venerdì 5 luglio 2019

MONSIGNOR RICCHIUTI: "SPERO CHE A INSULTARE RACKETE NON CI FOSSERO CATTOLICI"

MONSIGNOR RICCHIUTI: 
"SPERO CHE A INSULTARE RACKETE 
NON CI FOSSERO CATTOLICI"

Il presidente di Pax Christi commenta il caso della capitana e dice: "Basta insulti. Prima bisogna salvare, far sbarcare e dopo dibattere politicamente. Giusto entrare in porto"


I vescovi tedeschi avevano da subito bollato il comportamento dell’Italia nei confronti della Sea Watch e della sua comandante come «inaccettabile» ricordando, attraverso le parole affidate al responsabile della commissione per i migranti della Conferenza, che «finché gli Stati vengono meno al dovere dei salvataggi in mare, quelli organizzati privatamente sono legittimi, anzi da promuovere». E, in attesa che si sviluppi una «politica migratoria europea rinnovata dalle basi» che contempli anche il «salvataggio in mare come irrinunciabile», è «inaccettabile che si scoraggi, attacchi o criminalizzi chi prende la via del mare per salvare i naufraghi ed è sbagliato minacciare e rendere impossibile quello che è, invece, un comportamento morale».

«È una posizione che condivido pienamente», commenta monsignor Giovanni Ricchiuti, arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi. «Sono indignato per come una priorità quale quella della persona umana e della vita umana possa essere barattata con questa continua ricerca di consenso elettorale. Ho visto una volontà perversa di chiudere a ogni tentativo di dialogo, di umanità, di comprensione. Il fenomeno migratorio non può essere affrontato in questo modo».

È un attacco principalmente alle ong?

«Non conosco il mondo delle ong, ma non capisco questo modo di trinciare giudizi in questo modo violento. Li accusano di essere scafisti o aiutanti e collaboratori degli scafisti, io non ho la pretesa di sapere tutto, ma so solo che di fronte a una emergenza qual è quella della vita umana non c’è considerazione che tenga: bisogna salvare. In questo caso bisognava farli sbarcare. E poi dopo si sarebbero fatte le valutazioni e i discorsi più o meno politici, sovranisti, europeisti. Devo dire la verità: siamo stanchi di sentire questi ritornelli continui da voltastomaco».

Cosa pensa della decisione della comandate Rackete?

«Non ho peli sulla lingua. Per me la decisione di forzare il blocco, poiché lo scopo era di salvare queste persone, si inscrive nel solco della disobbedienza civile rispetto al decreto e della obbedienza alle leggi internazionali che anche l’Italia ha sottoscritto. Non vedo delinquenti e criminali. E si squalificano da soli quelli che l’hanno accolta con quei cori irripetibili e quelli che anche sui social la ingiuriano in modo così volgare. Tra quei leghisti che sono andati ad accogliere lo sbarco dei migranti e l’arresto di Carola scandendo slogan razzisti e sessisti spero che non ci fossero anche dei cattolici. Purtroppo temo di sì. Anche a loro vorrei dire che in nome di una umanità: perché bisognava essere contenti di un arresto? Quello era il livello di civiltà raggiunto dall’Italia? Non esito a dire che l’arresto, se fosse stato convalidato, sarebbe stato l’esito di una nazione, di una Italia profondamente incivile, di un Paese che noi pensavamo diverso».

Il mondo cattolico, però, si è in gran parte schierato dalla parte della capitana.

«Sì, ma avrei voluto una presa di posizione collettiva. Molti vescovi, a cominciare da quello di Torino, tante associazioni si sono espresse, ma sarebbe stato opportuno muoversi insieme come hanno fatto i vescovi tedeschi. Mi dolgo e non capisco però come uomini e donne dotati di pensiero possano condividere la prospettiva indicata dal ministro dell’interno, trovo scandaloso che una parte del mondo cattolico possa ritrovarsi in quelle parole di odio. Se glielo fai notare rispondono di sentirsi offesi, ma non si sentono offesi dalle parole che sono state rivolte alla Rackete? È contro il Vangelo, non possiamo affrontare il problema in questo modo, augurandole lo stupro, con quegli insulti inammissibili da tutti i punti di vista, innanzitutto da quello umano. La misura è colma».

Il ministro Salvini dice che fa tutto questo per gli italiani. Cosa ne pensa?

«Che non condivido. E sicuramente io non sono tra quegli italiani di cui lui parla. Finiamola con questa storia. Con queste nostre paure, con questi nostri silenzi, piano piano sta montando una marea di disumanità mascherata ipocritamente dietro l’Europa. È tutta una sceneggiata che si ripete e ogni volta monta questa marea che ci sta rendendo, lo ripeto, disumani. Non sono tempi belli, ma è importante stare insieme, non disperderci, dire ai fratelli e alle sorelle che la pensano diversamente di tornare a riflettere sul Vangelo. Nel caso concreto, intanto devono sbarcare, essere accolti e poi si vedono le questioni politiche. Non si può stare 17 giorni in mare e inventarsi anche che se la spassavano. Ho visto i fotomontaggi, le fake news e mi chiedo: chi sta dietro a tutto questo? Possibile che un ministro dell’Interno possa agire da solo e andare avanti così senza un minimo di coscienza, senza ascoltare chi non la pensa come lui, senza una resipiscenza?».