lunedì 19 aprile 2021

#ABBATTERE I MURI di Gianfranco Ravasi

#ABBATTERE I MURI 
di Gianfranco Ravasi 


"Chiudere la porta non garantisce la sicurezza, e la storia l’ha dimostrato. L’unico modo per accrescere la sicurezza non è costruire altri muri, ma creare spazi aperti nei quali tutti possano dialogare e sentirsi partecipi dello stesso mondo".
Si dice che l’unica opera umana terrestre visibile dalle navicelle astronautiche sia la Muraglia cinese, un imponente e possente sistema di difesa che però non riuscì a rendere inviolabile la Cina. Così accadde al Vallo di Adriano e al muro di Berlino e a tutti i muri eretti per dividere i popoli e bloccare le migrazioni, ancor oggi innalzati senza sosta. 
Anche l’illusorietà delle odierne porte blindate, simbolo del nostro vivere quotidiano, è evidente: noi oggi abbiamo più paura di ieri. Ha, perciò, ragione il noto studioso polacco dei fenomeni sociali Zygmunt Bauman, morto nel 2017, con le parole che abbiamo sopra citato e che sono tratte da un’intervista. 
Lo spazio aperto del confronto e del dialogo è, certo, rischioso, ma è l’orizzonte più adatto a essere veramente creature umane e non bestie feroci che hanno bisogno di recinti e serragli. Certo, siamo tra noi diversi, siamo pure aggressivi; abbiamo identità a cui non dobbiamo rinunciare, evitando di cadere in un letargo fatto di indifferenza. Eppure tutti siamo «partecipi dello stesso mondo», e il primo nostro nome - che precede quelli familiari, tribali e nazionali - è Adamo, ossia in ebraico «uomo». È alla riscoperta di questa identità comune che dobbiamo dedicarci, ritrovando per i credenti anche le radici divine, quell’«immagine di Dio» stampata in tutti che rende figli dell’unico Signore e Creatore e quindi radicalmente fratelli

(Fonte: "Breviario"  - Il Sole24Ore Domenica  del 18 aprile 2020)