VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALLA PARROCCHIA ROMANA DI SAN GIULIO PAPA
Domenica, 7 aprile 2019
ALLA PARROCCHIA ROMANA DI SAN GIULIO PAPA
Quella di San Giulio a Monteverde, a Roma, è la diciannovesima parrocchia visitata da papa Francesco. A causa del cedimento del tetto per tre anni tutte le celebrazioni si sono tenute in una tensostruttura montata in oratorio. Bergoglio, durante la sua visita domenica pomeriggio, ha benedetto il portone e consacrato il nuovo altare nel quale sono state poste le reliquie di san Giovanni Bosco, di santa Margherita Maria Alacoque e di santa Maria Goretti.
Lì Papa Francesco ha trascorso un pomeriggio intero accompagnato dal cardinal vicario Angelo De Donatis, dal vescovo ausiliare del settore Ovest Paolo Selvadagi, dal parroco padre Dario Frattini e da padre Rinaldo Guarisco, superiore generale dei Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione, ai quali è affidata la parrocchia.
Al suo arrivo anche tante persone dietro le transenne o affacciate ai balconi della casa di cura "Città di Roma" di fronte alla parrocchia.
Il Papa ha celebrato la messa senza tenere l’omelia, ma ha dialogato con diversi gruppi della comunità.
Al suo arrivo aveva salutato gli ammalati, in una sala al piano terra. A loro e agli anziani il Papa, dopo aver ascoltato una poesia in romanesco che rievocava il momento della sua elezione e raccontato un aneddoto, ha detto: "No, non ho il telefonino di Pietro, ma cerco di fare quello che Gesù ha chiesto a Pietro, di “confermare”: confermare i fratelli nella fede, nella speranza, nella carità. E dirvi che, sì, c’è la vecchiaia, ci sono le malattie, ci sono tanti problemi, ma c’è Gesù. E Gesù non delude mai, mai! “Ma, Signore, io sto soffrendo…”. E Gesù cosa dice: “Anch’io so cos’è la sofferenza”. Tutte le lamentele che noi possiamo fare a Gesù, Lui le trasforma in preghiera e le presenta al Padre, perché Lui è passato per tutte queste cose prima di noi. Non dimenticare Gesù".
A coloro che hanno contribuito alla realizzazione del presepe vivente, che negli ultimi due anni è stato allestito dai fedeli di San Giulio a Porta Asinaria, proprio con lo scopo di raccogliere fondi per i lavori il Papa ha dato una notizia: "Vi dirò una cosa che è un’avant-première, una notizia in anteprima. Quest’anno faremo, con il dicastero della Nuova Evangelizzazione, una giornata, una settimana del presepe, per spingere a fare il presepe nelle case, nelle piazze. Questa è una notizia che vi daranno dal quel Dicastero".
Agli sposi il Papa ha ricordato che "la preparazione al matrimonio non è fare 4 conferenze, tutte teoriche, no. E poi non va. La preparazione è un cammino, è un “catecumenato”.
Poi i bambini e gli altri gruppi parrocchiali nella tensostruttura usata per tre anni per la liturgia. Presenti anche quattro senza dimora accolti dalla parrocchia durante l’emergenza freddo.
Eleonora e Carlotta hanno posto delle domande al Papa: hai mai dato da mangiare ai poveri in persona, chiede la bambina.
Si l’ho fatto parecchie volte, risponde il Papa, è una cosa che tutti i cristiani devano fare, perché tutti noi in un momento della vita siamo stati poveri e la mamma ci dava da mangiare e farci crescere....ci sono bambini che non hanno da mangiare....e tutti noi dovremmo fare questo gesto di dare da mangiare agli altri come Dio fa con noi
Carlotta, 20 anni, catechista, ha presentato i dubbi degli adolescenti, come possiamo darci senza riserve a Dio quando abbiamo dei dubbi, e come ritrovare la fede?
Francesco risponde che si tutti in un certo momento hanno dei dubbi, e dubitare è anche mettere alla prova Dio, se c’è una malattia, un lutto... Signore perché?
Dobbiamo scommettere sulla fedeltà di Gesù. E’ l’unico totalmente fedele, non delude mai. Non avere paura di avere dubbi, ma condividere e discutere per crescere ...
Insegna ai giovani a dubitare bene sennò fanno della Cresima il “sacramento dell’addio” e se ne vanno perché non sanno come gestire i dubbi. Ma se insegni a cercare riposte veri e forti gli insegni che la Cresima è il sacramento della forza cristiana.
E i suoi dubbi? Incalza Carlotta.
Ne ho avuti tanti, ammette il Papa, ... e come sono uscito? Non da solo. Non si può uscire da solo ... ci vuole la compagnia di qualcuno che ti aiuti ad andare avanti... amici, genitori, catechisti, e con Gesù.
Alcune volte ho sentito di persone che dicono che si è arrabbiato con Gesù... e anche questo è un modo di pregare, non fare finta, parlare con Gesù... è paziente e ci aspetta.
Tante volte ci sentiamo fatti a pezzi dentro... allora guarda Gesù e lamentati con lui... e cerca un amico che ti aiuti a sollevarti... tutti abbiamo delle cadute.
L’unico momento in cui è lecito guardare una persona dall’alto al basso è per aiutare a sollevarsi, altrimenti non si può guardare con superiorità.
Due bimbe hanno portato dei disegni legati ad una opera di carità per i bambini più poveri “Eccediamo”, e alla fine il Papa ha recitato con tutti un’Ave Maria. E ha concluso con una piccola catechesi sul segno della croce.
Come sempre il Papa prima della celebrazione eucaristica ha confessato tre giovani e una mamma.
Nel rito di dedicazione dell’altare viene aspersa l’acqua e dopo la proclamazione del Vangelo, Francesco è rimasto in preghiera nel silenzio, con le mani giunte e il capo chino. Recita il Credo, la professione di fede cristiana, e le litanie dei Santi cui segue la deposizione delle reliquie all’interno dell’altare.
Nel rito di dedicazione dell’altare viene aspersa l’acqua e dopo la proclamazione del Vangelo, Francesco è rimasto in preghiera nel silenzio, con le mani giunte e il capo chino. Recita il Credo, la professione di fede cristiana, e le litanie dei Santi cui segue la deposizione delle reliquie all’interno dell’altare.
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