domenica 3 gennaio 2021

LITURGIA DOMESTICA - TEMPO DI NATALE 6 GENNAIO EPIFANIA DEL SIGNORE - Fraternità Carmelitana di Barcellona Pozzo di Gotto

LITURGIA DOMESTICA 

TEMPO DI NATALE 

6 GENNAIO
EPIFANIA DEL SIGNORE


Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto
a cura di fr. Egidio Palumbo



Preparare in casa 
l’“angolo della preghiera” 

Entriamo nel tempo liturgico dell’Avvento, tempo di attesa vigilante e operosa del Signore che viene. Egli è già venuto nell’umiltà facendosi uomo, ed è morto, è risorto e vive in mezzo a noi. Eppure egli ha promesso di venire ancora in un giorno che non ci è dato di sapere: verrà come Risorto, nel segno del dono di sé, per portare a compimento l’opera che ha iniziato realizzando il suo regno di amore, di giustizia e di pace. 

Noi dobbiamo soltanto attenderlo con operosa vigilanza. Perciò ad ogni celebrazione eucaristica diciamo: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta». E anche per questo nel Padre Nostro invochiamo: «venga il tuo regno». 

Ebbene, siamo chiamati a vivere l’Avvento con attesa vigilante, pronti, cioè, a cogliere i segni della sua venuta. E così saremo preparati a celebrare il Natale del Signore, dove faremo memoria-attualizzazione della sua prima venuta nella piccolezza, nell’umiltà e nel dono di sé; e, nel contempo, faremo memoria-attualizzazione della sua seconda venuta che attendiamo come Risorto, il quale verrà sempre nel segno della piccolezza, dell’umiltà e del dono di sé. 

Un modo per attenderlo nella vigilanza è quello di perseverare nella preghiera in famiglia. Non esiste solo la chiesa parrocchiale o la chiesa santuario per pregare. Per i cristiani ognuno – a motivo del battesimo e della cresima – è sacerdote in Cristo e quindi chiamato a pregare per sé e per gli altri, e ogni famiglia cristiana è chiamata per vocazione ad essere chiesa domestica

Per cui ogni famiglia può approntare in casa l’“angolo della preghiera”, quello che i nostri fratelli cristiani della chiesa orientale chiamano “l’angolo della bellezza”. 

In un luogo della casa, su un tavolo o su un mobile o su una mensola si possono collocare una icona del Cristo, una lampada (da accendere per la preghiera), una Bibbia aperta e un fiore. Ecco l’angolo bello, l’angolo da cui, attraverso l’icona, lo sguardo di Dio veglia sulla famiglia. Non siamo noi a guardare l’icona, ma è l’icona a guardare noi e ad aprirci alla realtà del mondo di Dio. 

Per il tempo di Avvento e di Natale l’“angolo della preghiera” diventa certamente il presepe e la corona dell’avvento (quattro candele a cerchio: ognuna si accende ad ogni domenica di avvento; a natale si sostituiscono con una candela bianca o dorata), che ci ricordano il Figlio di Dio, luce del mondo, venuto a stare con noi nella piccolezza, nell’umiltà, nel dono di sé e nell’accoglienza dei vicini (i pastori) e dei lontani (i magi). 

In questo angolo la famiglia si riunisce per pregare in un’ora del giorno compatibile con i ritmi di lavoro. 

Si può pregare seguendo varie modalità: 

- Prima modalità. Leggere il brano del vangelo della liturgia del giorno, breve pausa di silenzio, poi recitare con calma il salmo responsoriale corrispondente e concludere con la preghiera del Padre Nostro, la preghiera dei figli di Dio e dei fratelli in Cristo Gesù (per le indicazioni del vangelo e del salmo del giorno utilizzare il calendarietto liturgico). 

- Seconda modalità. Per chi sa utilizzare il libro della Liturgia delle Ore, alle Lodi e ai Vespri invece della lettura breve, leggere il vangelo del giorno alle Lodi e la prima lettura del giorno ai Vespri. 

- Terza modalità. Si può utilizzare un libretto ben fatto, acquistabile nelle librerie che vendono oggetti religiosi. Si intitola “Amen. La Parola che salva” delle edizioni San Paolo, costa € 3,90 ed esce ogni mese. 

Di ogni mese contiene: la preghiera delle Lodi del mattino, le letture bibliche della celebrazione eucaristica dei giorni feriali e della domenica con una breve riflessione, la preghiera dei Vespri della sera, la preghiera di Compieta prima del riposo notturno e altre preghiere. 

Scrive papa Francesco in Amoris Laetitia al n. 318, dando altri suggerimenti per la preghiera: 

«Si possono trovare alcuni minuti al giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia». 

Sì, la preghiera in famiglia rafforza la nostra fede in Cristo Gesù e rende saldo il vincolo d’amore tra marito e moglie, tra i genitori e i figli, tra la famiglia e il territorio in cui abita e il mondo intero. 

In questa proposta di Liturgia Domestica seguiamo la prima modalità.



6 Gennaio 

Epifania del Signore 


I. Apertura della Liturgia domestica

Solista: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen.


(Accensione della candela bianca o dorata)



Tutti: Cantate al Signore un canto nuovo,
cantante al Signore, uomini e donne di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo Nome
“Emmanuele”, “Dio-con-noi”,
a tutti i popoli narrate le sue meraviglie.

Solista: Gesù è la Stella radiosa del mattino,
   il Giorno che non muore,
   il Sole che risplende,
   la Luce del cammino.
   la Gioia dell’incontro.

Tutti: Cantate al Signore un canto nuovo,
          cantante al Signore, uomini e donne di tutta la terra.
          Cantate al Signore, benedite il suo Nome
          “Emmanuele”, “Dio-con-noi”,
           a tutti i popoli narrate le sue meraviglie.


II. Ascolto orante del vangelo di Matteo (2,1-12)
Apriamo il vangelo di Matteo a al cap. 2. Facciamo una breve pausa di silenzio, e poi chiediamo allo Spirito Santo che ci apra alla comprensione di questo scritto che contiene la Parola di Dio per noi oggi.

Tutti: Vieni, Santo Spirito,
           manda a noi dal cielo
           un raggio della tua luce.
           Vieni, padre dei poveri,
           vieni, datore dei doni,
           vieni, luce dei cuori.

Leggiamo attentamente e con calma la pagina di Matteo, cap. 2, dal verso 1 fino al verso 12.

Dopo la lettura del vangelo recitare insieme:
«Dov’è il re dei Giudei che è nato?
Abbiamo visto la stella risplendere…».
I sacerdoti e gli scribi sapevano,
ora lo sanno perfino i potenti! […]




Se vuoi, amico, con pace sicura
attraversar il mar della vita,
come una vela la fede ti porti
dietro la stella di questi sapienti.

La lunga strada che han percorso,
coperti i piedi e le vesti di fango!
E quella stella che appare e dispare:
a sciami i dubbi ronzavano intorno.
           (Davide Turoldo)


1. Meditiamo la pagina evangelica. Ecco alcuni spunti.

La solennità dell’Epifania del Signore evidenzia un aspetto del Natale del Signore: la manifestazione del Signore Gesù a tutta l’umanità, e non solo ad Israele (vedi la prima lettura: Isaia 6,1-6; e la seconda lettura: Efesini 3,2-3.5-6). “Epifania”, infatti, significa “manifestazione”. Con l’Epifania, Gesù Bambino, contemplato, nella luce della Pasqua, come il Signore del mondo, si manifesta come tale a tutti i popoli della terra, cioè ai pagani, ai non ebrei – rappresentati dai Magi –, e si manifesta anche a noi e agli uomini e donne del nostro tempo, perché quei Magi rappresentano anche noi, il nostro cammino della fede, la nostra ricerca del Signore. Così si rivolgeva il papa Leone Magno ai fedeli di Roma: 

«Carissimi, riconosciamo nei Magi che adorano Cristo le primizie della nostra vocazione e della nostra fede, e celebriamo con i cuori pieni di gioia gli inizi di questa beata speranza, perché da quel momento noi abbiamo cominciato ad entrare nella eterna eredità. Da allora, infatti, sono state aperte e svelate a noi le misteriose pagine delle S. Scritture che riguardano il Cristo e la verità […] ha effuso la sua luce in tutte le nazioni. 
Si onori, perciò, il santissimo giorno nel quale si è manifestato l’autore della nostra salvezza: colui che i Magi adorarono nella culla noi adoriamolo onnipotente nei cieli. E come essi offrirono dai loro tesori i mistici doni al Signore, così pure noi dai nostri cuori facciamo offerte che siano degne di Dio. 
Infatti, benché egli sia il donatore di tutti i beni, vuol vedere il frutto della nostra laboriosità. Poiché il Regno di Dio non è dato ai dormienti, ma a chi fatica e a chi veglia nella pratica dei comandamenti di Dio. […] Cessate dagli odii, aborrite la menzogna, con l’umiltà distruggete la superbia, guardatevi dall’avarizia e amate la generosità» (Omelia II,4 dell’Epifania). 

2. Nell’Epifania del Signore la pagina del vangelo (Mt 2,1-12) ci parla del viaggio dei Magi verso Betlemme. I Magi sono dei pagani (o, secondo altra dizione, “Gentili”, “Genti”) che esprimono una loro sapienza, vale a dire un loro modo di vedere la vita, di gestire le situazioni, di stare in questo mondo. Essi, dunque, in quanto pagani ci rappresentano, perché anche noi occidentali non siamo di origine ebraica, almeno la maggioranza, ma di cultura pagana, per lo più greco-romana; anche noi abbiamo una nostra sapienza che ci deriva dalla nostra matrice culturale, e quindi una nostra visione della vita, un nostro modo di gestire le situazioni e di stare in questo mondo. 

La sapienza dei Magi è una sapienza non chiusa ma aperta alla ricerca. Essi cercano qualcuno, cercano un Re Sapiente che dia un Senso ulteriore alla loro vita. È tipico del vero sapiente — la sapienza biblica ce lo testimonia; si leggano i libri sapienziali della Bibbia: in particolare Proverbi, Sapienza, Siracide — non accontentarsi della tradizione ricevuta, né degli insegnamenti appresi, né dei risultati raggiunti, ma cercare sempre di più, spingersi in avanti, guardare oltre verso altri e nuovi orizzonti. 

Per questo i Magi compiono un viaggio che, in realtà, è un itinerario di ricerca esistenziale e spirituale, dove l’iniziativa non parte soltanto da loro ma anche da quella Stella, simbolo cosmico della presenza di Dio che con la sua Luce li guida e li attira a sé; nello stesso tempo la Stella diviene simbolo del Messia atteso, come aveva preannunciato il mago arameo o ammonita Balaam («Io vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele»: Numeri 24,17) e come poi sarà chiamato il Cristo Gesù dal libro dell’Apocalisse (2,28; 22,16) : «la Stella del mattino». 

La ricerca dei Magi, però, non è puramente soggettiva, ma si apre al confronto con l’altro, con le S. Scritture che le vengono annunciate a Gerusalemme (Matteo 2,5-6): il Messia Re e Pastore nasce in un piccolissima località, non nella reggia di Erode, né nei Palazzi del potere politico e religioso, né in qualche famoso Centro Culturale o Aziendale; se lo si vuole incontrare, Egli è presente e si manifesta là dove stanno i semplici, i piccoli (anche loro hanno una sapienza!) della terra e della storia. 

Dio delle genti, 
Dio Padre di tutti gli uomini, 
tu certo sei più vicino a quanti 
noi pensiamo ti siano lontani 
perché ci vuoi tutti salvi;
Dio unico e universale, 
Dio, unità di ogni vita 
che attiri a te nell’amore l’intero creato, 
fa’ di noi tutti una sola famiglia 
nell’armonia libera e necessaria.




Dio, tu sei la sorpresa senza fine,
e imprevedibili sono le forme sotto cui ti celi:
che nessuno si stanchi di cercarti, Signore!
Il segno che ti abbiamo trovato
è il fatto che ti cerchiamo ancora,
che ti cerchiamo sempre, Signore;
e nessuno mai osi dire:
Ecco, io so tutto di Dio!
          (Davide Turoldo)


3. E così l’itinerario di ricerca dei Magi approda al luogo dell’epifania-manifestazione del Messia: è qui che la piccolezza del Messia Signore illumina l’esistenza dei Magi e nel contempo la nostra esistenza. Infatti la Stella staziona là dove è presente il Messia. 

Non ci deve sfuggire che la “casa” dove i Magi vedono «il bambino con Maria sua madre» (Matteo 2,11) rappresenta la comunità ecclesiale, il popolo di Dio. È importante questo particolare, sia per la stessa comunità ecclesiale sia per i Magi, cioè per tutti coloro che compiono un cammino di ricerca esistenziale e spirituale. Per la comunità ecclesiale: perché cresca nella consapevolezza di non dover manifestare se stessa, le sue belle istituzioni, iniziative e organizzazioni, bensì il Messia Re e Pastore che viene e illumina con la sua piccolezza. Per quelli che sono in ricerca (e un po’ tutti noi lo siamo): perché l’incontro con il Messia Re e Pastore non è soltanto un evento personale ma anche ecclesiale; il Signore lo si incontra assieme ad altri fratelli e sorelle, fragili umanamente come noi, dai quali riceviamo sostegno e testimonianza, con i quali condividiamo la stessa fede; e non certamente da quelli come Erode, anche se credenti, ma superbi ed eccentrici nella gestione del potere.

Dinnanzi al Messia i Magi si prostrano per adorarlo, cioè lo riconoscono come il Signore della loro vita e della loro storia, e riconoscendolo come il Signore si lasciano illuminare dalla sua Parola e dal suo stile di vita segnato dalla piccolezza. 

E infatti, dopo l’adorazione «aprirono i loro tesori e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra»: non è soltanto un gesto di riconoscimento della regalità (oro), della divinità (incenso) e dell’amore appassionato (mirra) del Messia Signore, ma anche la loro risposta esistenziale di fede al Messia Signore; rispondono con i loro doni ormai trasfigurati dalla Luce del Messia Signore: con il dono della fede purificata “come oro nel crogiuolo”, con il dono della lode “come incenso che sale dinnanzi al suo volto”, con il dono della speranza “che attende e geme per un mondo diverso dove tutti si sentono figli e fratelli”, con il dono della carità come attenzione all’altro, con il dono della sapienza come capacità di saper dare un Senso vero e autentico anche alle piccole cose quotidiane dell’esistenza. Tutto questo, e certamente altro ancora, i Magi offrono al Signore.

 


E poiché dice il Signore: «là dove è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Matteo 6,21), dentro ogni dono c’è l’offerta di sé, maturata nella consapevolezza che la vita va vissuta nella logica pasquale del dono, così come l’ha vissuta il Messia Signore, Re e Pastore che hanno incontrato. Anche nell’Epifania si evoca la Pasqua del Signore. E non a caso in questa solennità si dà l’Annuncio del Giorno di Pasqua. 

Dopo l’adorazione del Signore, i Magi ritornano al loro paese, ma percorrendo «una via altra» (Matteo 2,12), non quella che porta ad Erode, bensì una “via altra”, vale a dire un’esistenza diversa, quella, appunto, che hanno visto incontrando il Signore. E così il loro “sogno” di una sapienza più vera, di un mondo più autentico, comincia a diventare realtà, perché è la loro esistenza che sta cambiando… 


Tutte le genti da sempre ricercano,
pure incoscienti, quest’unica cosa:
tutti chiamati a formare un regno
che attraversa l’intera creazione.

 




Questo il mistero nascosto nei secoli
che ora nel Figlio ci hai rivelato:
una è la fede, il corpo, il destino,
uno il Padre che opera in tutti.
Per questo, Cristo, sei l’ultimo uomo:
perché nessuno si senta escluso!
Umanità senza te non esiste,
il solo ideale che tutti cerchiamo.
                   (Davide Turoldo)


III. Intercessioni


Solista: Lasciamoci illuminare dal mistero che celebriamo, dalla Parola che abbiamo ascoltato e, pregando insieme gli uni per gli altri, chiediamo la Sapienza che viene dall’alto, invocando insieme: 


Tutti: R. Gloria a Te, Signore


Voce 1: Signore Gesù, rendi la tua Chiesa e tutte le comunità sparse nel mondo simili alla casa di Betlemme: una povertà che sa accogliere ogni uomo, uno spazio di relazioni umane e fraterne. Noi ti invochiamo.

Voce 1: Tu, con la tua venuta, o Gesù, hai deposto in ogni persona umana la nostalgia dell’unità e della comunione: dona al mondo il coraggio di ripudiare la guerra per aprire veri sentieri di pace. Noi ti invochiamo.

Voce 2: Sono tante le persone che, come i Magi, si trovano in stato di ricerca: è ricerca del pane, di un lavoro, di una casa, di un affetto; è ricerca di un senso da dare alla vita quotidiana; è, soprattutto, ricerca di compassione e di umanità. Sostieni e accompagna tutti, o Gesù, con la luce della tua Parola. Noi ti invochiamo.

Voce 2: Ti presentiamo, o Signore Gesù, le nostre famiglie, i nostri parenti, i nostri amici ammalati, i giovani con i loro smarrimenti, la loro generosità e le loro inquietudini, le comunità parrocchiali e religiose di questa nostra città. Per tutti e per ognuno, noi ti invochiamo.

Voce 1: Davanti a te, o Gesù, Fratello accogliente, ci ricordiamo dei nostri parenti e amici defunti e delle numerose vittime del Coronavirus [pausa di silenzio, e poi riprendere a leggere →]; ci ricordiamo anche dei migranti morti nei nostri mari e sulle nostre strade, di tutti coloro che sono morti per l’inquinamento, per i terremoti, per le alluvioni. Dona a tutti di contemplare la luce del tuo Volto. Noi ti invochiamo.

Solista: Come popolo di Dio, in cammino nella costante ricerca del Volto di Dio, diciamo insieme:

Tutti: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti,
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.


- Concludere con la Preghiera:
Tutti: Accogli ed esaudisci, o Gesù, la nostra preghiera. E come ai Magi, anche a noi dona la tua luce e la tua sapienza, affinché riscopriamo il Senso vero della vita. Te lo chiediamo perché sei nostro Signore e Fratello, vivente nei secoli dei secoli. AMEN.

Solista: Benediciamo il Signore.

Tutti: Rendiamo grazie a Dio.


IV. Proposta di preghiera per il pranzo
Tutti: Signore Dio nostro,
il tuo Figlio Gesù si è manifestato al mondo
per illuminare coloro che giacevano
nel non-senso della vita.
Fa’ che camminiamo nella luce della sua sapienza,
ringraziandoti dell’abbondanza dei tuoi doni
e frutto del nostro lavoro,
per Cristo nostro Signore. Amen.