mercoledì 10 luglio 2019

Padre Sorge, SJ: “I cattolici stiano con chi salva le vite”

Padre Sorge, SJ: 
 “I cattolici stiano con chi salva le vite” 

intervista a Bartolomeo Sorge,
 a cura di Paolo Rodari







 «Come le leggi razziali promulgate dal regime fascista nel 1938 furono accolte, anche nella Chiesa, da un clima di indifferenza collettiva salvo poi anni dopo tutti prenderne le distanze, così anche il Sicurezza bis e questa politica di chiusure apprezzati da una parte del Paese, e da alcuni credenti, mostreranno in futuro la propria disumanità. È così che vanno le cose». È forse l’unico vero erede del cardinale Carlo Maria Martini. Padre Bartolomeo Sorge, gesuita, vive oggi a Gallarate, in una piccola cella all’interno della cittadella filosofica “Aloisianum” proprio accanto a quella che fu del grande arcivescovo di Milano. Novant’anni, nato all’isola d’Elba da genitori di origine catanese, ex direttore di Civiltà cattolica, negli Anni Ottanta tra gli animatori della Primavera di Palermo contro la mafia, Sorge ritiene che il «naturale » consenso di Salvini «verrà prima o poi smascherato».

D.  Eppure il suo consenso in questo momento aumenta. E aumenta, in particolare, dopo la vicenda dello sbarco a Lampedusa di Carola Rackete che ha deciso di agire in questo modo per salvare vite umane. Perché? 
«Le leggi non sono tutte sbagliate. Così anche le ideologie. Il Sicurezza Bis ha una parte di verità: nasce dalla paura della gente che pensa che il proprio Paese venga invaso. Non è così, ma la paura è comprensibile. La furbizia di Salvini è di assolutizzare questa parte di verità a discapito del fatto che nel complesso si tratta di misure disumane. Come le leggi razziali dimostrano, parte del Paese non riesce ad andare in profondità e si ferma a questa assolutizzazione». 
D. Come giudica l’azione di Carola Rackete? 
«Eroica. Di fronte a leggi disumane c’è sempre qualcuno che ascolta la voce della sua coscienza e si ribella. E spesso è costretto a farlo da solo. Questa voce non può essere repressa da nessun dittatore. Va sempre controcorrente e porta a compiere atti di eroismo. La povera Carola ha fatto un atto di eroismo mettendosi contro tutti e smascherando l’errore complessivo della legge». Le misure sui migranti sono disumane? «Esattamente. Il Sicurezza bis va contro la coscienza umana, ma non tutti lo capiscono. Del resto anche Marx era nel giusto quando parlava di lotta di classe, l’errore fu quando assolutizzò questa lotta. Così sta accadendo oggi, assolutizzare parti di verità per giustificare ciò che non può essere giustificato. Fra l’altro, Francesco è proprio questa linea che sta combattendo». 

D. Cioè? 
«Non dice che la prudenza, nelle politiche migratorie, sia sbagliata. Ma nello stesso tempo propone soluzioni pratiche, così ieri con l’appello per i corridoi umanitari, affinché non prevalga la disumanità. E, quindi, senza dirlo, va contro Salvini quando rende la legge disumana».

D. Lei su Twitter ha un grande seguito. Anche Salvini se la prese per un suo cinguettio. 
«Dissi una cosa semplice. E cioè che un politico può certo invocare la Madonna. Ma bestemmia se Le chiede di benedire i porti chiusi, la licenza di sparare, la tassa a chi fa il bene, la multa per ogni naufrago salvato». 

D. Eppure molti credenti quando vedono Salvini usare i simboli religiosi non reagiscono. 
«Anche nella Chiesa, quando un politico cita la Madonna o Gesù, c’è chi dice: è arrivato un santo. A un credente maturo certe cose fanno ridere perché è chiaro che chiedere la benedizione della Madonna per farsi giustizia da soli è una bestemmia. Ma molti faticano ad andare in profondità, restano in superficie e ritengono certe prese di posizione legittime. Purtroppo non è così. È una storia antica: anche davanti a Gesù, nonostante i miracoli, in tanti gridarono: “Crocifiggilo”. È un po’ quanto, ripeto, accadde con il fascismo. C’erano leggi razziste ingiuste e disumane, eppure molti preti e credenti sfilavano coi loro gagliardetti». 

D. Nella Chiesa in ogni caso c’è chi giustifica Salvini. 
«Sì, ma con il Concilio Vaticano II è divenuta chiara la distinzione tra laicità e fede. È una acquisizione teologica oltre che storica. Pensare diversamente significa tornare a Trento o all’idea di società perfetta copia delle nazioni assolute. È tramontata come storia e come teologia, ma ognuno è libero di pensare diversamente».

(Fonte: La Repubblica - 07.07.2019)