venerdì 26 febbraio 2021

LITURGIA DOMESTICA - II DOMENICA DI QUARESIMA (B) "Con Gesù, la bellezza di una vita trasfigurata" Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto

LITURGIA DOMESTICA 

II DOMENICA DI QUARESIMA (B) 

"Con Gesù,
la bellezza di una vita trasfigurata" 

Fraternità Carmelitana 
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo




Preparare in casa
l’“angolo della preghiera” 


    Entriamo nel tempo liturgico della Quaresima, cammino di fede verso la Pasqua del Signore, itinerario spirituale dove riscopriamo la fecondità del nostro battesimo, l’essenzialità della vita, i valori che veramente contano per la nostra esistenza e la lotta che siamo chiamati a sostenere contro noi stessi e contro tutte le forme di idolatria presenti nel nostro mondo che ci distolgono da un cammino autentico di crescita umana e cristiana. 

      Anche nel tempo di Quaresima diventa importante perseverare nella preghiera in famiglia, facendo della preghiera un ascolto dialogico con Dio e con la sua Parola. Lo sappiamo: non esiste solo la chiesa parrocchiale o la chiesa santuario per pregare. Per i cristiani ognuno – a motivo del battesimo e della cresima – è sacerdote in Cristo e quindi chiamato a pregare per sé e per gli altri, e ogni famiglia cristiana è chiamata per vocazione ad essere chiesa domestica. 

      Per cui ogni famiglia può approntare in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”. 

      In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio. 

    Per il tempo di Quaresima l’“angolo della preghiera” possiamo mettere in maggiore evidenza la Bibbia, il libro che contiene la Parola di Dio, e un cero che ci richiama il cero pasquale, simbolo di Cristo Luce del mondo, che illumina il cammino della nostra vita. 

     In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro. 
      Si può pregare seguendo varie modalità: 

- Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico). 

- Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri. 

- Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese. 
   Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere. 

     Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera:

«Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia».

Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero.

In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.




Seconda Domenica di Quaresima – B 

Con Gesù, 

la bellezza di una vita trasfigurata 


I. Apertura della Liturgia domestica 

Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. 

Tutti: Amen. 

(Accensione del cero) 


Solista: Sii benedetto, o Padre, che fai germogliare il deserto della nostra vita. 

Tutti: Eterno è il tuo amore per noi! 

Solista: Sii benedetto, o Gesù Figlio di Dio, che non ci lasci soli nel cammino della vita. 

Tutti: Eterno è il tuo amore per noi! 

Solista: Sii benedetto, o Spirito Santo, che ci orienti e sostieni nella scelte della vita. 

Tutti: Eterno è il tuo amore per noi! 



Solista: Voglio annunciare il decreto del Signore. 
              Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, 
              io oggi ti ho generato». […] 
              E ora siate saggi, o sovrani; 
              lasciatevi correggere, o giudici della terra. 

Tutti: Servite il Signore con timore 
          e rallegratevi con tremore. […] 
          Beato chi in lui si rifugia. 
                         (dal Salmo 2) 


II. Ascolto orante del vangelo di Marco (9,2-10) 

Apriamo il vangelo di Marco al cap. 9. Facciamo una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi. 

Tutti: Vieni, Santo Spirito, 
           manda a noi dal cielo 
           un raggio della tua luce. 
           Lava ciò che è sordido, 
           bagna ciò che è arido, 
           sana ciò che sanguina. 
           Piega ciò che è rigido, 
           scalda ciò che è gelido, 
           drizza ciò che è sviato. 


Leggiamo attentamente e con calma la pagina di Marco, cap. 9, dal verso 2 fino al verso 10. 

Dopo la lettura del vangelo, recitare insieme


Protesi alla gioia pasquale, 
sulle orme di Cristo Signore, 
seguiamo l’austero cammino 
della santa Quaresima. 

La legge e i profeti annunziarono 
dei quaranta giorni il mistero. 
Gesù consacrò nel deserto 
questo tempo di grazia. […] 

Sia parca e frugale la mensa, 
sia sobria la lingua e il cuore. 
Fratelli, è tempo di ascoltare 
la voce dello Spirito. 
                (dalla Liturgia) 



1. Meditiamo la pagina evangelica. Ecco alcuni spunti. 

1. La seconda tappa dell’itinerario quaresimale concentra l’attenzione sul Cristo Trasfigurato: Marco 9,2-10). Il Cristo tentato nel deserto è il Cristo trasfigurato sul monte, che apre a noi la luce trasformante della sua Pasqua di passione, morte e risurrezione. E così l’itinerario quaresimale si presenta, sin dall’inizio, già orientato verso la Pasqua del Signore, verso il nostro morire con Lui per risorgere e vivere con Lui già in questa vita, nel nostro oggi. 
     Per questo la pagina evangelica narra dell’esperienza dell’evento della Trasfigurazione che Gesù visse non in solitudine ma con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, discepoli che sono considerati le “colonne della Chiesa” (cf. Galati 2,9) e che rappresentano, rispettivamente, la Chiesa di Roma, la Chiesa di Gerusalemme, le Chiese dell’oriente, ovvero tutte le Chiese: e così «fu trasfigurato davanti a loro» (Marco 9,2). Questo vuol dire che anche noi e tutte le nostre comunità ecclesiali siamo “presi da Gesù”, convocati da Lui, per partecipare alla sua trasfigurazione, affinché in Lui e con Lui veniamo trasfigurati anche noi.




2. Come qualificare l’esperienza della Trasfigurazione? È scritto: «Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime» (Marco 9,2-3). È un’esperienza di luce divina interiore che coinvolge e trasforma l’umanità di Gesù («le sue vesti»). Non è una luce che irradia e splende dall’esterno, ma dall’interno della persona di Gesù (questo lo sanno bene gli iconografi): è la presenza di Dio (cf. Salmo 27,1; 1Giovanni 1,5) che “prende corpo” nell’umanità del Figlio e lo rende fedele ascoltatore della Parola di Dio, qui rappresentata da Mosè (la Torah) e da Elia (i Profeti), poiché la Parola di Dio è Luce che illumina il cammino dell’esistenza umana (cf. Salmo 119,105; Sapienza 18,4). Gesù ascolta la Parola, si confronta con essa, da essa riceve luce e sapienza. Ma nel contempo Gesù, senza annullare Mosè ed Elia, diventa il riferimento centrale di tutta la S. Scrittura, perché di essa è il compimento, la piena realizzazione: è la Parola “fatta carne”, vissuta fino in fondo nella sua umanità. 


3. Ma come “vedere” la luce divina interiore nell’umanità del Figlio?
    I tre discepoli, nella persona di Pietro, avvertono in un certo senso la bellezza spirituale  
dell’esperienza (Marco 9,5: «Rabbì, è bello per noi essere qui»), ma la vera visione di questa bellezza avviene attraverso l’ascolto – nello Spirito – della parola e dello stile di vita del Figlio (Marco 9,7: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»). 

  Solo lo Spirito (la “nube”), che avvolge, illumina e guida, ci fa entrare attraverso l’ascolto nell’umanità trasfigurata del Figlio e ci permette di contemplare la luce che c’è in Lui, ci fa contemplare la sua bellezza. Avviene così una “circolarità” tra ascolto e visione: si ascolta vedendo/contemplando e si vede/si contempla ascoltando. La sola visione/contemplazione non basta, perché si rischia di dire parole vuote e senza senso, si rischia di costruirsi un’immagine di Cristo astratta o elaborata a proprio uso e consumo, se non c’è l’ascolto del Figlio, ovvero se non ascoltiamo le sue parole e le sue opere, i suoi detti e i suoi fatti, i suoi discorsi e il suo stile di vita intimamente connessi. 

E nemmeno solo l’ascolto non basta: è necessario che nell’ascolto del Figlio contempliamo la sua vita segnata dalla logica del dono di sé, della consegna di sé. È questa la Bellezza del Figlio. Lo conferma l’apostolo Paolo (vedi la seconda lettura: Romani 8,31-34): il Figlio, anche nella condizione di Risorto, continua a donarci se stesso. 


Così è scritto per dir come ama:
egli non ha risparmiato il suo Figlio
ma lo ha dato per tutti gli uomini,
come darà ogni dono con lui.




  

Per dire quanto Iddio rispetti
la libertà del suo stesso creato:
fu l’obbedienza del Figlio a segnare
l’inevitabile morte d’amore.


Se dunque Dio è così per noi tutti,
chi potrà essere contro di noi?
Se è quest’amore a guidare la storia
di cosa deve temere un eletto?
                  (Davide Turoldo)


          Lo conferma anche la pagina della prova di Abramo (vedi la prima lettura: Genesi 22,1-18), pagina che però va capita. Dio non è così crudele da volere sacrifici umani per soddisfare il suo desiderio di giustizia. No. «Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli» (vedi salmo responsoriale: Salmo 116).

             Dal dinamismo della narrazione della pagina della Genesi si comprende, invece, che il vero e autentico sacrificio che Dio vuole da Abramo e da tutti noi è il timore di Dio, cioè il rispetto affettivo per Lui, il prenderlo affettivamente sul serio in ciò che dice e in ciò che fa. Quindi per Dio il vero sacrificio è l’obbedienza alla sua Parola («Ora so che tu temi Dio… perché tu hai obbedito alla mia voce»). 

                Abramo amava talmente il figlio Isacco, lo sentiva talmente suo, da dimenticare che Isacco è il figlio della promessa, che Isacco è dono di Dio, che Isacco non appartiene ad Abramo. E allora Abrammo è messo alla prova da Dio per imparare di nuovo a vivere la sua paternità nell’ottica della fede e del dono e non in quella del possesso; perciò Dio ferma ad Abramo la mano che impugna il coltello e gli riconsegna di nuovo il figlio Isacco, come il figlio della promessa, come il figlio del dono. 

                Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Gesù Cristo, non è il Dio che crocifigge gli uomini, ma sono gli uomini che crocifiggono Dio nel suo Figlio Gesù, non riconoscendo Gesù come il dono di Dio. Ma cosa avviene? Avviene che Dio, risuscitando il Figlio, ce lo riconsegna come un dono per tutti noi. 



4. È questa la Bellezza del Figlio di Dio, della quale siamo stati rivestiti nel battesimo, indossando le sue vesti bianche e splendide, affinché «noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2Corinti 3,18). 


Dio, sei lo splendore dei fiori e delle stelle,
la bellezza del volto dei fanciulli,
la gloria del creato:
dona anche a noi facce luminose
tu che sei la luce dello stesso pensare
e anche i nostri corpi grondino luce. Amen.
                 (Davide Turoldo)

         Ogni domenica, ascoltando la Torah, i Profeti, gli Apostoli e il Vangelo di Gesù, e assimilando il suo corpo donato, facciamo anche noi l’esperienza della trasfigurazione: “diventiamo ciò che mangiamo”, ovvero “corpo donato del Signore”, in comunione con tutti i fratelli e le sorelle nella fede, anch’essi parte della Chiesa, Corpo del Signore.


III. Intercessioni
Solista: Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio di Gesù è il Dio che provvede e benedice. Con cuore umile e fiducioso innalziamo al suo Figlio Amato le nostre preghiere ed insieme diciamo:

      Tutti: Signore, ravviva la nostra speranza

Voce 1: - Tu, Signore Gesù, ogni domenica porti in alto la tua Chiesa, per imparare da Te l’arte dell’ascolto della Voce del Padre. Avvolta dalla nube della tua presenza, fa che essa possa contemplare la bellezza del cammino cristiano come itinerario di progressiva crescita nella fede e in umanità. Preghiamo.

Voce 2: - Dona, Signore Gesù, a tutte le comunità sparse in mezzo ai popoli la forza ed il coraggio di essere lievito di fraternità e di pace in un mondo sempre più percorso dai venti della sopraffazione economica e dal facile ricorso alla violenza delle armi. Preghiamo.

Voce 1: - Scenda, Signore Gesù, la tua pace su tutto il continente africano, sul Congo, sul Sud-Sudan, sulla Somalia. Non dimenticare, Signore il popolo ancora martoriato dell’Iraq, Afganistan e della Siria. Sii consolazione e forza per tutti gli sfollati, per quanti sono lontani dalle loro case e dai loro affetti familiari. Preghiamo.

Voce 2: - A Te, Signore Gesù, affidiamo i parenti, gli amici e tutte le persone che vivono sulla loro carne la precarietà della malattia. Ti affidiamo in modo particolare tutti coloro che sono alle prese con le malattie auto-immunitarie o con malattie tumorali. Dona a tutti di non smarrire la fede e di poter vivere con sapienza questo grave condizionamento della loro esistenza. Preghiamo.

Voce 1: - Davanti a te, Gesù, Figlio Amato del Padre, ricordiamo i nostri parenti e amici defunti e le vittime del coronavirus [pausa di silenzio, e poi riprendere a leggere →]; ci ricordiamo anche delle vittime dell’omofobia, della misoginia, dell’odio razziale e dell’intolleranza religiosa. Concedi a tutti di contemplare la luce del tuo Volto. Preghiamo.


Solista: Come popolo di Dio, chiamato a rinascere nel deserto della vita, diciamo insieme:

Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
          venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà
          come in cielo, così in terra.
          Dacci oggi il nostro pane quotidiano
          e rimetti a noi i nostri debiti,
          come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
          e non abbandonarci alla tentazione,
          ma liberaci dal male. Amen.


- Concludere con la Preghiera:

Tutti: Signore Gesù, tu che conosci il nostro cuore, non farci mancare la tua luce e il tuo sostegno nel cammino della vita e accompagnaci con il tuo Santo Spirito nell’ascolto obbediente del tuo Vangelo. Te lo chiediamo perché tu sei il Volto luminoso di Dio, vivente nei secoli dei secoli. AMEN.


Solista: Benediciamo il Signore.

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.


IV. Proposta di preghiera per il pranzo


Tutti: Signore Dio nostro,
il tuo Figlio Gesù ha promesso
a coloro che sono riuniti nel suo nome,
di essere in mezzo a loro.
Concedi a noi di cercare con perseveranza,
la luce del suo Volto,
per vivere sempre nel suo amore.
Sii benedetto, Padre nostro,
per l’abbondanza dei tuoi doni,
in Cristo Gesù nostro Signore. Amen.
(da Preghiere per una tavola fraterna)