venerdì 17 aprile 2020

"Timore e gioa" di Francesca Militello

"Timore e gioa"
di Francesca Militello *





Già...sembra facile.
Certe volte questo Dio dovrebbe mettersi nei nostri panni!!! Perché insiste a voler mettere noi nei suoi panni...a farci usare le sue capacità...
Ma per noi la "gioia" di cui parla lui non è facile, non è l'essere contenti, l'esser spensierati, il viver leggero, no no, è un senso di ardimento, di sicurezza nel procedere per ciò che sentiamo dentro che però è mosso da timore! Ecco io mi regolo così: quel bilico come di qualcosa che scorre su una fune, una non certezza che pure è sospinta in avanti, l'esser sicura di dubitare giusto!
Assurdità? Sì ma penso sia roba compatibile con Dio.
Le donne...per prima! È quell'ormone che dà alla donna, in prima battuta rispetto all'uomo, intuizione, scatto, immediatezza, coraggio, propulsivita'. Sara di Abramo, non si perde d'animo, prende Agar e la mette in opera per andare avanti con la discendenza, Anna, per far nascere Samuele, mette in scacco Dio stesso con un do ut des, Maria di Nazateth, per la grandiosità dell'evento, dinanzi a Giuseppe sta zitta, è meglio attendere che lui scelga da solo, per la potenza di quella responsabilità... E così sempre la donna arriva, intuisce, afferra, porta avanti, un passo prima dell'uomo. Ora è l'altalena del timore gioioso, titubare amando, che io traduco in credere non comprendendo, sapere senza capire, attendere facendo. Del resto è così la gioia è "apertura", è "disposizione verso", come del resto il timore è "blocco, stasi, freno", dunque le donne o meglio il lato femmineo dell'umanità, che sia nelle persone maschi e femmine, può cogliere una novità imprevista (sepolcro vuoto) e portarla avanti, dell'assurdo non capire ma ugualmente agire.
Quando provi un sentimento che pure non ti spieghi, quando non cerchi una spiegazione a degli eventi a cui partecipi e li accogli senza capirli, quando non scansi, non eviti fatti, persone, eventi, situazioni, solo perché non ne hai una piena gestione controllata, ecco in questi casi, può darsi, stai vivendo come le donne che vanno via dal sepolcro vuoto.
Occorre pur lasciarlo, e tutti, quel vuoto che non ci da niente. Per me è stato la chimera del successo, della carriera professionale, non c'era più niente lì, non avrei trovato nulla, proprio nulla nel rincorrere guadagno e successo lavorativo, sono andata via da quel non luogo che è il vivere per lavorare, pensare di trovare la mia gioia nel guadagnare e avere riscontro di valore come persona nel successo lavorativo. Con gioia e timore, ho cercato di spostarmi da una "professione d'aiuto di guadagno", ad un modo di "star bene io aiutando gli altri".
Ed ecco il punto: i capi che pagano il silenzio su questo tipo di sepolcro vuoto.
Speculare sulla salute, sul benessere, guadagnare per arricchirsi sulla malattia, sul malessere, fare del dolore una bancarella di compravendita. Anche oggi.... La più grande pandemia della storia moderna si sta dipanando sul filo degli interessi di un'economia globale. Esperti internazionali cominciano a suggerire che la pandemia, dopo il primo impatto sanitario, comincia ad aprire il varco, all'interno del quale, l'uomo del mondo deve decidere come procedere: paghi il silenzio (come i capi dei sacerdoti) della verità che è trionfo dell'ingiustizia mondiale, con il "si salvi chi può", oppure...con timore e gioia, cambi strada, ti giri e vai via, inverti la rotta, cominci a muovere risorse umane, e trovi direttrici di strade che vanno fuori, via, in direzioni opposte allo status quo. Ad esempio il ripristirare ecomonie di giustizia sociale, innovare linee guida dell'utilizzo delle finanze a servizio della tecnologia e non viceversa, premiare il merito nel paesi del terzo mondo, incentivare proposte e progettualità della sobrietà negli ambiti di vita che rispondono ai bisogni non primari (divertimento arte sport), costruire strutture istituzionali e statali per la risposta ai bisogni primari della popolazione (accesso al cibo, all' acqua nei paesi poveri, sanità pubblica, senza regole di mercato in tutto i paesi industrializzati)...ecc ecc.
Finalmente studiare criteri condivisi e accertati per la comunicazione vera e sincera a livello internazionale: oggi uccide più del virus dire un falso creduto da tutti.
Siamo qui, al bivio dei personaggi che ci propone la pagina del libro: pagare il silenzio di una gioia timorosa oppure viverla tutta.



Francesca Militello * Psicologa- Psicoterapeuta
Il mio lavoro, si declina sostanzialmente in tre ambiti: quello clinico, quello della formazione e quello della ricerca. 
Nell’arco del tempo di impegno professionale ho svolto: 
Attività di consulenza psicologica e psicoterapia individuale, familiare, di coppia e di gruppo, nell'età evolutiva e nell'età adulta dal 2000 in poi, secondo l’approccio Umanistico Integrato. 
Docente presso la Scuola di Specializzazione di Psicoterapia, ad indirizzo Umanistico Integrato e di Comunità ASPIC. 
Docente all’Università Tor Vergata, Facoltà di Medicina e Chirurgia, al Master di Posturologia e al Master di Medicina Naturale. 
Docente e Coordinatrice del Dipartimento Ricerca e Tesi nella Scuola di formazione in Osteopatia EDUCAM, in Roma. 
Ho lavorato per il comune di Roma con l’Associazione Archè come consulente tecnico per la formazione, il sostegno degli affidamenti intra ed extra familiari, in particolare nei municipi, VI, IX, XI, e XII. 
Ho svolto attività di formazione e supervisione degli operatori, e consulenze cliniche per i minori a rischio di mafia e con provvedimenti giudiziali, collocati in Case-Famiglia a Siracusa, collaborando con il Tribunale per Minorenni di Catania. 
Ho lavorato per 10 anni con le famiglie di minori in famiglie con di persone sieropositive e/o con disagio multiproblematico e sociale (devianza tossicodipendenza). 
Sono specializzata nel trattamento dei disturbi dell’ Infanzia e adolescenza in qualità di esperto dei disturbi della Neuropsicologia dello sviluppo (Master dei disturbi neuropsicologici) 
Sono co-autrice del libro “Neuroni specchio e Psicoterapia. Come apprendere il mestiere con la videodidattica” Ed. Sovera. 
Coltivo la mia spiritualità secondo il carisma del Carmelo, facendomi guidare, da ormai più di 10 anni. dalla saggezza spirituale delle amiche terziarie carmelitane, con le quali mi accompagno nel cammino della mia vita.