venerdì 27 novembre 2020

AD10S Diego...

AD10S Diego...



Dalla bacheca di Don Giovanni Berti:

... sarebbe bello dare un calcio a tutto quello che sta succedendo nel mondo. Dare un bel calcio non solo al covid, ma anche a tutte le violenze, ingiustizie e sfruttamenti...
La partita del mondo è gioco di squadra... e anche un campione e fuoriclasse come Maradona lo sapeva bene sul campo...
Maradona ha unito dentro e fuori il campo...
Ricordiamo lui e tutti gli altri campioni dello sport facendo gioco di squadra... sempre



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Diego, il calcio che sognavamo
di Roberto Beccantini


Diego Armando Maradona è stato troppo per tutti, anche per se stesso. Dimenticarlo sarà impossibile. Ci ha lasciato a 60 anni, l’età che avevamo celebrato non più tardi del 30 ottobre. L’ultimo tango. L’ultimo dribbling. Nato povero, si inventò ricco di talento, così ricco da poter dissipare il sabba che lo circondava e che la sua bulimia, generosa e infinita, aveva contribuito a costruire.

Per me è stato il più grande, più grande persino di Pelé. Gianni Brera lo definì «divino scorfano». Aveva un sinistro ora violino ora coltello; il regolamento, ai suoi tempi, premiava i difensori, e per questo molti, non solo Andoni Goikoetxea, si diedero alla caccia delle sue caviglie. Era un leader naturale in campo e, appena fuori, un seduttore di popoli. Scelse Napoli e la tirò fuori dal medio evo dei luoghi comuni in cui si crogiolava o in cui la tenevamo prigioniera. Vinse un Mondiale quasi da solo – dopo aver battuto, da solo, Inghilterra (di mano e di prodigio) e Belgio – portò al Napoli i primi (e unici) scudetti della storia, la Coppa Uefa, oltre a una Coppa Italia e a una Supercoppa.

Fatico a scrivere cose che, in suo onore, non siano già state scritte o dette. Bambino, palleggiava negli intervalli delle partite. Adulto, continuò a palleggiare nel cuore delle ordalie più rusticane, dispensatore di una prodigalità che portò i compagni a perdonargli tutto, droga, donne, eccessi. Faceva vincere: what else?

Non è stato un ruffiano in un mondo che, se lo fosse stato, lo avrebbe venerato più di quanto non lo abbia usato, per poi buttarlo quando ritenne che fosse arrivato il momento. I campioni hanno bisogno di una squadra; i geni, di una palla. Ecco perché sono sempre andati d’accordo, almeno loro, almeno per novanta minuti alla settimana. Lo rivedo bambino, tra il fango di villa Fiorito, quei capelli che si sarebbero fatti foresta, quel piede, non meno «de Dios» della mano, che già accarezzava ogni cosa che toccava.

Si è tolto molto, ci ha tolto molto. Si piaceva così. Da peccatore a peccatore: grazie, Diego.

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Il Papa ricorda in preghiera Maradona:
nel video il loro ultimo incontro



Il mondo dello sport è in lutto per la morte del calciatore argentino Diego Armando Maradona, da molti considerato il più grande giocatore di tutti i tempi, ma uomo dalle molte fragilità.

Papa Francesco - ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni - informato della morte di Maradona, "ripensa con affetto alle occasioni di incontro di questi anni e lo ricorda nella preghiera, come ha fatto nei giorni scorsi da quando ha appreso delle sue condizioni di salute". Gli incontri con Maradona si sono verificati nel 2014, in occasione della Partita per la pace, e poi nel 2015, nell’ambito delle iniziative e i progetti di Scholas Occurentes. 
La famiglia di Diego Maradona inoltre, secondo quanto riferito da Radio Mitre di Buenos Aires, ha ricevuto un rosario e una lettera di condoglianze inviati da papa Francesco. Non solo: dedicata a Diego Armando Maradona c'è anche una "storia" sull'account Instagram Franciscus, nella sezione storie, con una foto di un loro incontro in Vaticano. La storia è accompagnata dall'hashtag #RIPMaradona.
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Risale ad allora l’abbraccio commosso di Maradona al Papa, la consegna della maglia con su scritto “Francisco” e la dedica: “A Papa Francesco con tutto il mio affetto e molta pace per tutto il mondo”. Ai microfoni di molti giornalisti, Diego Armando dice che tra loro due “il vero fuoriclasse” è il Pontefice. E confessa di essersi allontanato dalla Chiesa ma di aver sentito profonda vicinanza con Francesco per la sua attenzione verso i poveri. “Cosa mi ha detto il Papa? Che mi stava aspettando”.