lunedì 13 luglio 2020

Papa Francesco: «... Penso a Santa Sofia, e sono molto addolorato.» - Sostegno da parte degli imam italiani



«E il mare mi porta un po’ lontano col pensiero: 
a Istanbul. Penso a Santa Sofia, e sono molto addolorato.»

Così, al termine dell’Angelus del 12 luglio, il Papa ha commentato la decisione del Consiglio di Stato turco di riconvertire la basilica bizantina di Santa Sofia (precedentemente già trasformata in museo) a Istanbul in moschea.



La forzatura sulla scelta di Erdogan non è piaciuta nemmeno alle comunità musulmane in Italia che hanno espresso la loro solidarietà a Papa Francesco.

Di seguito riportiamo le dichiarazioni ufficiali di alcuni imam.

Zahoor Ahmad Zargar, presidente della Comunità islamica savonese

«Un'azione che non mi meraviglia, un atto di forza di coloro che detengono il potere con la forza. Credo che sarebbe dovuto rimanere tutto come era. Non c'è democrazia, non c'è rispetto per gli altri: bisogna dare voce a tutti e tutti abbiamo gli stessi diritti».

Sami Salem, imam della Moschea della Magliana di Roma

«E' un atto politico, la religione non centra nulla e i politici dovranno prendersene la responsabilità. Il Papa non poteva che essere addolorato. Noi tutti, musulmani e non, dobbiamo operare per creare un luoghi di serenità, tranquillità e di pace per tutti gli essere umani, al di là del credo religioso. Qualsiasi atto che incrementi il clima di conflitto tra le religioni è sempre un messaggio doloroso e ingiusto: dobbiamo costruire la pace e l'unione tra i popoli e non la divisione»

Yahya Pallavicini, imam di Milano e presidente della Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana. Una posizione netta che Pallavicini sa non essere «diplomatica», ma che - spiega all'Adnkronos - è suffragata da «fatti storici e riferimenti coranici».

«Santa Sofia doveva rimanere una chiesa e basta. Da secoli sono state fatte scelte politiche e culturali con cui non mi trovo d'accordo. A Istanbul ci sono tante bellissime moschee dove i musulmani possono pregare, non c'era bisogno di averne un'altra. A mio parere questo è il frutto di logiche di potere e politiche. Chi è veramente per il dialogo interreligioso, come lo è Papa Francesco, è anche per il rispetto delle identità specifiche delle diverse fedi. Questo non significa, però, strumentalizzare la vicenda come stanno già facendo alcuni "politicanti italiani" (e qui il riferimento non può non essere al presidio organizzato dalla Lega per domani sotto il consolato turco a Milano). Chi specula per trionfalismo e sovranismo, sfruttando simboli religiosi e culturali, non è mai per il dialogo interreligioso. Queste sono solo campagne di opposizione e denigrazione, che si fondano su basi istintive ed emotive».