martedì 24 dicembre 2019

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 5/2019-2020 (A) di Santino Coppolino

"Un cuore che ascolta - lev shomea"
Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino





Traccia di riflessione sul Vangelo della notte di Natale
a cura di Santino Coppolino

 NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE


Vangelo:
Mt 1,1-25



«Ecco, vi annuncio una grande gioia: è nato per voi un Salvatore!»

Alla liturgia celeste risponde una liturgia terrestre di gente povera, disprezzata ma obbediente alla Parola loro annunciata. Nei pastori che obbediscono alla voce dell'Angelo e a loro volta si fanno annunciatori, si intravede chiaramente la Chiesa. E' una Chiesa di ultimi, di poveri, come Colui che viene annunciato, che si rivela nella fragilità e nell'impotenza di un bambino. Secondo il modo di pensare comune - il nostro - sicuramente non cercheremmo Dio in questa direzione: cercheremmo un Dio grande, potente, forte e glorioso. In Gesù, invece, si rivela un Dio piccolo, impotente e tremante, che si offre a noi come cibo in una mangiatoia per gli animali. «E così come il suo segno di riconoscimento sarà un bambino, allo stesso modo la caratteristica di Dio è la piccolezza: una piccolezza in grado di abbattere qualsiasi grandezza, come il sasso abbatte il gigantesco idolo del libro di Daniele (Dn 2,34)» (cit.). Era necessario che si rivelasse e desse i segni e i criteri per riconoscerlo. Questa rivelazione è fatta ai pastori, una delle categorie umane fra le più disprezzate in Israele (insieme a prostitute e pubblicani erano ritenuti quasi degli animali, persone immonde e insalvabili), perché i sapienti e gli intelligenti non credono e non obbediscono rimanendo muti come Zaccaria. Perché «Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono» (1Cor 1,28)