martedì 30 marzo 2021

LITURGIA DOMESTICA - VENERDI' SANTO - I TRE GIORNI PASQUALI Nella Pasqua del Signore rinasciamo come nuova umanità e come Popolo di Dio

LITURGIA DOMESTICA


I TRE GIORNI PASQUALI


Nella Pasqua del Signore
rinasciamo come nuova umanità
e come Popolo di Dio

VENERDI' SANTO


Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo




Preparare in casa
l’“angolo della preghiera”

 

Con il Triduo Pasquale entriamo nel vertice della Grande Settimana, dove il Giovedì Santo, il Venerdì Santo e il Sabato Santo con la Veglia della Notte di Pasqua e il Giorno di Pasqua, saremo coinvolti in quel grande “passaggio” o “salto di qualità” esistenziale (“Pasqua” significa sia “passaggio” che “salto-danza”) che ci rinnova interiormente e ci rende tutti Popolo di Dio, poiché a Pasqua nasce la Chiesa Popolo di Dio, a Pasqua rinasciamo come figli e fratelli e sorelle in Cristo Gesù, nostro Fratello e Signore.



   Anche nei giorni del Triduo Pasquale è importante perseverare nella preghiera in famiglia, facendo della preghiera un ascolto dialogico con Dio e con la sua Parola. Lo sappiamo: non esiste solo la chiesa parrocchiale o la chiesa santuario per pregare. Per i cristiani ognuno – a motivo del battesimo e della cresima – è sacerdote in Cristo e quindi chiamato a pregare per sé e per gli altri, e ogni famiglia cristiana è chiamata per vocazione ad essere chiesa domestica.

  Per cui ogni famiglia può approntare in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”.

   In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio.

 

Per il Triduo Pasquale nell’“angolo della preghiera”, alla Bibbia, il libro che contiene la Parola di Dio, e al cero che ci richiama il cero pasquale, simbolo di Cristo Luce del mondo, che illumina il cammino della nostra vita, si può aggiungere il Giovedì Santo un pane spezzato e un calice, il Venerdì Santo sul Crocifisso porre (all’altezza del capo di Gesù) una corona di alloro in segno di vittoria, il Sabato Santo una immagine di Maria, la madre di Gesù, che nel silenzio orante attese la Risurrezione del Figlio.



    In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro.

Si può pregare seguendo varie modalità:

- Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico).

- Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri.

- Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese.

Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere.

Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera:

«Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia».

Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero.

In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.



Venerdì Santo


Attirati dal Padre

che nel suo Figlio si dona all’umanità





I. Apertura della Liturgia domestica

Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.


(Accensione del cero)



Tutti:

Ecco il vessillo della croce,
mistero di morte e di gloria:
l'artefice di tutto il creato
è appeso ad un patibolo.

Un colpo di lancia trafigge
il cuore del Figlio di Dio:
sgorga acqua e sangue, un torrente
che lava i peccati del mondo.

O albero fecondo e glorioso,
ornato d'un manto regale,
talamo, trono ed altare
al corpo di Cristo Signore.

O croce beata che apristi
le braccia a Gesù redentore,
bilancia del grande riscatto
che tolse la preda all'inferno.

Ave, o croce, unica speranza,
in questo tempo di passione,
accresci ai fedeli la grazia,
ottieni alle genti la pace. Amen.
                (dalla Liturgia)


II. Ascolto orante del vangelo di Giovanni 19,25-37.

     Facciamo una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questi scritti che contengono la Parola di Dio per noi oggi.

Tutti: Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Leggiamo attentamente e con calma Giovanni 19,25-37.

 

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». 27Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. 28Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.

30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo,

consegnò lo spirito.

31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui.

33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.



Breve pausa di silenzio


Ai nostri peccati non guardare, Signore,
siamo tutti ugualmente colpevoli:
per l’umanità di tuo Figlio perdonaci.

Sappiamo che la tua passione, Gesù,
deve compiersi in noi, nella chiesa tuo corpo,
ma non sempre abbiamo la forza, Signore.
Sappiamo che è legge all’innocente soffrire
e piangere come se non fosse pianto
e sperare anche contro speranza.

Uno è infermo e non riesce a guarire,
uno è tradito e non sa perdonare,
uno è perseguitato e non sa accettare.

Fanciulli a milioni muoiono di fame,
donne e madri a milioni piangono
i loro figli e fratelli in guerre assurde.

Terremoti e pestilenze e alluvioni
ci colpiscono ad ogni stagione
e uscire di case è come andare alla guerra.

Il denaro vale più del sangue fraterno,
i beni contesi come fossimo nemici
e il potente vuole sempre maggiore potenza.

Il negro non è neppure un uomo;
i figli in rivolta sempre numerosi;
continenti interi rifiutano ogni fede.

E la chiesa tentata come te nel deserto,
la chiesa segnata come te dalle piaghe,
questa tua chiesa come te non creduta.

Signore, insegnaci ad essere beati nel pianto,
aiutaci a essere miti e liberi,
donaci un cuore puto e pacifico.

Signore, risali con noi nella barca,
non lasciarci soli nella grande bufera,
comanda al mare di placarsi ancora.

Ascendiamo a Gerusalemme a dire
tutti insieme la preghiera dell’orto:
unica speranza la tua e nostra Pasqua, Signore.

Ai nostri peccati non guardare, Signore,
ma guarda alla fede della tua Chiesa,
abbi pietà del tuo popolo di poveri, o Dio.
(Davide Turoldo)


III. Contempliamo l’icona della Crocifissione del Signore




    Gesù l’aveva già previsto e annunciato: «Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, l’hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà patire per opera loro» (Matteo 17,12).

     L’icona della Crocifissione “trascrive” la pagina evangelica di Giovanni 19,25-30, ma tiene presente anche i brani paralleli degli altri evangelisti.

   Il Cristo sulla Croce è il dolente, ma anche l’orante: vedi le braccia stese in atteggiamento di preghiera. È, inoltre, il Cristo Sommo Sacerdote, perché dona la sua vita per i falliti della storia in obbedienza all’amore del Padre. È il Cristo danzante la vita che nasce dalla morte: vedi il movimento sinuoso del corpo del Signore. È ancora il Cristo Re e Pastore, il cui trono è la croce: infatti i suoi piedi poggiano sullo “sgabello” del trono regale (cf. Salmo 110,1; Atti degli Apostoli 2,35); a volte lo sgabello è posto inclinato a destra verso l’alto, ovvero verso il ladrone di destra o verso i giusti che stanno alla sua destra ai quali è promesso di entrare nel Regno; invece il lato inclinato a sinistra verso il basso, è orientato verso il ladrone di sinistra o verso i malvagi destinati ad essere purificati dal fuoco eterno del suo amore appassionato (cf. Luca 23,39-43; Matteo 25,34.41).

     Infine, sulla Croce contempliamo la nascita di Cristo Uomo Nuovo: infatti è raffigurato con il “pancione”, come a dire che quel grido e quella consegna del suo Spirito sono il grido della “partoriente” che nel travaglio del parto sta generando al mondo una vita nuova, cioè la nostra in Lui (cf. Romani 8,19-23; 6,3-11; Giovanni 16,16-23; Efesini 4,20-24). Al riguardo non va trascurato il particolare che osserviamo sotto la Croce: la collinetta del Golgota (cf. Giovanni 19,17), dove nella caverna oscura e tenebrosa l’iconografo ha disegnato il teschio di Adamo, seguendo un’antica leggenda che dice che lì sia stato sepolto Adamo (da qui il nome “Golgota” = “luogo del cranio”). Si sa che “Adamo” non è nome proprio di persona, ma nome collettivo che significa “Umanità”. Dunque l’asse verticale della Croce, conficcato nel Golgota, è l’“Albero della Vita” – come affermano i padri della chiesa – che, piantato sul Calvario, discende nelle profondità della morte e raggiunge la nostra Umanità, il nostro Uomo Vecchio, al fine di ridonargli la Vita vera che ha perduta, il senso autentico dell’esistenza.

      In alto, sono raffigurati gli angeli che adorano il Cristo Re e Pastore.

    Ai lati della croce vi è la Madre, collocata sempre a sinistra di chi guarda, e il discepolo che Gesù amava, simbolo di ogni discepolo che lo segue fino all’Ora della Pasqua, collocato sempre a destra di chi guarda. La Madre è rivolta al Figlio, lo indica con la mano che dice anche atteggiamento orante. Il discepolo, invece, è in atteggiamento “pensante” e contemplativo. L’evangelo di Giovanni, infatti, dirà esplicitamente che l’Ora della Croce è nello stesso tempo l’Ora della Pasqua, l’Ora dove si manifesta la Gloria, l’Amore di Dio per l’umanità, Amore che ci attira a sé (cf. Giovanni 12,32).

   Altre icone della Crocifissione, seguendo lo stesso modulo, collocano ai lati della Croce altri personaggi. A sinistra di chi guarda, accanto alla Madre del Signore, posta in primo piano, vengono collocate Maria di Cleofa e Maria di Magdala (cf. Giovanni 19,25). Sono le donne che hanno seguito Gesù fino alla Croce e hanno contemplato tutti gli eventi. A destra di chi guarda, dietro al discepolo che Gesù amava, viene collocato il centurione romano pagano, colui che la tradizione ha poi chiamato Longino; questi – attestano i vangeli – contemplando la morte di Gesù esprime la sua professione di fede: «Davvero costui era Figlio di Dio» (Matteo 27,54; cf. Marco 15,38); «veramente quest’uomo era giusto» (Luca 23,47).

    Sullo sfondo dell’icona si notano le mura di Gerusalemme, in ricordo del fatto che Cristo è morto fuori della città (cf. Ebrei 13,11-15), lui, l’Escluso e lo Scartato, in compagnia con tutti gli esclusi e gli scartati della storia (si ricordi che fuori della città dovevano stare i lebbrosi: cf. Levitico 13,45-46).

     Contemplare, allora, l’icona della Crocifissione, significa accogliere la separazione/discernimento che il Figlio dell’Uomo, seduto sul trono della sua gloria, cioè la Croce, opera nella vita dei cristiani: ovvero, se con Lui, “senza vederlo”, si sa stare dalla parte degli esclusi e degli scartati di questo mondo, riconoscendo nel loro bisogno l’appello alla giustizia, ai diritti fondamentali dell’esistenza, e se si è capaci di agire di conseguenza (cf. Matteo 25,31-46).


       Silenzio di adorazione per alcuni minuti

Solista: Come popolo di Dio, chiamato a crescere nell’amore appassionato di Dio per l’umanità, diciamo insieme:

Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, 
sia santificato il tuo nome.
venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti,
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.

- Concludere con la Preghiera:

Tutti: Noi ti rendiamo grazie, Cristo Gesù: tu, inviato dal Padre, sei venuto in mezzo a noi per aprirci alla comunione con il Padre; ti sei fatto fratello di tutti perché nessuno più offenda nessuno e tutti, anche i più scoraggiati, ritornino a sperare in te. Benedetto sei tu, Cristo Gesù, nostro Maestro e Signore. AMEN.

Solista: Benediciamo il Signore.

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.


IV. Proposta di preghiera per il pranzo

Tutti: Signore Dio nostro,
oggi il tuo Figlio Gesù stese le braccia
per riunire con la sua croce vivificante
i dispersi popoli della terra.
Concedi a noi di prendere questo pasto
nell’unità del tuo amore.
Sii benedetto, Padre,
generoso nei tuoi doni,
per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
            (da Preghiere per una tavola fraterna)