sabato 22 maggio 2021

IL SINODO CAMBIA MARCIA: SI PARTE DAL BASSO, COINVOLGENDO TUTTI

IL SINODO CAMBIA MARCIA:
SI PARTE DAL BASSO, COINVOLGENDO TUTTI

Apre il Papa. Si comincia il 9 e il 10 ottobre 2021. Prima tappa nelle diocesi del mondo. Laici, sacerdoti, missionari, suore, frati, vescovi e cardinali, prima ancora di discutere nell’assemblea dell’ottobre 2023 in Vaticano, saranno protagonisti in prima persona. Ognuno nella sua terra. Ognuno con il suo ruolo. Ognuno con le sue fatiche e le sue attese


Verrebbe da dire che si tratta quasi di un Concilio 4.0 non fosse che certe definizioni, magari suggestive e vicine al vero, rischiano di essere improprie nel "raccontare" fenomeni sicuramente nuovi, certamente complessi. Una cosa è certa. Papa Francesco rivoluziona il Sinodo dei vescovi che non sarà dunque solo "un evento" (cardinali e vescovi riuniti in Vaticano), quanto piuttosto "un processo" che coinvolge tutto il Popolo di Dio, dal Papa ai singoli fedeli, uomini e donne, ciascuno secondo la propria funzione e i propri carismi.

L'annuncio ufficiale è stato dato venerdì 21 maggio dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. Il documento firmato dal cardinale Mario Grech richiama l'obiettivo finale, dettagliando le strade da seguire e i tempi da rispettare. Si parte dalle parole pronunciate da Jorge Mario Bergoglio il 17 ottobre 2015, in occasione, non a caso, della commemorazione del 50° anniversario dell’ istituzione del Sinodo dei Vescovi. «Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio», disse allora il Papa. E aggiunse: «Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola "Sinodo". Camminare insieme – laici, pastori, vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica». Conscio dei problemi esistenti, il Pontefice ha voluto che il prossimo Sinodo si guardasse allo specchio, discutendo del Sinodo, appunto. “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione” è stato il tema scelto. Tutto si sarebbe dovuto svolgere nell'ottobre 2022. Poi, la pandemia. E il rinvio.

Ora, la novità. Profonda. Si comincia dal basso. E tutti sono coinvolti: uomini e donne; sacerdoti, diaconi, vescovi, cardinali, religiosi e religiose, missionari e missionarie. Laici. Tre le tappe indicate dopo un solenne inizio, il 9 e il 10 ottobre 2021, presieduto da papa Francesco. La prima fase è diocesana e si svolge dal 17 ottobre 2021 all'aprile 2022. Dal settembre 2022 all'aprile 2023 è prevista una fase continentale. Infine, nell'ottobre 2023, la fase finale, in Vaticano.

«I tempi erano maturi per una più larga partecipazione del Popolo di Dio a un processo decisionale che riguarda tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa», ha commentato il cardinale Mario Grech. Qualcuno s'è ricordato di quanto detto da Jorge Mario Bergoglio al confratello gesuita padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, nella sua prima intervista uscita nell'estate 2013. «Credo che la consultazione sia molto importante. I Concistori, i Sinodi sono, ad esempio, luoghi importanti per rendere vera e attiva questa consultazione. Bisogna renderli però meno rigidi nella forma. Voglio consultazioni reali, non formali». E ancora: «Si deve camminare insieme: la gente, i vescovi e il Papa. La sinodalità va vissuta a vari livelli. Forse è il tempo di mutare la metodologia del Sinodo, perché quella attuale mi sembra statica». Un intento programmatico diventato realtà. Un'idea chiara di come aiutare la Chiesa a cercare le parole giuste ed attuali per annunciare (e testimoniare, vivendole) verità eterne. Il vocabolario di Francesco s'arricchisce. La parola Sinodo è sempre più cifra interpretativa di questo pontificato come già lo sono altri vocaboli: ascolto, dialogo, fratellanza, gioia. Misericordia.

Sopra e in alto immagini dell'ultimo Sinodo dei vescovi, quello sull'Amazzonia,
 svoltosi in Vaticano dal 6 al 27 ottobre 2019. Foto Reuters.

(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Alberto Chiara 21/05/2021)

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