giovedì 18 luglio 2019

"Vita breve e lunga" quella di Andrea Camilleri il "contastorie" dei nostri giorni

"Vita breve e lunga" quella di 
Andrea Camilleri 
il "contastorie" dei nostri giorni


... Vita breve e lunga, lunga perché ho superato i 90 anni, e su questo non ci piove, ma breve anche, perché anche 90 anni sono pochi per chi ha amato la vita e continua ad amarla, beh, la vita è breve anche se muore a 110 anni!


In ricordo di Andrea Camilleri, 
penna colta e ironica

Dopo concitati giorni di apprensione per un malore improvviso, è morto mercoledì 17 luglio lo scrittore siciliano Andrea Camilleri, originario di Porto Empedocle che il prossimo 6 settembre avrebbe compiuto 94 anni. Una vita per la cultura, un vero e proprio “Autore-Paese” che ha attraversato con passo colto, ironico e gentile la storia italiana tra XX e XXI secolo, rimanendo sempre lucido e attuale. Camilleri è stato un intellettuale cross-mediale, capace di abitare con agilità e padronanza teatro, televisione (tra cui “Il commissario Montalbano” con 34 film tv realizzati al 2019), cinema e soprattutto letteratura, con oltre 100 libri pubblicati.

Una vita per la cultura a tutto tondo. Andrea Camilleri è stato un intellettuale totale. Negli anni iniziali della sua carriera, tra ’50 e ’70, coniuga in primis teatro e televisione, lavorando a Roma nella Rai sotto la direzione di Ettore Bernabei ma anche come docente al Centro sperimentale di cinematografia e all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico. E proprio alla Silvio d’Amico negli anni Ottanta ha come allievo un giovane Luca Zingaretti, che poi sceglierà insieme a Carlo Degli Esposti negli anni ’90 per dare volto alla sua creatura letteraria Salvo Montalbano. Zingaretti ricorda oggi commosso il suo maestro: “A volerti bene, quello già sapevo farlo dai tempi dell’Accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi. Ho imparato che il valore delle persone non c’entra nulla con quello che guadagnano, con le posizioni che ricoprono, con i titoli che adornano il loro cognome”. Alla scrittura Andrea Camilleri arriva relativamente “tardi”, solo nel 1978, ma in neanche una manciata di decenni scrivere oltre 100 romanzi, alternando racconti storici nella sua Sicilia con opere di finzione; ancora, pagine di taglio teatrale con dialoghi folgoranti ma soprattutto romanzi gialli polizieschi, con cui riscrive le regole del genere letterario con un uso innovativo del dialetto: “Il commissario Montalbano”.

Montalbano rilancia la Sicilia nel mondo. Oltre a essere pubblicati in Italia da Elvira Sellerio e tradotti in moltissimi Paesi nel mondo, i romanzi sul mitico commissario Salvo Montalbano sono diventati un seguitissimo ciclo di film Tv realizzati da Palomar e Rai Uno. E proprio nel 2019 sono i 20 anni dalla prima messa in onda, dal primo titolo girato “Il ladro di merendine”. In totale in questi due decenni sono stati realizzati 34 film Tv, di cui 24 adattamenti da libri e 10 dai racconti, con un crescendo di ascolti record sino al picco nel 2018 con 12 milioni di spettatori e oltre il 44% di share. Considerando inoltre le repliche che hanno impegnato 190 prime serate su Rai Uno, “Il Commissario Montalbano” è stato visto da oltre 1 miliardo e 179 milioni di spettatori in questi anni. Infine, “Montalbano” è divenuto un fenomeno globale, esportato negli Stati Uniti, in Australia, Asia, America Latina e in tutta Europa, comprese Bbc in Inghilterra (“Inspector Montalbano”). In particolare, con le sue storie siciliane su Montalbano, Camilleri ha fatto conoscere al grande pubblico la Sicilia fuori dagli stereotipi, raccontando l’isola nella sua complessità, poesia e problematicità. La lingua che ha adottato, poi, è un unicum nell’universo narrativo, difficile all’inizio da comprendere, ma che avvolge progressivamente e conquista per i suoi straordinari sapori lessicali.

Il ricordo della Cei e della Santa Sede. Alla notizia della scomparsa di Andrea Camilleri è arrivato immediatamente il ricordo della Conferenza episcopale italiana, nelle parole di don Ivan Maffeis, sottosegretario e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali: “La sua vita e la sua carriera sono state all’insegna dell’impegno culturale e civile, facendosi cantore, con il suo stile ironico e pungente, delle difficoltà del nostro Paese, puntando il dito contro la mafia e lo sfruttamento dei migranti”. Negli oltre 100 libri realizzati, ha rimarcato don Maffeis, “Camilleri ha indagato l’Italia di ieri e di oggi raccontando l’umanità nella sua complessità, comprese le dispersioni o le passioni accecanti, ma anche i grandi esempi di eroismo quotidiano, Salvo Montalbano in testa”. E per la Santa Sede si è espresso subito mons. Dario E. Viganò, assessore presso il Dicastero per la Comunicazione nonché docente ordinario di cinema e audiovisivo: “Più volte ho fatto incontrare ai miei studenti universitari il produttore Carlo Degli Esposti che per oltre due decenni ha lavorato con affinità familiare con Andrea Camilleri. Ho scoperto così che Camilleri non era solo un genio creativo in ambito letterario e teatrale, ma seguiva le sue creature nate su carta anche negli adattamenti sullo schermo, assicurandosi che venisse preservato quel mondo di tradizioni culturali e linguistiche”. E attraverso Montalbano, ha aggiunto mons. Viganò, “Camilleri ha reso omaggio al lavoro di tanti poliziotti che operano sul territorio, mai stanchi di giocarsi per il bene del Paese e dei singoli cittadini”.

Un’eredità educational per il domani. Andrea Camilleri è un autore che lascia un vasto patrimonio culturale e civile, da affidare alle giovani generazioni. E l’auspicio è che lo scrittore siciliano venga studiato sui banchi di scuola, perché ha saputo innovare lo stile letterario contemporaneo ma soprattutto fare memoria sociale. Proprio nel suo recente monologo “Conversazione su Tiresia”, portato al cinema e in Tv per la regia di Roberto Andò, Andrea Camilleri ha toccato pagine oscure del nostro recente passato componendo uno spettacolo emozionante, dove arte e cultura si fanno terreno di incontro, di speranza; memoria del passato ma anche traccia luminosa verso il futuro. Un futuro dove Camilleri brilla tra i grandi intellettuali del nostro Paese.

Morto Camilleri, padre Spadaro: 
vedeva nel Papa "un presidio di umanità"

È morto all’età di 93 anni uno degli autori italiani più noti e amati, Andrea Camilleri. Intervista con padre Antonio Spadaro, direttore della rivista “La Civiltà Cattolica” che ha conosciuto lo scrittore

Le sue storie, nell’ultimo tratto di vita, prendevano forma nel buio della cecità. Nella vecchiaia era anche accompagnato da quello che definiva il pensiero inevitabile dell’eternità. Andrea Camilleri, morto questa mattina a Roma, è stato un protagonista della scena culturale, una delle figure più prolifiche del panorama artistico. Nato a Porto Empedocle il 6 settembre del 1925, nelle sue opere ha mischiato non solo italiano e siciliano ma anche vari generi in modo originale e creativo. In tutto il mondo sono state vendute oltre 30 milioni di copie di suoi libri con traduzioni in 120 lingue.

Figura poliedrica

Scrittore, sceneggiatore, regista, drammaturgo e docente, ha conosciuto il successo letterario all’età di 70 anni con la pubblicazione del volume “La forma dell’acqua”, primo libro giallo con protagonista il commissario Montalbano che diventerà anche il principale personaggio di unafiction televisiva di grande successo. Negli ultimi anni, a causa della cecità, dettava i suoi racconti all’assistente.

Spiritualità ed eternità

La curiosità, il dubbio e la ricerca hanno scandito vita e opere di Camilleri. In una recente intervista sottolineava che a 93 anni ci si accorge “che qualcosa si sta avvicinando”. "Non si sa bene cosa sia e a me - aggiungeva - piace chiamarla eternità”. 

“ Ho avuto i miei momenti in cui vorrei sentirmi tutto spirituale. Non ci sono mai riuscito perché il corpo ha sempre vinto. Naturalmente le limitazioni legate all’età ti fanno sempre più pensare a qualcosa d’oltre. Dopo aver scritto oltre 100 libri, in questo silenzio che si sta creando dentro di me, mi è venuta la voglia non di capire, ma di intuire cosa possa essere l’eternità. (Andrea Camiilleri) ”
Padre Spadaro: la sua era una voce profetica

Intervistato da Vatican News, padre Antonio Spadaro, direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”, ricorda la figura di Andrea Camilleri
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Sì, c’è un senso di coerenza che emerge da queste parole ma che in realtà emerge un po’ da tutta la sua opera. Un senso di convinzione, di impegno, di decisione. Uno dei sui drammi che mi sembra di aver compreso è quello di vedere un mondo che va un po’ alla deriva. Un mondo in cui non c’è impegno, in cui ci si chiude nella paura, nella preoccupazione, anche nell’odio, nel vedere l’altro come nemico. La lezione di Camilleri forse è anche questa: un cuore aperto, una mente aperta, anche curiosa, nei confronti del mondo.




A 93 anni, dopo avere scritto oltre 100 libri, creato situazioni di continuo, in questo silenzio che si sta creando dentro di me, mi è venuta la voglia non di capire, perché sarà assai difficile capirla, ma di intuire cosa possa essere l'eternità. ...

Non demordete mai dalle vostre idee, se ne siete convinti mantenetele fino all'ultimo. Devo citare Julien Benda: "Che le vostre risposte siano: sì - no e soprattutto non cercate di spiegare il sì e di spiegare il no, perché ogni spiegazione è già un compromesso"