martedì 25 maggio 2021

74ª Assemblea Cei - Papa Francesco ai vescovi italiani: “Il Sinodo deve incominciare dal basso, la luce è Firenze” - Card. Bassetti, “la Chiesa italiana non è mai stata e mai sarà in contrapposizione a Pietro” - “Dal Papa autorevolezza, fermezza e dolcezza di un padre” (video)

ASSEMBLEA CEI

Papa Francesco ai vescovi italiani: 
“Il Sinodo deve incominciare dal basso, la luce è Firenze”

Papa Francesco ha aperto la 74ª Assemblea generale dei vescovi italiani con un discorso a braccio in cui si è soffermato sul Sinodo, come evento che per l'Italia deve superare "l'amnesia" sul Convegno ecclesiale nazionale di Firenze per recuperarne il "patrimonio" e farne una "luce" che illumini la saggezza del popolo di Dio. "La luce viene da Firenze, invece il Sinodo deve incominciare dal basso in alto". Poi l'incontro "a porte chiuse" con i vescovi, secondo lo schema domande-risposte

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Quando sono entrato ho fatto un cattivo pensiero: ma questa è un’assemblea dei vescovi o un concorso per eleggere il vescovo più bello?”. Il Papa ha aperto con questa battuta, pronunciata a braccio come il resto del suo discorso, i lavori della 74ª Assemblea generale della Cei, in programma all’Hotel Ergife di Roma fino al 27 maggio sul tema: “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita ‐ Per avviare un cammino sinodale”. “Io so che non è facile fare una cosa domestica in una casa che non è nostra, non è facile”, ha proseguito. “Ma possiamo fare che diventi nostra con il nostro atteggiamento, nostra preghiera, e così andare avanti in questa assemblea”, il consiglio di Francesco, che ha annunciato che il dialogo “a porte chiuse” con i vescovi, “come al solito”, si sarebbe svolto al termine del suo discorso secondo lo schema domande-risposte. “Così voi potete parlare delle cose che vi interessano”, ha spiegato. “Soltanto prima dirò tre cose che mi stanno a cuore”, ha detto il Papa, citando la questione dei tribunali e quella dei seminari.

“C’è un pericolo molto grande”, ha osservato a proposito di quest’ultima questione: 
“sbagliare nella formazione

e anche sbagliare nella potenza, nella missione dei seminaristi”. “Abbiamo visto con frequenza seminaristi che sembravano buoni, ma rigidi”, il bilancio di Francesco: “E la rigidità non è del buono spirito. E poi ci siamo accorti che dietro le rigidità c’erano dei grossi problemi”. “E poi la formazione”, ha sottolineato il Santo Padre:

“Non possiamo scherzare coi ragazzi che vengono da noi per entra seminario”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Al termine del suo discorso pronunciato a braccio, prima dell’incontro “a porte chiuse” con i vescovi, il Papa si è soffermato sul Sinodo, “che voi incomincerete a camminare”, ha detto a proposito del tema della 74ma Assemblea generale della Cei. “Sono successe tante cose dal primo incontro che abbiamo avuto noi a San Pietro, fino ad oggi”, ha ricordato Francesco: “E una delle cose che è successa – è un atteggiamento che abbiamo tutti, succede anche nella Cei – è l’amnesia: perdiamo la memoria di quello che abbiamo fatto e andiamo avanti”. 

“E una delle cose della quale abbiamo perso la memoria 
è l’incontro di Firenze, cinque anni fa”,

ha segnalato il Papa riferendosi all’ultimo Convegno ecclesiale nazionale: “E questo è stato un passo avanti, almeno nella formulazione”. “Direi che il Sinodo deve svolgersi sotto luce di Firenze”, l’indicazione di rotta di Francesco: “Firenze è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento, dall’alto in basso. E dal basso in alto il popolo di Dio: la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana, che si incontrano”.

“La luce viene da Firenze, invece il Sinodo deve incominciare dal basso in alto”,

ha raccomandato il Papa: “dalle piccole comunità, dalle piccole parrocchie”. “E questo ci chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà di far parlare la gente”, la previsione di Francesco: “Che esca la saggezza del popolo di Dio”. “Il Sinodo non è altro che fare esplicito quello che dice la Lumen Gentium: la totalità del popolo di Dio, tutto, dal vescovo in giù è ‘infallibile in credendo’, non può sbagliare. C’è armonia in quella unità, ma si deve esplicitare quella fede”.

  
(Foto Siciliani-Gennari/SIR) 
 
(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Anche il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città delle Piaeve e presidente della Cei, nel suo saluto a Papa Francesco in apertura dei lavori si è soffermato sul Sinodo della Chiesa italiana. “La recente Nota del Sinodo dei Vescovi – ha spiegato – ci conforta e sostiene nel processo che intendiamo avviare. Un processo che parte dal basso per coinvolgere il Santo Popolo di Dio nei nostri territori, nelle nostre Chiese”. “Siamo convinti che se uno non ha coraggio, può essere che gli venga se è mosso da un desiderio più grande delle proprie paure . L’importante è avere sogni e desideri più grandi delle paure. È quel fuoco sacro che abbiamo ricevuto ieri con la Pentecoste”, ha aggiunto il cardinale: “Il nostro percorso sinodale vuole camminare in sintonia con quello del Sinodo dei Vescovi. È un’opportunità anche per le nostre Chiese in Italia”.

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(Servizio di Paolo Fucili)

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Card. Bassetti, “la Chiesa italiana 
non è mai stata e mai sarà in contrapposizione a Pietro”

(Foto Siciliani-Gennari/CEI)

“Siamo grati al Vescovo di Roma e nostro Papa per quanto c’incoraggia a fare costantemente”. È l’omaggio del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, al Santo Padre, che ha aperto ieri la 74ª Assemblea dei vescovi italiani, in corso all’Hotel Ergife di Roma fino al 27 maggio. “La Chiesa che è in Italia – la nostra Chiesa, le nostre Chiese – non è mai stata e mai sarà in contrapposizione a Pietro, al Suo Magistero, alla Sua Parola”, ha precisato il cardinale nella sua introduzione: “Per questo, oggi, come è sempre avvenuto nella nostra storia, ci sentiamo chiamati a vivere la sinodalità, a disegnare un cammino sinodale. Sì, si tratta proprio di un cammino, non semplicemente di un evento, perché in gioco è la forma di Chiesa a cui lo Spirito ci chiama in particolare per questo tempo”. “Il cammino sinodale rappresenta così quel processo necessario che permetterà alle nostre Chiese che sono in Italia di fare proprio, sempre meglio, uno stile di presenza nella storia che sia credibile e affidabile, perché attento ai complessi cambiamenti in atto e desideroso di dire la verità del Vangelo nelle mutate condizioni di vita degli uomini e delle donne del nostro tempo”, ha garantito il presidente della Cei: “Poiché siamo tutti chiamati ad acquisire questo stile, occorre che assumiamo con responsabilità la decisione di coinvolgerci in questo cammino che, come comprendiamo bene, non può risolversi in adempimenti formali, né soltanto nell’organizzazione di eventi che, a lungo andare, rischiano di diventare, come ebbe a dire San Giovanni Paolo II, ‘apparati senz’anima, maschere di comunione’”. Al contrario, “la sfida che attende anzitutto noi Vescovi è quella di mettere in campo percorsi sinodali capaci di dare voce ai vissuti e alle peculiarità delle nostre comunità ecclesiali, contribuendo a far maturare, pur nella multiformità degli scenari, volti di Chiesa nei quali sono rintracciabili i tratti di un Noi ricco di storia e di storie, di esperienze e di competenze, di vissuti plurali dei credenti, di carismi e ministeri, di ricchezze e di povertà”.

“È uno stile che domanda una serie di scelte che possono concorrere a rappresentare la forma concreta in cui si realizza la conversione pastorale alla quale Papa Francesco insistentemente ci richiama”, ha spiegato Bassetti: “È uno stile che vuole riconoscere il primato della persona sulle strutture, come pure che intende mettere in dialogo le generazioni, che scommette sulla corresponsabilità di tutti i soggetti ecclesiali, che è capace di valorizzare e armonizzare le risorse delle comunità, che ha il coraggio di non farsi ancora condizionare dal ‘si è sempre fatto così’, che assume come orizzonte il servizio all’umanità nella sua integralità. È un cambio di rotta quello che ci viene chiesto: le possibili tappe del ‘cammino’ ci permetteranno di familiarizzare con questo stile, perché esso possa arrivare a permeare il quotidiano dei nostri vissuti ecclesiali”. La prima strada da intraprendere, per il presidente della Cei, è quella del “noi ecclesiale”: “un Noi ecclesiale allargato, inclusivo, capace di favorire un reciproco riconoscimento tra i credenti, all’altezza di dare forma storica alla figura conciliare di una Chiesa popolo di Dio”: senza “processi di arroccamento ecclesiale e clericale”, ma “in una direzione di estroversione verso quelle periferie che, in prima battuta, non sono poi così lontane ed estranee ai nostri vissuti ecclesiali, ma che anzi vi appartengono in qualche modo”. “Questo cammino di popolo deve conoscere il passo comune e la responsabilità condivisa da parte di tutti”, la raccomandazione di Bassetti: “Penso alla grande ricchezza di tanti laici e laiche che esprimono, in una vita credente affidabile, un senso forte di Chiesa e un servizio competente all’annuncio del Vangelo. Penso anche a tanti altri che, con la loro testimonianza, sono presenti nei mondi della cultura, della politica, dell’economia”.
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74° Assemblea Cei, card. Bassetti:
“Dal Papa autorevolezza, fermezza e dolcezza di un padre”

“Il Papa ha avuto l’autorevolezza, la fermezza e al tempo stesso la dolcezza di un padre”. Lo ha detto il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, al termine dell’apertura dei lavori della 74ª Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana. Il metodo del Sinodo come ricorda il Papa, ha aggiunto il card. Bassetti, deve essere “dal basso verso l’alto e dall'alto verso il basso e questo significa partire dalle parrocchie, dalle diocesi, dai gruppi, dai movimenti. Non tanto per discutere. Il Papa poi ha esemplificato che quando nei sinodi prende il sopravvento la discussione si fa un Parlamento invece che un Sinodo. Il protagonista del Sinodo deve essere invece lo Spirito Santo”. Quindi il Papa, ha sottolineato il card. Bassetti a Tv2000, “non solo ci ha dato i contenuti del cammino sinodale ma ci ha indicato anche con chiarezza che cosa è un Sinodo: un cammino della Chiesa”. “Ci sono stati una decina di interventi – ha concluso il card. Bassetti - da parte dei vescovi: sulla pace, sul disarmo, sull’ ‘Amoris laetitia’, sui seminari, sul Sinodo. E il Papa ha risposto non solo alle domande ma ad ogni risposta che dava ci apriva nuovi orizzonti. Si sarebbero potute sviluppare tante tematiche sulle risposte che lui ci ha dato”.

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