domenica 20 settembre 2020

"Un cuore che ascolta lev shomea" - n. 45/2019-2020 (A)

"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)




Traccia di riflessione sul Vangelo della domenica
a cura di Santino Coppolino

XXV Domenica del Tempo Ordinario (ANNO A) 

Vangelo:



Attraverso questa parabola Gesù ci rivela come tutto ciò che siamo e abbiamo è dono di Grazia che viene elargito a quanti sono chiamati dal Padre a lavorare per il suo Regno, a coloro che faticano dalla prima ora come a coloro che hanno lavorato un'ora soltanto. «La parabola è un Vangelo in nuce, molto simile al capitolo 15 del Vangelo di Luca» (cit.) Essa è in netto contrasto con l'etica del merito, ed accentua la gratuità di Dio che eccede ogni possibile pretesa. La ricompensa è per tutti, ed è l'Amore gratuito del Padre che non è possibile da guadagnare con la propria fatica, perché pura Grazia. Se non riusciamo a comprendere questo, rischiamo di preferire il dono a Colui che ce lo dona, ci serviamo di Dio per ottenere qualcosa che amiamo più di Lui, lo amiamo non per se stesso, ma solo per la ricompensa promessa. L'amore del Padre non è da guadagnare, tanto meno è da meritare (l'amore meritato si chiama "meretricio"), ma da accogliere e da condividere con i fratelli. Se ne facciamo oggetto di merito o di guadagno lo trasformiamo in possesso che ci allontana dal Padre. «Come il fratello maggiore che non vuole entrare al banchetto di festa perché preferisce restare con i suoi meriti, piuttosto che con il Padre e con il fratello» (cit.). Non accettiamo che Dio sia Dio! Lo vorremmo a nostra immagine e somiglianza, piedistallo per il nostro orgoglio. Sappiamo bene invece, che la salvezza non deriva dalle nostre opere, ma che siamo salvati per Grazia, chiamati ad essere «benevoli gli uni gli altri, misericordiosi, perdonandoci a vicenda come anche Dio, in Cristo, ha perdonato noi » (Ef 4,32)