venerdì 21 maggio 2021

Dalla violenza al dono: un rene unisce arabi ed ebrei

Dalla violenza al dono:
un rene unisce arabi ed ebrei

Mentre da dieci giorni il conflitto semina morte e distruzione tra la Striscia di Gaza e Israele, un gesto semina speranza. La famiglia di Yigal Yehoshua – 56enne ebreo, vittima delle violenze a Lod – ha accettato la donazione di un organo che ha portato nuova vita ad una donna araba. “Questo rene ebreo ora è parte di me”, ha raccontato


Da ormai dieci giorni gli scontri tra Israele e Hamas stanno seminando morte, distruzione e paura, alimentando ulteriormente l’odio tra i due popoli. Anche nel cuore di un conflitto, però, ci sono notizie che raccontano la speranza di un futuro diverso. Anche a partire dalle tragedie di questa guerra. Proprio a Lod, la città mista dove vivono sia arabi sia ebrei divenuta in questi giorni un tragico simbolo della violenza, la famiglia di un uomo ebreo rimasto vittima dei gravi disordini ha acconsentito alla donazione di un rene che all’ospedale di Hadassah a Gerusalemme è stato trapiantato nel corpo di una donna araba.

Randa Aweis, 58 anni, aveva urgente bisogno di un nuovo rene, e Yigal Yehoshua, 56 anni, morto lunedì – una settimana dopo essere stato colpito da alcuni massi a Lod – era registrato come donatore. Aweis è una donna cristiana di Gerusalemme e si sta riprendendo con successo dopo il trapianto. È riuscita a parlare con la moglie del donatore per ringraziarla. “Ora siamo come una famiglia”, ha affermato, lodando il nobile atto.

Sua figlia Niveen ha raccontato a The Times of Israel che sua madre si sta riprendendo bene e che la aspetta una vita più facile ora che ha ricevuto il trapianto. “Siamo grati alla famiglia Yehoshua”, ha affermato. “Proviamo allo stesso tempo gioia per il trapianto della mamma e dolore per la tragedia che lo ha causato”. Ha esortato tutti a cogliere nell’episodio del trapianto un messaggio semplice: “Prima ancora che arabi ed ebrei, siamo persone e dobbiamo vivere insieme”.

Aweis ha raccontato a Channel 12 news che quando ha ricevuto una chiamata, dopo anni di attesa, in cui la informavano che c’era un nuovo rene pronto per il trapianto, temeva fosse uno scherzo. “Questo rene ebreo è ora diventato una parte di me”, ha affermato, offrendo le sue condoglianze alla famiglia di Yehoshua e dichiarando che sogna la pace tra ebrei e arabi. L’altro rene di Yehoshua è andato a un uomo ebreo, Itzik Hodera, 67 anni, e il suo fegato è andato a un ebreo di 22 anni.

Yehoshua è stato sepolto martedì in un grande funerale dove la sua famiglia ha parlato della sua fede nella coesistenza e della sua decisione di donare gli organi. Efi Yehoshua ha detto ai funerali che suo fratello Yigal sarebbe stato addolorato dalle continue scene di disordini nelle città ebraico-arabe. “Tu credevi nella coesistenza”, ha detto rivolgendosi al fratello scomparso. “Hai detto: ‘Non succederà a me’. Pensavi che tutto sarebbe andato bene e invece hai pagato con la tua vita, ma così hai dato la vita ad altre persone grazie alla donazione dei tuoi organi”, ha concluso.

Il dottor Abed Halaila – capo del dipartimento trapianti all’Hadassah – ha visitato Aweis e ha definito la storia del suo nuovo organo un simbolo di speranza. “Abbiamo appena visto una donna ricevere un nuovo organo e una nuova prospettiva di vita. Voglio dire un grande grazie alla famiglia del donatore”. Ha aggiunto: “Spero che ci sia pace e tranquillità per tutti noi e tanta buona salute”.
(fonte: Mondo e Missione 20/05/2021)