sabato 15 maggio 2021

LITURGIA DOMESTICA - ASCENSIONE DEL SIGNORE - B - Gesù, innalzato alla destra del Padre come Signore del mondo e della storia, dona anche a noi di partecipare alla sua vita divina

LITURGIA DOMESTICA

ASCENSIONE DEL SIGNORE (B)

Gesù, innalzato alla destra del Padre
come Signore del mondo e della storia,
dona anche a noi di partecipare
alla sua vita divina


Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo




    Con la celebrazione della solennità dell’Ascensione del Signore ci avviciniamo al termine del tempo pasquale che ha il suo compimento nella solennità della Pentecoste.

    Fare memoria per rivivere nel nostro oggi l’evento pasquale dell’Ascensione del Signore, significa contemplare e considerare il Mistero Pasquale da una prospettiva particolare: Gesù è il Risorto che il Padre, ponendolo accanto a sé alla sua destra, lo ha costituito Signore del mondo e della storia; egli, scartato dagli uomini, è stato posto da Dio Padre a fondamento della nostra esistenza umana e cristiana, a fondamento della Chiesa popolo di Dio, di ogni comunità ecclesiale, di ogni famiglia cristiana, chiesa domestica, sposa del suo Signore.

     Perciò ogni famiglia si rivolge a Lui nella preghiera domestica, approntando in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”.

    In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio.
 

Per l’Ascensione del Signore nell’“angolo della preghiera”, si continua a mantenere la Bibbia, il libro che contiene la Parola di Dio, il cero che ci richiama il cero pasquale, simbolo di Cristo Luce del mondo, che illumina il cammino della nostra vita, e un fiore bianco.



    In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro.

   Si può pregare seguendo varie modalità:

- Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico).

- Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri.

- Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese.

    Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere.
    
     Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera:

    «Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia».

     Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero.

    In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.



Ascensione del Signore - B


Gesù, innalzato alla destra del Padre

come Signore del mondo e della storia,

dona anche a noi di partecipare

alla sua vita divina



I. Apertura della Liturgia Domestica
Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen.

(Accensione del cero)


È asceso il buon Pastore
alla destra del Padre,
veglia il piccolo gregge
con Maria nel cenacolo.

Dagli splendori eterni
scende il crisma profetico
che consacra gli apostoli
araldi del Vangelo.

Vieni, o divino Spirito,
con i tuoi santi doni
e rendi i nostri cuori
tempio della tua gloria.

O luce di sapienza,
rivelaci il mistero
del Dio trino ed unico,
fonte d'eterno amore. Amen.
                    (dalla Liturgia)


II. Ascolto orante del vangelo di Marco (16,15-20)
Apriamo il vangelo di Marco al cap. 16. Facciamo una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi.

Tutti: Vieni, Santo Spirito,
           manda a noi dal cielo
           un raggio della tua luce.
           Lava ciò che è sordido,
           bagna ciò che è arido,
           sana ciò che sanguina.
           Piega ciò che è rigido,
           scalda ciò che è gelido,
           drizza ciò che è sviato.

Leggiamo attentamente e con calma la pagina di Marco, cap. 16, dal verso 15 fino al verso 20.
[Riportiamo di seguito il testo del vangelo, ma sarebbe meglio leggerlo direttamente dalla Bibbia – che ognuno dovrebbe avere in casa – per un contatto diretto con essa]

 

15[In quel tempo, Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

 


1. L’itinerario mistagogico del tempo pasquale, cioè di approfondimento del nostro coinvolgimento esistenziale nella Pasqua del Signore, si conclude con la celebrazione di due eventi: l’Ascensione del Signore e la Pentecoste. Sono due eventi che scaturiscono dalla Pasqua del Signore e ce la fanno comprendere da altre angolazioni.

2. Oggi è la domenica dell’Ascensione: celebriamo e annunciamo Gesù Risorto intronizzato «alla destra del Padre», ovvero costituito da Dio Signore del creato e di tutta la storia.

       Le pagine bibliche proposte dalla liturgia eucaristica (accanto al vangelo di Marco 16,15-20, in particolare il v. 19, vi sono: Atti degli Apostoli 1,1-11, in particolare il v. 9; salmo responsoriale: Salmo 47; seconda lettura: Efesini 4,1-13, in particolare i vv. 7-10), ci tengono a sottolineare che colui che si è fatto uomo, che ha vissuto come noi, e che è stato emarginato, scartato e condannato ingiustamente dagli uomini, non solo Dio l’ha risuscitato, ma, risuscitandolo, lo ha costituito Signore di tutto il creato e della storia. Lo scartato ingiustamente Dio l’ha elevato come Signore. Non si tratta di una signoria mondana, come i re e i signori della terra, bensì di una signoria spirituale, ovvero, non astratta, ma che si pone al servizio dei credenti, accompagnandoli sempre nel loro cammino nel mondo e nella storia con la sua presenza e il suo agire (cf. Marco 16,20).

3. Se Gesù Risorto è il Signore, ai credenti è chiesto di credere in Lui, cioè di affidarsi a Lui, così come Lui si affida a noi, consegnandoci il mandato di predicare il vangelo con le parole (cf. Marco 16,15.20) e con la testimonianza della vita (cf. Atti 1,8). Sì, è abbastanza paradossale il fatto che prima il Risorto rimprovera la comunità per la sua incredulità e durezza di cuore (cf. Marco 16,14), per la sua riluttanza ad affidarsi a Lui e ad ascoltare Lui; e poi a questa stessa comunità affida il mandato della predicazione (cf. Marco 16,15).

    È un paradosso che esprime quella forte consapevolezza che dovrebbe avere la Chiesa e ogni comunità cristiana, sempre, in ogni tempo e luogo, vale a dire: il primo protagonista della missione e dell’evangelizzazione non siamo noi, ma è Lui, il Signore. Noi siamo i suoi collaboratori, perché se Lui non agisce insieme con noi, facciamo diventare le nostre comunità e le nostre case come tante piccole monarchie, e la missione si mondanizza e fallisce. Se, invece, lasciamo che sia Lui ad agire insieme a noi, allora la missione e l’evangelizzazione diventano evento di liberazione e di salvezza per tutti coloro che imparano ad affidarsi al Signore e a radicare la loro esistenza soltanto nel vangelo.

     Infatti, la pagina evangelica parla di segni che seguono, che accompagnano i credenti. Sono segni profetici di liberazione e di salvezza che manifestano cosa accade quando un uomo si affida al Signore e fonda la sua esistenza nell’evangelo:

– «nel mio nome scacceranno demòni»: è il coraggio di voler scacciare tutte le forme di potere e di dominio che schiavizzano la persona;

– «parleranno lingue nuove»: è il linguaggio nuovo dell’amore, della fraternità, della solidarietà, dell’attenzione al povero, all’emarginato, allo scartato;

– «prenderanno in mano serpenti»: è la capacità di dominare tutte le situazioni tortuose e ambigue, tutte le menzogne e le astuzie ingannevoli;

– «se berranno qualche veleno, non recherà loro danno»: l’evangelo ascoltato e vissuto è l’antidoto contro ogni alienazione, stordimento e annientamento della coscienza;

– «imporranno le mani ai malati e questi guariranno»: è la presenza creatrice e creativa dello Spirito del Risorto che risana le ferite della vita.

        Nell’insieme, questi sono gli stessi segni compiuti da Gesù nella sua esistenza terrena, così come ce li narrano i vangeli. È questa l’ulteriore conferma che il primo protagonista della missione è Lui, ieri, oggi e sempre.

      Questo ci deresponsabilizza? No, ci responsabilizza ancora di più, perché dovremo ogni giorno imparare a “temere il Signore” (cf. Marco 16,8), ovvero a non dire parole vuote e senza senso, a non banalizzare la Parola di Dio, a non strumentalizzarla per imporre le nostre idee o per fare i nostri interessi, a non separare il vangelo dalla vita concreta delle persone e delle comunità, a non sentirci dei piccoli “padreterni” o dei piccoli “cristi-in-terra” per dominare e schiavizzare le coscienze.

       Che il Signore Risorto cammini sempre al nostro fianco, affinché sia Lui ad agire insieme con noi. A condizione che ci affidiamo a Lui e gli facciamo spazio.




Breve pausa di silenzio



III. Contempliamo l’icona dell’Ascensione del Signore




      L’iconografo ha letto, meditato e pregato le pagine bibliche di Luca 24,50-55; Atti 1,9-11; Efesini 4,9-10; Atti 2,33-34 e Filippesi 3,20-21 alla luce della tradizione patristica e liturgica della Chiesa. Per cui pone sull’asse centrale, in alto della composizione, all’interno del diagramma a cerchio (simbolo della presenza di Dio), il Signore Gesù, vestito di porpora che sale al cielo, sorretto da due angeli, benedicendo con la mano destra (cf. Luca 24,50-51), mentre con la sinistra tiene il rotolo delle S. Scritture.

      Ma colui che sale e ritorna al Padre è anche colui che attendiamo, ovvero che discende e viene nel nostro oggi come Crocifisso Risorto, com’è scritto in Atti 1,11: «… verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

     Notiamo che tutta la scena in alto – i due angeli e Cristo – è racchiusa in un triangolo equilatero, che indica la presenza di Dio Trinità.

    Ebbene, tutta la scena in alto ci dice che Colui che ha fatto della sua vita un dono per gli altri, è dichiarato da Dio il Signore della storia. Egli è anche il Sommo Sacerdote che benedice i discepoli e l’umanità, gesto che è anche epiclesi, cioè invocazione indirizzata al Padre affinché, attraverso il Figlio, mandi lo Spirito Santo che ha promesso (cf. Luca 24,49). Così canta la Liturgia bizantina: «Ora che sei asceso ai cieli, dai quali eri disceso, non lasciarci orfani, Signore: venga il tuo Spirito a portare pace al mondo; mostra ai figli degli uomini le opere della tua potenza, o Signore amico degli uomini».

   Nella seconda scena dell’icona abbiamo al centro la Theotókos, la Madre di Dio. Ai lati di Lei gli Apostoli, divisi in due gruppi uguali, dove alcuni guardano il cielo. Alle spalle della Madre di Dio vi sono due Angeli vestiti di bianco, i quali annunciano agli Apostoli che il Cristo ascendente ritornerà nella sua gloria (cf. Atti 1,10-11).

     La Madre di Dio è collocata sull’asse di Cristo: come a dire, che Cristo è il capo della Chiesa, e la Madre di Dio è l’immagine della Chiesa; per questo ella è in mezzo agli Apostoli, come è narrato in Atti 1,14: « Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui». E così canta la Liturgia cattolica ai primi vespri della solennità dell’Ascensione del Signore: «È asceso il buon Pastore alla destra del Padre, veglia il piccolo gregge con Maria nel cenacolo».

     Notiamo adesso le figure geometriche di questa scena: esse ci aiutano a contemplare il mistero di questa icona. Evidenziamo il triangolo. Esso è formato dalle estremità delle braccia alzate degli angeli (la base) e dai piedi della Madre di Dio (il vertice), un triangolo capovolto che riflette il triangolo della scena in alto, come a dire: la Chiesa è immagine della Trinità.

    Evidenziamo il cerchio. Esso circonda dall’esterno le figure degli Apostoli, riflettendo così il diagramma a cerchio che circonda Cristo, come a dire: la Chiesa è chiamata a riflettere la comunione trinitaria.

      Infine, evidenziamo la linea verticale che unisce il Signore benedicente alla Madre di Dio: essa s’interseca con la linea dell’orizzonte (rintracciabile al di sopra del capo degli Apostoli e degli Angeli), formando così una croce perfetta, come a dire: la Chiesa porta, “scolpita in sé”, la Croce del Suo Signore e Sommo Sacerdote.

       Così canta la Liturgia bizantina:

«Apparvero i giovani agli apostoli, dopo l’ascensione, e dissero: Perché state a fissare il cielo stupiti? Colui che è salito, di nuovo verrà per giudicare gli uomini della terra, lui, il solo Giudice.

Diamo gloria alla magnificenza di Dio, acclamiamo con una sinfonia di lode, cantiamo, danziamo in coro e battiamo le mani: È asceso il nostro Dio dalla terra ai cieli, mentre angeli e arcangeli inneggiano a lui, Sovrano e Creatore dell’universo.

È stata innalzata al di sopra degli angeli, la nostra natura un tempo caduta, ed è stata collocata, oltre ogni comprensione, sul trono divino. Venite, facciamo festa solenne e acclamiamo: Celebrate il Signore, opere, e sovraesaltatelo per tutti i secoli.

Ecco, o Madre di Dio: il Figlio tuo che con la sua croce ha spogliato la morte, è risorto il terzo giorno, e dopo essersi manifestato ai suoi discepoli è asceso ai cieli: venerandoti insieme con lui, ti celebriamo e ti damo gloria per tutti i secoli».


Silenzio di adorazione per alcuni minuti



Solista: Come popolo di Dio, chiamato ad essere testimone della forza creativa della Risurrezione del Signore, diciamo insieme:

Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, 
    sia santificato il tuo nome.
    venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà
    come in cielo, così in terra.
    Dacci oggi il nostro pane quotidiano
    e rimetti a noi i nostri debiti,
   come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
    e non abbandonarci alla tentazione,
    ma liberaci dal male. Amen.


- Concludere con la Preghiera:
Tutti: O Signore Crocifisso e Risorto, asceso al Padre, accogli le nostre preghiere e innalza la nostra umanità verso pensieri e progetti di pace, affinché diventiamo testimoni credibili del tuo Regno. Te lo chiediamo perché tu sei il Santo di Dio, benedetto nei secoli dei secoli. AMEN.

Solista: Benediciamo il Signore.

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.


IV. Proposta di preghiera per il pranzo

Tutti: Dio di misericordia,
sii lodato per Gesù tuo Figlio
asceso alla tua destra nella gloria.
La tua benedizione scenda su di noi,
affinché viviamo in novità di vita.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
          (da Preghiere per una tavola fraterna)