mercoledì 25 settembre 2019

Mons. Corrado Lorefice a Lampedusa per festeggiare la Madonna di Porto Salvo: “Sii porto di approdo; sii porto salvo... sii porto di salvati e porto di salvezza”

Mons. Corrado Lorefice a Lampedusa
per festeggiare la Madonna di Porto Salvo:
“Sii porto di approdo; sii porto salvo... 
sii porto di salvati e porto di salvezza”

 
 





Il vescovo Lorefice a Lampedusa:
"Migranti portatori di ricchezza"

Il capo della diocesi di Palermo ha visitato il molo degli sbarchi. "Sii porto di approdo", ha detto nell'omelia

Ha pregato al cimitero di Lampedusa sulle tombe dei migranti morti in mare. L’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice si è soffermato sulle lapidi, accompagnato da don Fabio Maiorana e Paola La Rosa del Forum Lampedusa Solidale: “29 settembre 2000. Persona non identificata. Qui riposa”. È una delle tante lastre che ricorda le vittime senza nome del Mediterraneo.

Lorefice è rimasto due giorni sull’Isola, ha visitato il molo Favaloro dove sbarcano i migranti e ha celebrato la messa nella chiesa di San Gerlando, in cui è stato invitato per festeggiare la Madonna di Porto Salvo. “Il Figlio di Maria e di Giuseppe, la prima famiglia di profughi dell'era cristiana", dice oggi alla comunità civile e cristiana di Lampedusa: ‘Sii porto di approdo; sii porto salvo’. Perché attorno a Maria, con questo titolo, Porto Salvo, ti sei da sempre ritrovata e continui a ritrovarti", ha detto nell’omelia della messa che ha celebrato sabato. Ha definito i migranti “portatori di ricchezza”, “corpi umani, storie, sentimenti, portano attese, hanno sentimenti, desideri, ricercano felicità, libertà, pienezza di vita”, ribadendo il suo punto di vista sul fenomeno migratorio e sul ruolo dei cristiani.

Al suo fianco, nella messa celebrata sabato, c’era il parroco di Lampedusa don Carmelo La Magra, che più volte, mentre le navi delle ong erano bloccate al largo, ha manifestato, insieme ai parrocchiani, la sua solidarietà ai naufraghi. “La tenebra e la fitta nebbia scesa sui popoli a causa della tenebra scesa nei cuori di altri uomini incuranti, spinti solo dalla brama del potere del denaro, del profitto; avvolti nel manto di bisso dell'individualismo e dell'indifferenza”, è uno dei passaggi dell’omelia. 

Lorefice per l’occasione, ha utilizzato il pastorale realizzato con il legno dei barconi, che ha usato papa Francesco, nel suo primo viaggio l’8 luglio 2013. A sovrastare l’abside della chiesa parrocchiale, la Croce “Milagro” donata all’isola dallo stesso Pontefice, realizzata con i remi dei barconi dei migranti.


Il testo dell'omelia di mons. Lorefice

Il profeta Isaia ha le parole di Dio sulla sua bocca, per noi, oggi. Parla di noi. Parla a noi. La sua Parola sta risuonando tra noi. Tenebra sulla terra. Nebbia fitta sui popoli. La tenebra e la fitta nebbia scesa sui popoli a causa della tenebra scesa nei cuori di altri uomini incuranti, spinti solo dalla brama del potere del denaro, del profitto; avvolti nel manto di bisso dell'individualismo e dell'indifferenza.
Movimento di popoli. Le genti in cammino. Ma verso dove? Se prevale la tenebra, la fitta nebbia?
Si staglia una luce. Arriva una luce che riveste di luce. Nessuno ha una luce propria. Nessun uomo, fosse anche il potente di turno che detiene le sorti del mondo è fonte di luce. Semmai può solo emanare solo tenebre. È la luce e la gloria del Signore che brilla!
C'è una pienezza, un compimento dell'attesa di luce della terra intera e in essa di tutti i popoli. “Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mando il suo Figlio nato da Donna”. “Lo darai alla luce” dice l'angelo a Maria. E Maria dà alla luce Colui che è “luce da luce, Dio vero da Dio vero”. “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo”. “E il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 9-10.14)
Pienezza di vita è un Figlio. Il Figlio che ci viene dato da Dio nel grembo della vergine di Nazaret, di Maria promessa sposa di Giuseppe, che si trova incinta per opera dello Spirito Santo. Pienezza del tempo è esplosione di Vita, generazioni di figli.
Il vangelo di oggi è una pagina in cui una Vergine e una sterile danno alla luce figli. “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1, 37). Egli rende feconde una vergine e una sterile. In questo Figlio di Dio, nato da Maria, tutti riceviamo l'adozione a figli. Dio ci adotta a figli, come ci ricorda Paolo nella seconda lettura: Gal 4,5. Ogni uomo e ogni donna è un figlio, una figlia di Dio. Ogni uomo e ogni donna di ogni tempo. Ormai l'umanità è dentro la pienezza del tempo, dell'intera storia umana. La pienezza della vita, la deflagrazione della luce nella vita degli uomini, è il Figlio nato dalla Vergine Maria, Gesù, colui che annunzia con il suo Nome che Dio salva, che Dio salva dalle acque della morte.
Gesù, il Figlio dato alla luce da Maria. Consegnato alla luce. Che porta la Luce. Che riveste di luce quanti si fanno raggiungere dalla sua Luce.
Il Figlio di Dio che oggi dice a questa nostra Santa assemblea, a questa nostra comunità cristiana che porta il nome di Gesù, Cristo: “Alzati! Rivestiti di luce” (Is 60,1). La luce di Cristo dilata il tuo cuore. Il nostro cuore. La luce di Dio, accolta, dilata il cuore. “L'abbondanza del mare si riversa su di te" (Is 60, 5), come ha annunziato il profeta Isaia.
Il Figlio di Maria che dice a questa nostra umanità: “Non fuggire. Non chiuderti. Non voltare le spalle. Non alzare i muri. Chi viene dal mare è “la ricchezza delle genti" (Is 60, 5). È ricchezza perché arrivano figli d'uomo e dunque figli di Dio. Figli amati da Dio. Destinati alla luce e alla vita da Dio. Le genti che arrivano dal mare sono portatori di ricchezza. Sul loro volto è la ricchezza del volto di persona, sono corpi umani, storie, sentimenti, portano attese, hanno sentimenti, desideri, ricercano felicità, libertà, pienezza di vita.
Il Figlio di Maria e di Giuseppe, la prima famiglia di profughi dell'era cristiana, dice oggi alla comunità civile e cristiana di Lampedusa: “Sii porto di approdo; sii porto salvo”. Perché attorno a Maria, con questo titolo, Porto Salvo, ti sei da sempre ritrovata e continui a ritrovarti". “Sii porto di salvati e porto di salvezza soprattutto per chi è destinatario della predilezione di Dio: i suoi figli affamati, assetati, nudi, perseguitati, forestieri, ammalati, carcerati.
A noi cristiani, il Signore, rivestendoci della sua Luce, continua a dire: “Voi siete la luce del mondo, il sale della terra” (Mt 5, 13-14). Continua a dirci: “venite vi farò pescatori di uomini" (cfr Lc 5, 100.
Maria, Colei che ha detto per prima: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me seconda la tua parola [La Parola di Dio rivolta a Lei dell'angelo]” (Lc 1, 38), continui a dire a noi discepoli di Gesù, come fece a Cana: “Fate quello che egli vi dirà” (Gv 2, 5).
Gesù ci coinvolge tutti - cristiani e non cristiani, non credenti ed appartenenti ad altre religioni - in questo progetto universale di luce e di vita, di salvezza e di felicità. Egli oggi ci chiede: “Al vostro passaggio lasciate una scia di luce e di pace, di vita e di felicità. Fate esplodere la vita. Aiutatemi a fare deflagrare la vita. Perché sono venuto nel mondo perché tutti abbiano la vita, la vita in abbondanza, la vita eterna. Non temete!” ( cfr Gv 10, 10)
Siamo avvolti come la Vergine Maria dalla Grazia. Raggiunti in Cristo dalla pienezza della vita. Siamo già dentro il compimento messianico della storia. Siamo fatti e chiamati per la gioia eterna che è eredità dell'intera famiglia umana.
Siamo fatti per innalzare e condividere canti di allegrezza e non di mestizia, inni di gioia e non lamenti di lutto. Siamo pensati da Dio per cantare con Maria, la corifea dei graziati dal Signore: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia».