sabato 13 aprile 2019

Benedetto ti scrivo… (don Paolo Zambaldi)

Benedetto ti scrivo… 
don Paolo Zambaldi







Ho letto ieri le diciotto pagine di appunti che hai consegnato alla stampa e mi ha invaso una grande tristezza.
Come hai potuto alla fine della tua vita, uscirtene con uno scritto che ti disonora e fa seriamente dubitare della tua intelligenza e persino della tua onestà?
Come hai potuto (è così?) cedere alla pletora di mestatori fondamentalisti, affaristi, che fingono di servirti, ma che in realtà, temendo la fine del loro potere, ti usano e ti umiliano?
Come avresti potuto, se non è così, scrivere, senza arrossire, che la pedofilia è un frutto della liberazione sessuale del ’68, quando sai benissimo che essa è da sempre un problema nella Chiesa?
Come avresti potuto altrimenti scrivere, senza sentirti un teologo disonesto, che il Concilio Vaticano II avrebbe permesso l’impuniblità dei pedofili, la decadenza morale, la crisi del sacerdozio? Che esso sarebbe stato la causa del crollo della fede in Europa… Quando invece sai benissimo, per competenza e sterminate letture, che non è affatto così? Che quella semplificazione non regge?
Perché addossi la crisi di credibilità della Chiesa ad altri e ad altro, senza riflettere umilmente sul tuo operato e su quello di Giovanni Paolo II che tanto male hanno fatto all’evoluzione di un cristianesimo capace di leggere i segni dei tempi, capace di amore per l’uomo così com’è, capace di perdono e di inclusione?
Vogliamo parlare di lotta alla pedofilia?
Ti ricordi, che pur avendo punito molti preti (anche perché ormai era impossibile non farlo, causa le pressioni internazionali), hai trattato con mano gentile quello stupratore e pedofilo seriale di Maciel fondatore dei Legionari? Evitandogli la condanna e lasciandolo in pace in un convento? Non le avevi ascoltate le vittime in quel caso. Come mai?
Benedetto sei stato papa fino a sei anni fa, ricordi?
Come mai non hai mai deciso di riflettere pubblicamente sulla pedofilia, ricercandone i motivi profondi e scomodi, nè di prendere provvedimenti definitivi e strutturati contro di essa, nè di riformare i famosi seminari “a luci rosse”, nè di metterti in gioco accogliendo umilmente le attese e le domande del Popolo di Dio e dei tuoi preti, che vorrebbero una Chiesa coerente con l’Evangelo e dunque più onesta, accogliente e capace di dialogo?
Ti ricordi che tu, strenuo difensore più della dottrina che della fede, hai punito ed escluso con molta solerzia, chiunque proponesse una “Chiesa altra” (non un’altra/moderna Chiesa come dici tu!) senza nemmeno lasciarlo difendersi, senza rispetto della sua umanità e della sua intelligenza?
Ti ricordi che hai fatto morire la Teologia della Liberazione e ogni altra teologia che non collimasse con la tua, che hai sistematicamente ignorato la spinta innovatrice del laicato più intelligente, che hai umiliato l’ardore profetico dei tuoi preti e vescovi migliori?
Ti ricordi Benedetto che hai esacerbato il dialogo con l’islam, raffreddato quello con l’ebraismo, che hai appoggiato tutti i movimenti fondamentalisti, le cricche di potere dentro e fuori la Chiesa, sostenendo algidamente il motto “Extra ecclesia nulla salus”?
Spiegami Benedetto perché non sei riuscito a convincere nessuno, ma ad allontanarne molti?
Spiegami anche Benedetto, perché improvvisamente hai lasciato il trono di Pietro, disorientando tutti i fedeli e minando forse per sempre quell’istituzione?

Spiegami come può il “vicario di Cristo”, definizione che te e la tua conventicola amate e sostenete, rinunciare a un compito tale? Un eletto per volere dello Spirito Santo fuggirsene con la scusa della vecchiaia?
Ricordi cosa dicesti? Che avresti servito la Chiesa con il silenzio e la preghiera…
Benedetto oggi, con questo scritto, dimostri apertamente che mentivi.
Quale paura allora ti ha fatto abdicare? Era solo codardia? Mi fa male crederlo.
E quale incoscienza ti fa parlare ora, nel mezzo di un periodo complicato e confuso? 
E per di più alle porte della Settimana Santa! Vuoi forse riproporti come anti-papa visto che ti firmi come Benedetto XVI?
Hai ancora sete di potere? O sei vittima della tua corte? O sei semplicemente un povero vecchio che le “spara grosse”?
Comunque sia, sappi che la tua immagine, già non particolarmente amata, ne esce distrutta…
Per me, per i molti preti che lottano e credono in una Chiesa migliore, per i molti laici che ancora si illudevano che potesse esserci una conversione, un cambiamento.
Che il Signore ti perdoni, che il Signore ci salvi!

don Paolo Zambaldi