GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE
rilegge attualizzandolo il
SALMO 126
SE IRRIGATI, POTRANNO DARE RISULTATI DI SORPRENDENTE FERTILITÀ
Quando il Signore ricondusse gli sfollati, i rifugiati / in una terra normale, in pace, ci sembrava di sognare./ Allora finalmente ci tornò il sorriso sulle labbra,/ ci sentimmo finalmente liberati / dall'angoscia e dal turbamento/ che ci assaliva al vederli nelle nostre TV camminare / sui binari, i bimbi in braccio, lo zainetto con i loro beni,/ oppure appollaiati sugli scogli di confine / o stipati in barche fatiscenti./
La nostra lingua si sciolse in un canto di gioia, in Alleluia./ Ci venne una voglia irrefrenabile di cantare / il Sanctus al Signore Dio dell'universo/ perché quel confine attraversato in pace e in contentezza,/ quel cielo e quella terra erano davvero pieni della sua gloria./
Allora ci dicevamo gli uni gli altri, / quelli che li attendevamo oltre il confine aspettandoli con ansia:/ «Il Signore ha fatto grandi cose per loro»./ Ed ha fatto grandi cose il Signore anche per noi, ci ha colmati di gioia. /
Riconduci, Signore, i prigionieri, i rifiutati, gli scarti, / di questa economia che uccide e di questa politica corrotta/ che sta dilaniando il nostro pianeta, soprattutto quelli che fuggono attraverso quei luoghi strategici / tra Medio Oriente e Europa, tra Asia e Australia, / tra Asia ed Europa, tra Usa e America centrale/ che sono il passaggio dei prigionieri di oggi, così come il Negheb era cuscinetto / tra Asia e Africa, tra Mediterraneo e Mar Rosso, tra Israele ed Egitto, tra Arabia Saudita e Transgiordania./
E come il Negheb, all'epoca delle piogge, / straripa improvvisamente con grandi masse d'acqua / che travolgono quanto incontrano sulla loro strada, / così questi confini strategici tra paesi ricchi e poveri, / paesi in pace e paesi in guerra, democrazie e dittature, / sono invasi dalle acque torrentizie ed esuberanti, / giovani e vivaci come torrenti, di questi popoli / che irrigheranno tutta la siccità spirituale dei paesi ricchi.
Perché come la terra del Negheb / possiede un'alta capacità produttiva e, dove è possibile irrigarla, / dà risultati di una fertilità sorprendente,/ così questi paesi vecchi seppure in pace, / corrotti, seppure formalmente democratici,/ se irrigati, potranno dare risultati di sorprendente fertilità./
E allora davvero chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo. / Nell'andarsene via piange, lasciando case bombardate / o impoverite o violentate dagli arroganti,/ ma si porta con sé la semente da gettare, / e irrigherà i paesi nuovi in cui risiederà./ E nel tornare alla vita normale, alla pace, alla terra giusta voluta da Dio, a una vita buona, a un Buen Vivir / viene con giubilo, portando i suoi covoni.
*GIULIANA MARTIRANI Nata a Napoli nel 1945, meridionalista della Scuola e Rivista “NORD E SUD” di Francesco Compagna, è stata docente di Geografia dello sviluppo, di Geografia politica ed economica e di Politica dell'ambiente all'Università di Ottawa (Canada), di Dubrovnik (Croazia), alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Napoli 'Federico ii', alla Lumsa di Palermo, all'Istituto interfamiliare della Famiglia francescana di Nola. Presidente del Mir Italia (Ifor, Serpaj) e membro del Direttivo dell'International Peace Research Association (Ipra), ha scritto numerosi libri su sviluppo, pace, ambiente, nonviolenza, mondialità, interculturalismo.