giovedì 24 ottobre 2019

“Vivi lieve” di Antonio Galdo Recensione di Aldo Pintor



“Vivi lieve” 
di Antonio Galdo

Recensione di Aldo Pintor


Anche il vostro recensore durante l'infanzia è stato soventemente accompagnato dalla raccomandazione che allora si sentiva spesso uscire dalla bocca degli adulti di non sprecare il cibo. Anzi di non sprecare nulla. Quest'esortazione sicuramente risale a quando il nostro bel paese era soprattutto abitato da contadini e usciva da una guerra devastante. L'origine di questa preoccupazione è causata sia dalla maggiore penuria di beni che allora c'era in Italia sia perchè in quei tempi l'essere parchi era considerata una virtù cui si doveva adeguare anche chi avrebbe potuto permettersi una vita più lussuosa. Su questo argomento e su questo invito del passato che sarebbe opportuno recuperare segnalo in queste note il libro di Antonio Galdo “Vivi lieve” (Mondadori p. 140, € 18,00). L'autore è il fondatore del sito che si chiama appunto “Non sprecare”. Avverto da subito che il sottotitolo “piccoli passi per una vita davvero felice” può suscitare giustificati sospetti che il libro sia una delle tante opere editoriali che promettono felicità a buon mercato. Sospetti che cadono immediatamente come comincia la lettura del libro. L'autore infatti propone soluzioni assolutamente concrete per spingere il lettore a trovare nuovi e più sostenibili stili di vita capaci di ricreare situazioni di umanità in un epoca che pare averle perse. Da buon italiano del meridione Antonio Galdo all'inizio del suo libro fa l'elogio dei caffè come luogo di incontro dove si socializza e si imparano tante cose sulla vita da maestri che non sempre sono andati a scuola.

La socializzazione anche all'aperto nelle miti serate mediterranee è infatti qualcosa che accomuna tutte le sponde di questo meraviglioso mare e attraverso questi momenti di condivisione di cibi saporiti si imparano tante cose sulla vita che magari non si trovano nei libri.

Il titolo “Vivi lieve” rimanda al concetto della leggerezza, concetto che ci riporta alla mente le “Lezioni americane” di Italo Calvino e anche il pensiero politico del “viaggiatore leggero” Alex Langer che nella sua vita ha cercato di gettare ponti per unire le realtà più lontane purtroppo rimanendo schiacciati in questa ricerca diumanità e fraternità.

Antonio Galdo sempre munito di questa lievità citata nel titolo ci conduce attraverso tanti piccoli, ma significativi episodi della vita sua e dei suoi familiari a quella concezione dell'esistenza che lo ha portato a creare il blog “Non sprecare”. Infatti a questa concezione etica l'autore non è giunto soltanto attraverso la lettura di opere filosofiche o teologiche (pur presenti nella sua formazione) ma anche attraverso semplici gesti quotidiani come fare la spesa, coltivare l'orto, la cena di se stessi e il sapersi districare tra silenzio e parola.

Sin dall'inizio del libro ci vengono fatti conoscere i quattro punti cardine dell'originale visione della vita dell'autore e che attraverso lui ha ispirato tantissime persone.

Questi pilastri di vita sono: “incontri e non solitudini”, “curare come nostra la cosa comune”, “Scoprire il silenzio” e “coltivare il dubbio”. Esaminando questi quattro essenziali concetti possiamo accorgerci come essi non sono altro che la riscoperta di quelle risorse interiori che ognuno di noi può mettere in campo scoprendo così le sue enormi potenzialità. Quando riusciamo a utilizzare questi doni non sempre evidenti questi ci rendono la vita molto più piacevole.

Antonio Galdo indica la lettura e il viaggiare tra i piaceri della vita. Così l'appello a non sprecare nulla non ha quella pesantezza e quel senso del dovere che spesso accompagnava questa esortazione durante la nostra infanzia ma al contrario muovendoci lievemente tra le piccole gioie e i piccoli piaceri quotidiani daremo tutt'altro sapore alla nostra vita scoprendo così che non tralasciando nulla di essa vivremo il nostro bene più prezioso trasformandoli in un dono per gli altri.