sabato 12 giugno 2021

ALL'OMBRA DEL TUO SEME - Il granello non sal­verà il mondo, proprio come noi. Un altro è il no­stro compito: gli uccelli ver­ranno come in un sogno e vi faranno il nido. - XI Domenica T. O. / B - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Ronchi

ALL'OMBRA DEL TUO SEME
 

Il granello non sal­verà il mondo, proprio come noi. 
Un altro è il no­stro compito: 
gli uccelli ver­ranno come in un sogno e vi faranno il nido.
 

I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce [...]» Mc 4, 26-34


per i social

ALL'OMBRA DEL TUO SEME

Il granello non sal­verà il mondo, proprio come noi. Un altro è il no­stro compito: gli uccelli ver­ranno come in un sogno e vi faranno il nido.

Com'è pacificante il nostro Dio!

La parabola del granello di senape racconta la sua costante preferenza per i mezzi poveri; sottolinea un miracolo di cui non ci stu­piamo più: che tu dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce.

Dice che il Regno cresce per la misteriosa forza del buono; che le cose di Dio fiori­scono per la straordi­naria energia segreta che hanno le azioni buone, vere e belle. E nessuno può sapere di quanta esposizione al so­le della vita, abbia bi­sogno il buon grano di Dio per maturare: nelle persone, nei figli, in colo­ro che mi appaiono distratti, che a volte giudico vuoti o senza germogli.

La seconda parabola mostra la sproporzione tra il granel­lo di senape, il più piccolo tra tutti i semi, e il grande albe­ro che ne nascerà.

Senza vo­li retorici: il granello non sal­verà il mondo, proprio come noi.

Un altro è il no­stro compito: gli uccelli ver­ranno come in un sogno e vi faranno il nido. Ma prima, l’albero è solo un piccolo seme accolto nel cavo della mano, che diresti un grumo di materia inerte. Invece, quel granel­lo è un piccolo vulcano di vi­ta, pronto a esplodere nonostante le nostre resistenze e distrazioni. E al­la tua ombra le persone troveranno riposo e conforto; nel mondo e nel cuore il seme di Dio germoglia e si arrampicherà verso la luce.

Un seme deposto dal vento nelle fenditure di una muraglia è capace di viverci e aprirsi una strada nel duro dell'asfalto. Gesù sa di aver immesso nel mondo un germe di bontà divina che, con il suo assedio dolce e implacabile, spezzerà la crosta arida di tutte le epoche, per donarsi quando sarà pronto.

Consegnarsi, verbo stesso con cui Gesù si consegna alla sua passione, e anche l’uomo, per star bene, deve dare un po’ di sé. È la legge della vita, a ricordare all'uomo che è maturo solo quando è pronto a donarsi, a diventare anche lui pezzo di pane buono per la fame di qualcuno.

Nelle parabole, il Regno di Dio è presentato come un contrasto, energia che viene come lotta vitale, come dinamica che si insedia al centro; un salire, un evolvere verso sempre più vita. Quando Dio entra in gioco, tutto entra in una dinamica di crescita, anche se parte da semi microscopici.

Accade nel Regno ciò che accade nell‘intimo di ogni essere. Una sconosciuta e divina potenza che è all'opera, instancabile, che non dipende da noi e che non si deve forzare, ma attendere con la fiducia in Gesù, che ha una bellissima visione del mondo: tutto è in cammino, tutto un fiume di vita che scorre, in movimento perenne.

E’ il paradigma della pienezza, a reggere la nostra fede.

Mietiture fiduciose, abbondanti. Gioia del raccolto. Sogni di pane e di pace. Positività.

Tutta la nostra fiducia è in questo: occhi profondi per vedere Dio all'opera, in seno alla storia e in me, in alto silenzio e con piccole cose.

per Avvenire

Due piccole parabole (il grano che spunta da solo, il seme di senape): storie di terra che Gesù fa diventare storie di Dio. (...)

Leggi su Avvenire