venerdì 5 febbraio 2021

Mons. Domenico Battaglia, per tutti don Mimmo, ha iniziato il suo servizio come pastore della Chiesa di Napoli da 'pellegrino' dalla periferia al centro... insieme agli 'ultimi' - Cronaca e video dell'omelia

Mons. Domenico Battaglia, per tutti don Mimmo, 
ha iniziato il suo servizio come pastore della Chiesa di Napoli 
da 'pellegrino' dalla periferia al centro... insieme agli 'ultimi'


PELLEGRINO DI PACE
L' Arcivescovo ha fatto precedere il suo ingresso in Diocesi da un “pellegrinaggio simbolico” verso alcune periferie esistenziali della città. Tutte le tappe del percorso

Il 2 febbraio 2021 Mons. Domenico Battaglia ha iniziato il suo servizio come pastore della Chiesa di Napoli. Il giorno, in cui si celebra la Festa liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio, è stato scelto per le tante suggestioni che reca con sé: dal simbolo delle candele, segno della luce di Cristo che splende nelle tenebre, a quello dell’ingresso nel Tempio, immagine della comunità in cammino con e dietro al Signore.

Alla celebrazione liturgica – evento importante per la vita della comunità ecclesiale – che si è tenuta alle ore 17.00 in Cattedrale, il nuovo Arcivescovo ha accompagnato altri segni di luce e di speranza, i quali hanno avuto luogo nella mattinata dello stesso giorno.

Tutti gli incontri sono avvenuti in forma privata, lontano da telecamere e mezzi di comunicazione.

In tutte le tappe del suo itinerario don Mimmo è stato accolto dal parroco del luogo e accompagnato da un presbitero giovane e da un presbitero anziano unitamente ad un giovane e una giovane: si è trattato infatti non solo di un pellegrinaggio personale ma di un esodo comunitario che ha visto insieme, presbiterio e laicato, camminare con l’Arcivescovo verso le periferie esistenziali.

Tutti coloro che l’Arcivescovo ha incontrato nel suo “pellegrinaggio”, lo hanno poi accompagnato nel suo ingresso nella Cattedrale: don Mimmo, nella festa della Candelora, che presenta al tempio il Cristo presente nell’uomo ferito, nella persona marginale, nei più poveri, in che fa fatica, manifestando il desiderio di una Chiesa viva che parta dagli ultimi per arrivare a tutti.

LE TAPPE E GLI INCONTRI

  • La giornata di don Mimmo è iniziata con la visita e la preghiera delle Monache di Clausura Sacramentine presso la chiesa di San Giuseppe dei Ruffi: un momento fondamentale, con il quale ha voluto affidare il suo ministero e la Chiesa di Napoli alla preghiera delle religiose, nella consapevolezza che l’origine e la fonte di ogni azione missionaria della Chiesa è nell’incontro con l’amore sorgivo di Dio, da cui tutto nasce e a cui tutto conduce.
  • Don Mimmo alla stazione della Metro di Piscinola, ha salutato la famiglia Della Corte che, con un progetto di solidarietà, ha trasformato un’area limitrofa a quella in cui è avvenuta l’uccisione del padre e marito, Franco, in un parco giochi per bambini. È la storia di una vittima innocente, che rappresenta il mondo di chi è oppresso dalla violenza, dalla criminalità, dalla devianza.
  • Don Mimmo nella zona dei Camaldoli ha incontrato E. D., una ragazza nigeriana arrivata in Italia nel 2016 dopo un lungo viaggio di sfruttamento e violenze ripetute. Giunta nel nostro Paese ha scoperto di avere l’AIDS e, dopo un momento di disperazione, grazie all’accoglienza nella “Casa Famiglia Riario Sforza” della Caritas Diocesana di Napoli, gestita dalle Suore Vincenziane, ha ricominciato a sperare e a sognare. Nella carne di E. sono impresse le ferite della migrazione, dello sfruttamento e della violenza sulle donne, dell’emarginazione connessa alla malattia e allo stesso tempo la speranza di Napoli, città del mediterraneo, che si è fatta per lei casa accogliente.
  • Don Mimmo è andato a San Giovanni a Teduccio nell’Associazione “Figli in famiglia”: ha incontrato una bambina che, condividendo con tanti suoi coetanei la fatica di crescere in un territorio ferito e periferico, rappresenta per la comunità diocesana e per l’intera città un appello a farsi carico della speranza e dei sogni dei più piccoli, attraverso un’ attenzione costante alle problematiche educative e sociali.
  • Don Mimmo ha pranzato al Binario della Solidarietà, una realtà della Caritas Diocesana di Napoli che, grazie alla collaborazione delle Suore della Carità si occupa specificamente dei Senza Dimora accompagnandoli in un percorso di reinserimento sociale, fatto di dignità, autonomia e integrazione: don Mimmo ha condiviso con loro un momento di intimità e convivialità.
(fonte: Chiesa di Napoli 02/02/2021)


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Servizio TG3 Rai Campania




Cronaca e video dell'omelia


A causa delle misure per il contenimento dell’emergenza sanitaria, alla solenne celebrazione di insediamento hanno partecipato i Vescovi, un numero limitato di sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, laici e di Autorità civili; non era presente l’Arcivescovo emerito, Cardinale Crescenzio Sepe, in convalescenza nella sua residenza a Capodimonte dopo il ricovero per il coronavirus.
Per rendere partecipe quanto più possibile la comunità diocesana a tale evento, vi è stata la diretta televisiva su Canale 21 e la diretta streaming.

Nella sua prima omelia da Arcivescovo di Napoli Monsignor Battaglia ha subito precisato di voler parlare “con il cuore libero da ogni pretesa o presunzione di dover già fissare il programma del cammino che ci attende insieme, come se tutto dipendesse da me. Mi sento di entrare in questa chiesa chiedendo permesso, con la stessa delicatezza con cui il Signore sta accompagnando il mio desiderio di lasciarmi nuovamente toccare dall’incontro con Lui. Attendo di incontrarlo nei vostri volti, nelle storie che incrocerò”...

“Dio – ha aggiunto l’Arcivescovo - visita il suo popolo nella vita concreta, nell’autenticità di persone che, nella loro ricerca, lo riconoscono Signore della loro vita, lo accolgono e lo annunciano servendo i fratelli, incontrandolo negli occhi dei più deboli, di coloro che si sentono esclusi. Queste persone sono le pietre vive del tempio: le fa vive il loro desiderio.

In occasione della Candelora, afferma mons. Battaglia, “è il Signore che ci viene incontro con tenerezza, che riaccende la luce dentro di noi e ridona speranza... Dio entra nella storia dalla parte dell’uomo, di ogni uomo: dalla parte di coloro che sono emarginati, esclusi che cercano la giustizia. Entra dalla parte di ciascuno di noi. Davanti a Lui nessuno di noi è perfetto, senza peccato. Lasciamoci incontrare dal suo sguardo, dalla sua misericordia”. ...

Ha anche raccontato dell'esperienza personale dell'incontro con Stefano, un incontro che ha cambiato la vita di entrambi... importante ed impegnativo poi il riferimento a don Tonino Bello...

“Non mi piace molto l’appellativo ‘prete di strada’, siamo tutti sulla strada per accorgerci di chi ci cammina accanto, chiamati ad accorgerci che non siamo soli e che solo insieme potremmo davvero guardare in faccia alla vita con la gioia di chi ha contemplato l’eterno negli occhi dell’altro in un cielo sereno, in un pasto caldo, in un posto aggiunto, in una porta che si apre”.

“Siamo chiamati a essere Chiesa, a sentirci Chiesa, figli amati e desiderati, comunità in cammino che benedice e annuncia la vita. Non basta più che Gesù Cristo sia Dio dei più deboli e dei più poveri. Questo – ha detto ancora – esige da noi credenti il coraggio di essere coerenti, di annunciare le stesse cose fuori e dentro il Tempio, uscendo fuori dalle nostre comode certezze”. 

“Soltanto partendo da chi è rimasto indietro potremo sperare di non lasciare da solo nessuno. E allora coraggio, coraggio e buon cammino, buon viaggio a ciascuno di noi, a tutti noi. Amen”, ha concluso don Mimmo.


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