Traccia di riflessione sul Vangelo della domenica
a cura di Santino Coppolino
I domenica di Avvento anno A
Vangelo:
Ai discepoli che domandano: "quando?" e: "quali i segni?" della fine, Gesù risponde di vegliare per non restare prigionieri della routine quotidiana che rischia di offuscare la mente e non permette di scorgere la straordinarietà di quanto sta per accadere. Il giudizio di Dio avviene ogni momento, nelle fatiche di ogni giorno si opera la salvezza o la perdizione. Per questo è necessario vigilare, per essere in grado di discernere che la sua venuta avviene ogni momento. «Discernimento e vigilanza servono per poter vedere l'Emmanuele, il Dio-con-noi. Chi lo attende e lo riconosce, con i fatti e non solo a parole, lo incontra come lo Sposo che viene. Diversamente ci appare come un ladro che ci scassina la casa» (cit.). La nostra fede in Gesù, infatti, non è un anestetico che ci fa dimenticare il male presente nell'illusione di un bene futuro, ma illumina la realtà e ce la fa assumere con responsabilità, intelligenza e fiducia. Allora, come nell'arca non entrarono tutti ma solo coloro che si accorsero del disastro imminente, così nel Regno - di cui l'arca è figura - sono accolti soltanto coloro che vivono il messaggio di salvezza di Gesù indicato nel Discorso della montagna (5,1-7,28). Non è intenzione del Signore predirci catastrofi future; egli invece ci rinvia a leggere la nostra storia alla luce della sua esistenza. «Infatti il giudizio futuro di Dio su di noi altro non è che il nostro giudizio su di Lui: lo compiamo noi - qui ed ora - nel nostro riconoscerlo o meno nei nostri fratelli.» (cit.)