lunedì 8 marzo 2021

William Shakespeare: In piedi, in piedi, signori, davanti a una donna - 8 marzo Giornata internazionale della donna - Perché celebrarla? ... non solo l'8 marzo!!!



In piedi,
in piedi, signori, davanti a una donna,
per tutte le violenze consumate su di lei,
per le umiliazioni che ha subito,
per quel suo corpo che avete sfruttato
per l’intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete tenuta
per quella bocca che le avete tappato
per la sua libertà che le avete negato
per le ali che le avete tarpato
per tutto questo
in piedi, Signori, in piedi davanti a una Donna.

E se ancora non vi bastasse,
alzatevi in piedi ogni volta che lei vi guarda l’anima
perché lei la sa vedere
perché lei sa farla cantare.

In piedi, sempre in piedi,
quando lei entra nella stanza e tutto risuona d’amore
quando lei vi accarezza una lacrima,
come se foste suo figlio!
Quando se ne sta zitta
nasconde nel suo dolore
la sua voglia terribile di volare.

Non cercate di consolarla
quando tutto crolla attorno a lei.
No, basta soltanto che vi sediate accanto a lei,
e che aspettiate che il suo cuore plachi il battito
che il mondo torni tranquillo a girare
e allora vedrete che sarà lei la prima
ad allungarvi una mano e ad alzarvi da terra,
innalzandovi verso il cielo
verso quel cielo immenso
a cui appartiene la sua anima
e dal quale voi non la strapperete mai
per questo in piedi
in piedi
davanti a una donna.

                                           William Shakespeare


Questi versi vengono attribuiti a Shakespeare (1564-1616), molto conosciuti nella versione breve, qui ne riportiamo la versione integrale.
Sono passati più di quattro secoli, ma purtroppo sembra siano ancora tristemente attuali...

La Giornata internazionale della donna si celebra l’8 marzo, in molti luoghi del mondo.

La Giornata internazionale della donna – non molto correttamente chiamata “festa della donna” – non è sempre stata l’8 marzo. La prima festa della donna fu celebrata negli Stati Uniti nel febbraio 1909 su iniziativa del Partito socialista americano, che aveva invitato tutte le donne a partecipare a una manifestazione in favore del diritto di voto femminile.

La prima volta a essere celebrata un 8 marzo fu nel 1914, forse perché quell’anno era una domenica.

In moltissimi paesi è tradizione regalare fiori alle donne l’8 marzo, ma la relazione tra i fiori di mimosa e la Festa della donna c’è solo in Italia.

In Italia la Giornata internazionale della donna cominciò a essere celebrata anche dopo la Seconda guerra mondiale su iniziativa del Partito Comunista Italiano e dell’Unione delle Donne in Italia (UDI). Secondo i racconti dell’epoca, inizialmente si voleva usare come fiore simbolo della festa la violetta, un fiore con una lunga tradizione nella sinistra europea; alcune dirigenti del Partito Comunista però si opposero: la violetta era un fiore costoso e difficile da trovare. L’Italia era appena uscita dalla guerra e molti si trovavano in condizioni economiche precarie e avrebbero avuto molte difficoltà a procurarsi le violette. Tra questi dirigenti c’era Teresa Mattei, una ex partigiana che negli anni successivi avrebbe continuato a battersi per i diritti delle donne. (Di lei è diventato leggendario uno scambio che ebbe con un deputato liberale a proposito della parità tra uomini e donne all’interno della magistratura: «Signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?», chiese il deputato. E lei rispose: «Ci sono uomini che non ragionano tutti i giorni del mese».)

Venne allora proposto di adottare un fiore molto più economico, che fiorisse alla fine dell’inverno e che fosse facile da trovare nei campi: da qui nacque l’idea della mimosa. (Anni dopo, in un’intervista Mattei disse: «La mimosa era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette. Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente».)

Anche se la Giornata internazionale della donna non divenne una ricorrenza popolare fino agli anni Settanta, la tradizione della mimosa ebbe successo e si mantiene ancora oggi. 

Essenzialmente questa ricorrenza dovrebbe essere l'opportunità per fare il punto sulla condizione delle donne nell'attuale società.

A distanza di settantaquattro anni dall’approvazione della nostra Costituzione – che ha sancito, in via definitiva, l’eguaglianza e la parità tra tutte le persone, senza distinzioni - la realtà dei fatti in tutti i campi dimostra che la promulgazione di una legge, da sola, non basta. Non è sufficiente che un principio venga affermato, ma va anche difeso, promosso e concretamente attuato... 

La pandemia ha peggiorato la condizione femminile
in tutti i settori, è notevolmente diminuita l'occupazione sia a livello quantitativo che qualificativo, inoltre nella quasi totalità dei  casi sono le donne che hanno portato il peso maggiore della situazione nella gestione dei figli ad esempio, per non parlare poi dei maltrattamenti domestici aumentati in modo esponenziale, per non parlare della piaga
 degli orribili casi di femminicidio (già 12 dall'inizio dell'anno e ben 73 in quello passato).

Tutti abbiamo il dovere di prendere consapevolezza dei numerosi problemi irrisolti e renderci conto di quanto debba essere ancora fatto anche nel nostro Paese e soprattutto... non solo l'8 marzo!!!