è accaduto sulla rotta balcanica delle migrazioni, accadde in anni recenti lungo il Muro di Berlino e altrove. Bambini afferrati e spinti oltre, o addirittura, come ha testimoniato un ufficiale britannico a Sky News, lanciati oltre la cortina di filo spinato e rimasti per qualche minuto impigliati, come passeri nelle reti dell’uccellagione. Quando delle mani, di là, li prendono, dalle madri un urlo di sollievo: è in salvo – credono. Ma, appena dopo, quale buco si deve aprire nel loro petto, nel percepire le proprie braccia vuote. Come se oltre al muro avessero lanciato il cuore.

...

Comunque, l’Europa non mostra in queste ore il più nobile dei volti. Paura del terrorismo, crisi da pandemia, nazionalismi e calcoli elettorali: a chi interessano davvero i profughi afghani, le donne minacciate, e i bambini?

Certo, ci fa male assistere a quel tracimare di disperazione, alla folla che preme, le mani tese a protendere carte: inutili documenti, o implorazioni? Poi, distratti, o rassegnati all’impotenza, clicchiamo su altro. Nell’ultimo frame di quel video la bambina vestita di rosa viene sollevata da un soldato inglese: è passata. Scompare oltre il muro. Che ne sarà? Sua madre, non la vediamo. Avrà gridato di gioia, vedendola andare. E appena dopo, quale vertigine le si è aperta nel cuore? (Pare impossibile, che il piccolo cuore umano possa contenere abissi tanto grandi). È in questo che noi della Fortezza Europa dovremmo saperci immedesimare, almeno – per potere ancora guardare i nostri figli, questa sera.