mercoledì 1 gennaio 2020

Il nuovo anno sia "buono"! Ma non auguriamocelo soltanto Maria Santissima Madre di Dio - Solennità - Anno A - 2020

Il nuovo anno sia "buono"! 
Ma non auguriamocelo soltanto 
Maria Santissima Madre di Dio - Solennità - Anno A - 2020



Il volto di Dio che risplende su di noi è fonte di fiducia e di stimolo all'impegno.


Dal punto di vista della liturgia della Chiesa il primo giorno dell'anno è carico di ricorrenze e di significati. È il giorno ottavo della nascita di Gesù, quando «compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo». È la Solennità (cioè una festa di prima categoria) di Maria Santissima Madre di Dio, la prima festa mariana comparsa nella Chiesa occidentale. Dal 1968, per volontà di Paolo VI, è la Giornata Mondiale della Pace. Tutti appuntamenti liturgicamente e spiritualmente belli e importanti.

Dal punto di vista della vita quotidiana, invece, la ricorrenza prevalente è il fatto che inizia un nuovo anno. Eh sì! Anche se razionalmente il primo giorno dell'anno è esattamente come tutti gli altri giorni, che inizi un anno nuovo si carica inevitabilmente di attese, di speranze, di desideri, di invocazioni, e magari anche di scongiuri da parte di chi ne ha lasciato uno "vecchio" problematico e difficile e si augura che "la ruota" cambi giro.
Seguiamo anche noi il ritmo della vita quotidiana, augurandoci che il nuovo anno sia buono; che sia migliore di quello passato, o quanto meno che non sia peggiore. Però domandiamoci se i nostri desideri "umani" possono trovare conforto e rinforzo dalle ricorrenze religiose. La risposta è sì. La parola di Dio che la liturgia ci propone, oltreché essere in sintonia con i pensieri e i desideri che l'inizio del nuovo anno suscita, li fa passare dall'auspicio all'impegno di contribuire a costruire quello che ci auguriamo.

Le ricorrenze religiose infatti ci rivelano che:

1. Non siamo noi a dirigere gli eventi e a indirizzare la storia. È Dio. Che ci ama, che vuole il nostro bene, che ci chiede di pensarlo con il volto buono e sorridente, come ci assicura la benedizione consegnata ad Aronne, e ripresa da san Francesco: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace».

2. Accanto a noi c'è il suo Figlio, chiamato per sua decisione: Gesù, "Dio salva". La sua "grotta" è sempre aperta per noi, e noi possiamo ricorrerci "senza indugio" come i pastori, per tornarcene tra i problemi di ogni giorno "glorificando e lodando Dio", con la fiducia e la forza per affrontare le inevitabili difficoltà e traversie.

3. Per noi c'è la tenerezza di una madre: Maria. Anche quando ci si dovesse trovare in mezzo a difficoltà più grandi delle nostre forze, a nostro supporto non ci sono soltanto la bontà di Dio, la compagnia di Gesù, ma anche la tenerezza di una madre: Maria. Dio ha voluto una madre per sé affinché fosse per tutti, e nessuna creatura, nemmeno quelle abbandonate dalla madre naturale, ne rimanesse senza. Lei custodisce nel suo cuore anche le nostre preoccupazioni e debolezze.

Con queste garanzie, non dobbiamo avere nessun dubbio e nessuna incertezza: il nuovo anno sarà "buono", a patto che non manchi il nostro contribuire a farlo essere buono. Come? Papa Francesco, con il messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di questo anno "La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica", ci ha affidato un compito preciso: l'impegno a creare pace. Pace dentro di noi, pace intorno a noi, pace con la terra.
Don Tonino Lasconi


- CONTRO LA RETORICA DELL’APOCALISSE, DI UN MONDO SENZA FUTURO di p. Antonio Spadaro