mercoledì 28 luglio 2021

"Disarmo integrale" di mons. Giovanni Ricchiuti

"Disarmo integrale". 
Il richiamo del presidente di Pax Christi su "Vita pastorale"


«Il problema delle armi nucleari è di vitale importanza. Non è solo un problema etico, ma anche una questione da affrontare dal punto di vista legale. Il Trattato, approvato il 7 luglio 2017, sottoscritto da oltre 50 Paesi ed entrato il vigore il 22 gennaio 2021, rende non solo immorale, ma illegale il possesso, prima ancora che l’uso di armi atomiche». Da questa constatazione parte mons. Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, nell’articolo pubblicato sul numero di agosto-settembre di Vita Pastorale (Gruppo Editoriale San Paolo), diretto da don Antonio Sciortino.


Di seguito l’articolo.

Disarmo integrale
di Giovanni Ricchiuti

«Non solo l’uso, ma anche il possesso delle armi nucleari è immorale». Questo ci ha detto Francesco nell’incontro con il Consiglio nazionale di Pax Christi, il 12 gennaio 2019. È un cammino lungo quello per la messa al bando delle armi nucleari. Già nel novembre 2017, Francesco aveva convocato in Vaticano un convegno sul tema Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale, organizzato dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Era il primo incontro sul disarmo atomico dopo l’approvazione del Trattato sul bando delle armi nucleari, firmato a New York il 7 luglio 2017. In quell’anno, anche il Nobel per la pace fu assegnato a Ican (International campaign to abolish nuclear weapons), la Campagna per l’abolizione delle armi nucleari.

Il problema delle armi nucleari è di vitale importanza. Non è solo un problema etico, ma anche una questione da affrontare dal punto di vista legale. Il Trattato, approvato il 7 luglio 2017, sottoscritto da oltre 50 Paesi ed entrato il vigore il 22 gennaio 2021, rende non solo immorale, ma illegale il possesso, prima ancora che l’uso di armi atomiche. Significativo, a tale proposito, è il titolo di Avvenire del 22 gennaio scorso: “Bomba fuorilegge”. Nel mondo, oggi, ci sono oltre 13 mila bombe nucleari. Alcune sono presenti anche sul suolo italiano – basi di Aviano (Pn) e Ghedi (Bs) –, anche se la proprietà e ogni decisione relativa è degli Usa. Quante sono non ci è dato saperlo. Si pensa a qualche decina. Ma è previsto l’arrivo di altre bombe più micidiali, le B61-12 che, per essere “trasportate”, avranno bisogno dei nuovi aerei F-35, i micidiali caccia assemblati a Cameri (No), il progetto di aereo più costoso della storia dell’umanità. Con investimenti di miliardi, poiché un solo aereo costa circa 150 milioni di euro. Da anni Pax Christi si batte per la messa al bando.

Già nel marzo 2017, in qualità di presidente di Pax Christi, sottoscrivevo un appello insieme al cardinale Montenegro, allora presidente di Caritas italiana: «Il rischio nucleare che l’umanità intera oggi corre è altissimo. Le armi nucleari provocano danni irreversibili, hanno conseguenze umanitarie catastrofiche per l’ambiente e per tutta l’umanità e il loro uso, in qualsiasi circostanza, è ingiustificabile. Una via senza ritorno. Già il concilio Vaticano II si è espresso in modo chiaro, nella Gaudium et spes (n. 80): “Ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione”. Pax Christi international scrive a tal proposito: “Facciamo appello a tutti i governi perché si assumano le proprie responsabilità e partecipino ai negoziati per il trattato sulla messa al bando delle armi nucleari nel marzo e nel giugno/luglio 2017”. Per questo, chiediamo che anche l’Italia partecipi in modo attivo e costruttivo agli appuntamenti all’Assemblea generale Onu. Invitiamo tutti i gruppi, le associazioni, le singole persone, i movimenti, le parrocchie, le istituzioni... a prendere coscienza della grave situazione che il mondo vive oggi e a far pressione perché il nostro Governo si impegni direttamente e attivamente a favore del disarmo nucleare».

In Italia è attiva la campagna Italia, ripensaci, promossa da Rete italiana pace e disarmo (di cui anche Pax Christi fa parte), e da Senzatomica. Tantissime le realtà che, nel solco di questa Campagna, tentano di “smuovere” il Governo italiano, perché ci... ripensi! Il 7 luglio 2017, mentre si approvava il Trattato contro le armi nucleari, la sedia dell’Italia all’Onu era vuota. L’Italia non ha partecipato al voto. A sostegno di Italia, ripensaci e di Ican sì è mobilitata la società civile, le associazioni di vario genere e numerosi enti locali.

Oltre al lavoro di base dei gruppi di Pax Christi alla fine di maggio, poco prima dell’Assemblea generale della Cei, è stato diffuso un appello firmato da oltre 40 associazioni di ispirazione cattolica. Il documento, promosso da Acli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Azione cattolica, Movimento dei focolari e Pax Christi, è sicuramente una tappa importante nell’impegno comune di una presa di coscienza della gravità della situazione e dell’invito al nostro Governo, perché si muova nella direzione dell’adesione al Trattato. Lo vogliamo sperare con tutte le nostre forze. Non demorderemo. Ascoltino o non ascoltino, noi continueremo a chiederlo. Sono intervenuto personalmente su questo tema anche nell’incontro con papa Francesco durante i lavori dell’Assemblea generale della Cei, il 24 maggio scorso. L’ho ringraziato per i suoi coraggiosi interventi sui temi della pace e del disarmo, nucleare soprattutto. Gli ho parlato dell’appello delle associazioni e dei movimenti, e ho detto che ci sono state dichiarazioni di Conferenze episcopali regionali e di tanti altri singoli vescovi.

I vescovi della Campania hanno scritto: «Chiediamo con forza al Governo e al Parlamento che l’Italia ratifichi subito il Trattato di proibizione delle armi nucleari, receda dall’acquisto di nuove armi e impieghi diversamente le energie che ora investe nella loro fabbricazione. Alla fine dei giorni il Signore sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra».

*Foto di dominio pubblico tratta da openclipart.org, immagine originale e licenza
(fonte: Adista 27/07/2021)