venerdì 12 febbraio 2021

Giornata Mondiale contro l’uso dei bambini soldato - Bambini reclutati come soldati: rapiti e utilizzati dai gruppi armati anche a 6 anni

Giornata Mondiale contro l’uso dei bambini soldato

Il 12 febbraio è la Giornata Mondiale contro l’uso dei bambini soldato. Dal 2106, in 18 Paesi è stato documentato l’impiego di bambini soldato nei conflitti armati. Siria, Yemen, Somalia, Nigeria sono tra i Paesi nei quali la pratica è molto diffusa.



"Ero molto giovane", ci racconta Pablo, che ha passato due anni nelle mani delle milizie. "E un giorno stavo tornando dai campi con mamma e papà e siamo stati presi in un'imboscata da un gruppo armato chiamato "Mayi-Mayi". Hanno minacciato i miei genitori, li hanno picchiati. E mi hanno portato via nella foresta".
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A Pablo è stata data una seconda possibilità: durante la riabilitazione ha imparato a fare il falegname e ha trovato una nuova strada. Ma con il numero di conflitti in aumento, si stima che centinaia di migliaia di bambini rimarranno bloccati in un ciclo infinito di violenza. Senza via d'uscita.

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12 febbraio Giornata Internazionale 
contro l’uso dei Bambini Soldato


Esiste un esercito di 250 mila minori sia maschi che femmine che in almeno 14 paesi nel mondo combattono ogni giorno. Vengono abusati fisicamente e psichicamente. Vengono usati come fossero fantocci, ed invece sono solo bambini che avrebbero diritto a un’istruzione e alla serenità famigliare.

Bambini che spesso vengono reclutati per andare a combattere in zone di guerra. Il 12 febbraio, é il giorno in cui nel 2002 è entrato in vigore il Protocollo Opzionale alla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia nel coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati. É la Giornata Internazionale contro l’uso dei Bambini soldato.

Da quel 2002 sono passati 21 anni, ed ancora oggi molti bambini vengono arruolati, uccisi, fatti scomparire e spesso di loro non si sa nulla. Bambini che non hanno neanche un luogo di sepoltura.

Spesso adolescenti, il più delle volte orfani sopravvissuti alle loro famiglie uccise durante i conflitti. O spesso rapiti dai villaggi.

Sono utilizzati, come scudi, come spie, per il trasporto dei rifornimenti, come merce di scambio e il più delle volte per combattere in guerre che nemmeno conoscono.

Una dramma che coinvolge intere intere future generazioni. Bambini costretti ad assumere droghe per renderli sottomessi ed in questa assurda infamia sono coinvolte anche moltissime bambine, spesso abusate e rese schiave sessuali.

Oggi purtroppo si assiste ad un crescendo del fenomeno in quanto le condizioni di povertà in molti paesi portano molti di questi ‘ragazzini’ ad arruolarsi volontariamente, sia per dare un contributo economico alle famiglia e sia perché la vita da ‘soldato’ é in qualche modo migliore e una garanzia di sopravvivenza alla precaria vita civile.

Per ricordare questa giornata l’Associazione Mete Onlus con il Patrocinio della Lega Pro presenta “Peaceful World and Human Rights” un Messaggio di Pace, Uguaglianza e Stop ai Bambini Soldato diffuso attraverso il linguaggio universale dello Sport, tramite un webinar che si terrà nella giornata del 12 febbraio 2021 alle ore 18.00.

Attraverso la proiezione di un video girato presso lo Stadio di Calcio della Città di Palermo si vuole dare enfasi al linguaggio universale dello sport e sensibilizzare sul tema troppo spesso poco dibattuto.

“La Lega Pro aderisce alla campagna promossa da Mete Onlus in occasione della Giornata Internazionale contro l’uso dei Bambini Soldato – spiega Francesco Ghirelli, Presidente Lega Pro – e si lega a progetti, ad iniziative, a gesti che difendono i diritti dei bambini.

Il calcio è uno straordinario ambasciatore di valori e rappresenta il gioco. Ogni bambino ha il diritto di giocare. Lo stadio è il luogo delle famiglie, ha una funzione, oltre che sportiva, formativa. É luogo di incontro delle generazioni come nelle immagini, pre-Covid, di quando i nonni scesero in campo, nel turno dedicato ai nonni nel campionato di Serie C, con i nipotini. Il pallone ha il dovere di lanciare un messaggio forte: i bambini devono giocare e saper giocare”.

Lo sport è un linguaggio universale, intrinsecamente vi è della comunicazione, è sociale. Nei secoli passati in occasione delle Olimpiadi i Paesi in guerra le sospendevano per assistere alle competizioni. Perché lo sport é anche il momento della riflessione.

L’Associazione Mete Onlus attraverso la Presidente Giorgia Butera, intende inoltre partecipare attivamente alla sfida globale posta dalla Agenda 2030 delle Nazioni Unite rispondendo nel costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani. L’attuazione dell’Agenda 2030 richiede, infatti, un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.

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Bambini reclutati come soldati: 
rapiti e utilizzati dai gruppi armati anche a 6 anni

Secondo l’UNICEF, l’utilizzo, terribile, dei bambini nei conflitti armati costituisce una serie di violazioni dei diritti dei bambini e non può esistere ancora nel 2021. I bambini sono costretti a eseguire e assistere ad atrocità. I bambini vengono uccisi, feriti, mutilati, abusati mentalmente e sessualmente. Tutto questo è una minaccia alla vita ed estremamente dannoso per i bambini e il loro sviluppo. Deve finire adesso.

Secondo il Rapporto 2019 del Segretario Generale su infanzia e conflitti armati, nel 2019 sono stati circa 7.750 i bambini reclutati e utilizzati da forze e gruppi armati, alcuni persino di 6 anni. Anche se inferiore rispetto al 2018, questo dato è ancora preoccupante.
La maggior parte dei casi sono stati perpetrati da attori non statali in Repubblica Democratica del Congo, Somalia e Siria.
Le azioni rafforzate di prevenzione hanno portato al rilascio o alla separazione di oltre 13.200 bambini dalle forze armate o dai gruppi armati nel 2019.

Per coloro che riescono a scappare o vengono rilasciati, l’assistenza disponibile è molto limitata. Le ferite fisiche, se non curate, possono diventare disabilità per la vita, quelle mentali possono causare conseguenze psicologiche di lungo periodo come disturbi post traumatici da stress.

“Con frustrazione e impazienza chiedo a tutti i gruppi e le forze armati di interrompere il reclutamento e l’uso di bambini, immediatamente”, ha dichiarato Andrea Suley, Rappresentante a.i. dell’UNICEF in Sud Sudan. “Chiedo al Governo del Sud Sudan di destinare dei fondi e avviare l’implementazione del Piano di Azione contro tutte le sei gravi violazioni contro i bambini nei conflitti armati, firmato lo scorso anno.”




Quando chiudo gli occhi: la serie basata sulle esperienze reali dei bambini

Questa settimana, mentre il mondo ricorda la Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini-soldato, l’UNICEF ha lanciato una video-serie dal titolo “Quando chiudo gli occhi”. Basata su esperienze reali di bambini in Sud Sudan, la serie ha l’obiettivo di portare attenzione sulle conseguenze psicologiche del venire utilizzati da gruppi e forze armate. Dopo essere stati rilasciati o scappati, i bambini spesso hanno incubi, comportamenti aggressivi, pensieri intrusivi e ansia.

Una cattiva salute mentale è molto dannosa per lo sviluppo dei bambini, ma è spesso trascurata o non curata, visto che i fragili sistemi di assistenza sanitaria lottano per gestire i bisogni più elementari di assistenza sanitaria. In Sud Sudan, dove il numero di bambini usati in conflitti armati è alto, ci sono solo 3 psichiatri, 23 psicologi e 1 centro psichiatrico con posti letto limitati. Con la chiusura delle scuole a causa del COVID-19, un ulteriore importante spazio per il supporto psicosociale è venuto meno, peggiorando una situazione già difficile.

Gli operatori sociali sono la spina dorsale del programma di reintegro supportato dall’UNICEF per i bambini associati a forze e gruppi armati. Ogni bambino è seguito da un operatore sociale per 3 anni per aiutarlo a superare le esperienze difficili e ricostruire la sua vita e il suo futuro. Lo scorso anno il programma non è stato finanziato per il 73% e non ha avuto la possibilità di rispondere a tutti i bisogni.

"Fornire ai bambini, che ne hanno già passate tante, la cura e il sostegno di cui hanno bisogno per ricostruire le loro vite dovrebbe essere una priorità urgente”, ha continuato Suley. Questo significa un aumento dei finanziamenti per i programmi esistenti e un approccio ambizioso per ampliare l'assistenza alla salute mentale.

La natura delle violazioni dei diritti dei bambini rende difficile stimare quanti bambini siano attualmente utilizzati o siano stati utilizzati da gruppi e forze armate, ma sulla base di numerose segnalazioni l’UNICEF può presumere con sicurezza che sono migliaia i bambini utilizzati da gruppi e forze armate solo in Sud Sudan. L’UNICEF ha lanciato un appello di 4 milioni di dollari per il programma CAAFAG in Sud Sudan nel 2021

Il programma CAAFAG in Sud Sudan

Dal 2013, l’UNICEF ha supportato il rilascio e il reintegro di 3.785 bambini associati a forze e gruppi armati in Sud Sudan.

Sotto l’ombrello della Commissione Nazionale per il Disarmo, la Smobilitazione e il Reintegro del Governo del Sud Sudan, i bambini rilasciati vengono affidati a strutture temporanee realizzate dall’UNICEF e i suoi partner dove ricevono beni come vestiti, cibo e servizi sanitari.

Poi vengono registrati e l’UNICEF inizia a rintracciare le famiglie per il ricongiungimento, laddove necessario.

I bambini ricevono anche consulenza e altri servizi per il supporto psicosociale e pacchetti di reintegrazione sociale ed economica come il sostentamento, attività di generazione di reddito e formazione professionale e di abilità per la vita. L'UNICEF crea un piano multisettoriale di tre anni per ogni bambino per garantire che venga seguito e riceva le cure necessarie.