domenica 5 aprile 2020

“Entriamo nella Settimana Santa con quella passione che non è soltanto sofferenza ma è, soprattutto, amore più grande, amore che vince la morte, amore che tutto sopporta" Omelia don Franco Montenegro, cardinale

“Entriamo nella Settimana Santa 
 con quella passione 
che non è soltanto sofferenza 
ma è, soprattutto, 
amore più grande, 
amore che vince la morte, 
amore che tutto sopporta"
Omelia don Franco Montenegro, cardinale




“Quest’anno il racconto della passione di Gesù si lega strettamente a quanto stiamo vivendo… 
Mi sembra  che la passione di Gesù sia attuale nella via crucis di queste ultime settimane e nel calvario di tante persone e famiglie che, improvvisamente si sono trovate a guardare negli occhi la malattia e, spesso, anche la morte. Più degli altri anni, quest’anno si è creato un intreccio stretto tra la passione di Gesù e la nostra, fino al punto che possiamo leggere la sua dentro la nostra e la nostra sofferenza dentro quella di Gesù… Tutto questo genera in noi lo stesso stato d’animo di Gesù nel Getsemani e sulla croce: “L’anima mia è triste fine alla morte…Dio mio, Dio perché mi hai abbandonato?” Si, siamo spaventati, non ci sentiamo più al sicuro. Ci assalgono domande piene di paura perché potrebbe capitare a ciascuno di noi, ci sentiamo mancare il terreno sotto i piedi e diciamo con forza: “Padre, passi da me questo calice…lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.

E poi c’è la solitudine. Gesù resta solo; gli amici lo abbandonano; il suo corpo passa da una mano all’altra come fosse un oggetto. Viene spogliato delle vesti; gli viene posta una corona di spine e poi appeso, quasi nudo, a una croce. La solitudine di Gesù mi fa pensare alla solitudine causata dal virus; ci è stato chiesto di rimanere a casa; l’unica arma contro questo nemico invisibile è di evitare i contatti. È la solitudine della sofferenza che precede, accompagna e segue la morte. Gesù, abbandonato a una solitudine estrema, mi fa pensare a coloro che hanno contratto il contagio.
 I loro corpi sfiniti, all’interno di reparti di terapie intensive, senza contatto con l’esterno, soprattutto coi familiari. 

Al posto della corona di spine c’è un virus che drammaticamente porta lo stesso nome e che toglie anche il respirare. Si, così come la croce ha messo a dura prova il respiro di Gesù fino a causarne la morte. Nel cammino doloroso Gesù incontra il Cireneo, che lo aiuta perchè arrivi fino alla fine. Quanti Cirenei stiamo conoscendo in questi giorni! Medici, infermieri, operatori sanitari, volontari, forze dell’ordine, personale delle case di riposo, cappellani degli ospedali, sacerdoti, tanti che nel silenzio rischiano la loro vita per aiutare qualcuno a portare la croce. Questo slancio di bene non risolve il problema, così come il gesto del Cireneo non ha risparmiato a Gesù la morte, ma lo ha fatto sentire meno solo. La storia della passione di Gesù  è abitata dalla speranza. Gli eventi che ci stanno travolgendo soffiano sulla fiaccola della speranza quasi volessero spegnarla.  ...
Mettiamoci in questa settimana in ascolto di Gesù; impariamo da Lui come mettere insieme sofferenza e forza… entriamo perciò nella Settimana Santa con l’intento di prendere da Gesù la speranza che ci manca, di imparare da Lui come la passione può trasformarsi in pazienza, in attesa che Dio intervenga e ci faccia anche comprendere non solo il “perché” di questo virus ma cosa significa questa triste pagina della nostra storia… 
Noi cosa stiamo imparando da questa pandemia? Speriamo di imparare qualcosa affinché appena tutto sarà finito possiamo ripartire mettendo al centro ciò che davvero vale”. 

.. Penso ai nostri e ai tanti giovani; a loro che sono la nostra speranza ma anche il nostro presente; sentiamoli come il sorriso di Dio per il nostro “oggi”; da loro, in questi giorni stiamo avendo grandi lezioni di generosità. ” 

“Entriamo nella Settimana Santa  con quella passione che non è soltanto sofferenza ma è, soprattutto, amore più grande, amore che vince la morte, amore che tutto sopporta. Ci aiuti in questo cammino la Vergine addolorata, ci prenda per mano e ci aiuti a rialzare il capo per arrivare preparati alla Pasqua di risurrezione”.

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Omelia integrale



Video per GMG Diocesana: “GIOVANE, DICO A TE, ALZATI!” - Lc 7,14 -
pubblicato su Istagram della Pastorale Giovanile

"Voi siete il raggio di Dio nel mondo.
Alzatevi !! Significa oggi non perdete la speranza, la generosità.
In questo tempo particolare approfittatene per guardate il mondo così come è fatto e mettetevi in gioco, perché avete il compito di portare l’odore della Risurrezione, l’odore della Pasqua. Voi siete il raggio di Dio nel mondo.
La vita non vale per cio che si ha, ma per cio che si è ..."


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Messaggio ai giovani