giovedì 14 marzo 2019

Venerdì 15 marzo 2019 i giovani di tutto il mondo scioperano per una speranza di futuro per il pianeta - #FridaysForFuture #ClimateStrike #SchoolStrike4climate

Sciopero scuola 15 marzo: è globale, in tutto il mondo studenti in marcia per il clima


Non è troppo tardi per salvare la Terra

​Alla vigilia della giornata mondiale di mobilitazione degli studenti un rapporto dell’Onu rilancia l’allarme su inquinamento e cambiamenti climatici


L’appello dei giovani e degli scienziati ai leader politici
di Gaetano Vallini

Non è troppo tardi per salvare la Terra, ma occorre far presto, perché ogni giorno che passa è un giorno perso nella lotta ai cambiamenti climatici. Come perse, purtroppo, sono le vite di quanti muoiono per malattie legate all’inquinamento ambientale: 6-7 milioni l’anno, secondo gli ultimi drammatici dati presentati in occasione della conferenza dell’Onu sul clima in corso a Nairobi. «Siamo a un bivio — avvertono gli scienziati nel rapporto — o continuiamo sulla strada attuale, che porterà a un futuro terribile per l’umanità, o ci concentriamo su un percorso di sviluppo più sostenibile. Questa è la scelta che devono fare i nostri leader politici, ora». L’ennesimo allarme sui rischi per il pianeta giunge a rafforzare il pressing sui governi, sollecitati a intervenire presto e con misure concrete. E ora, in un’inedita ma significativa alleanza, a sostenere gli scienziati, accusati di catastrofismo da alcuni leader politici, ci sono anche milioni di giovani che scenderanno in piazza domani in tutto il mondo per rilanciare l’sos che giunge dalla martoriata Terra.

«Global strike for climate», è stata chiamata così questa mobilitazione giovanile che, partita in sordina, è diventata un vero e proprio movimento, lo Youth for Climate. Tutto è iniziato con la sedicenne attivista svedese Greta Thunberg. Con il suo sciopero per il clima — da settembre ogni venerdì davanti al parlamento del suo paese — ha sensibilizzato il mondo sulla crisi ambientale, diventando un simbolo per i suoi coetanei. «Dite di amare i vostri figli più di ogni altra cosa, invece gli state rubando il futuro» è la sua dura ma incontrovertibile accusa agli adulti.
(fonte: L'Osservatore Romano 14/03/2019)

Sciopero globale, il 15 marzo gli studenti in Italia (e nel mondo) in marcia per il clima

Non sarà il solito sciopero: venerdì 15 marzo è il giorno scelto per il "climate strike", la mobilitazione per chiedere ai governi azioni concrete contro il riscaldamento climatico. Ispirati da Greta Thunberg i venerdì verdi sono già un movimento globale“

L'attivista Greta Thunberg in una foto del fotografo svedese Anders Hellberg (Free use)

Per la scuola non sarà il solito sciopero: venerdì 15 marzo un appuntamento simbolico attende i giovani attivisti per il clima di tutto il mondo. Il giorno è stato fissato dalla sedicenne svedese Greta Thunberg per uno sciopero per il clima.

Durante il "climate strike" gli studenti dalla Svezia all'Australia scenderanno in piazza per chiedere ai governanti provvedimenti seri contro il riscaldamento climatico, per correre ai ripari prima che sia davvero troppo tardi.

Solo in Italia sono previsti 109 appuntamenti - soprattutto marce - di giovani e studenti in decine di città e cittadine; 76 in Francia; 141 in Germania, 81 nel Regno Unito. Ma i venerdì verdi per il futuro vedranno manifestazioni anche in Belgio, Australia, Francia, Germania, Irlanda, Uganda, Thailandia, Colombia, Polonia, Regno Unito. In tutto sono state annunciate marce in 95 Paesi di tutti i continenti. 

In molti altri Paesi hanno già saltato almeno un venerdì di scuola in autunno per rivendicare una azione più incisiva da parte dei governi contro il global warming. 

L'attivista svedese Greta Thunberg si è involontariamente messa alla testa di questo che è diventato un movimento giovanile globale lo scorso agosto quando ha cominciato ad accamparsi davanti al Parlamento svedese accusando i deputati di non aver mantenuto le promesse per salvare il clima concordate nell'ambito dell'Accordo di Parigi. Da allora la combattiva adolescente è diventata una celebrità internazionale, prendendo la parola alla COP24 in Polonia lo scorso dicembre e più recentemente al forum di Davos, in Svizzera, dove ha sollecitato i giovani a fare pressione sugli Stati per ottenere un risposta efficace all'emergenza climatica.

Greta Thunberg, chi è l'attivista "volto" della protesta

"Non voglio che avete speranza, voglio che agite. Voglio che sentite la paura che sento io ogni giorno. E voglio che passiate all'azione", ha affermato la studentessa svedese nel suo discorso di Davos. Da allora ha continuato a scioperare ogni venerdì, mettendosi davanti al Parlamento di Stoccolma.

Thunberg è riuscita a contagiare migliaia di giovani, sopratutto sotto i 20 anni, che così hanno cominciato a ribellarsi alla reticenza dei governanti a prendere davvero sul serio il cambiamento climatico. Del resto sono questi ragazzi a rischiare di assistere durante la loro vita ad un aumento della temperatura globale che potrebbe raggiungere addirittura i 4 gradi C. I giovani che si apprestano a scioperare venerdì 15 concordano tutti sul fatto che i governi devono agire con determinazione per ridurre le emissioni di gas serra. Questi giovani - espressioni delle generazioni future - vogliono essere ascoltati e come hanno scritto in più commentatori, presto potranno votare e i governi dovranno dare loro una risposta chiara a quello che considerano un problema fondamentale per il loro futuro.
 (fonte: TODAY, articolo di Alberto Berlini 11/03/2019)

Sciopero 15 marzo: 
  • dove, quando e perché
  • in Italia 109 appuntamenti
  • dove e quando: tutto quello che c'è da sapere


#FridaysForFuture: gli studenti contro il cambiamento climatico



Giovani in piazza per salvare il pianeta

Arriva anche in Italia il Global strike, lo sciopero dei giovanissimi per la difesa dell'ambiente. Attesi domani cortei in 140 città. E per una volta, i politici non avranno la parola

La piccola Alice, 9 anni, di Nettuno, sarà in corteo per l'ambiente

Riccardo, 13 anni, frequenta la scuola media. Francesca, 18 anni il liceo classico. Martina, 18 anni, il linguistico. Luca, 20 anni va all’università, come Federica, 24 anni. Sono solo alcuni dei giovani studenti che da qualche settimana, ogni venerdì, hanno aderito ai Fridays for future (i venerdì per il futuro, ndr) il movimento verde della giovane e ormai icona mondiale Greta Thunberg. Anche domani scenderanno in piazza per il primo Global strike, lo sciopero mondiale per chiedere ai politici un cambio di marcia. Provvedimenti per fermare il surriscaldamento del pianeta e contrastare i cambiamenti climatici. Rispetto all’onda verde che ha invaso l’Europa e il mondo intero, il movimento dei Fridays in Italia è arrivato più tardi (i primi presìdi del venerdì risalgono a fine dicembre). Ma in un paio di mesi ha già raccolto centinaia di attivisti. Tutti giovani, molti adolescenti (ma anche più piccoli) sostenuti dai genitori e dagli insegnanti. Tanto che in molte scuole, sono stati gli stessi dirigenti scolastici a diramare la circolare per informare e sostenere lo sciopero globale per il clima di domani.

«L’invito è di scendere in piazza» si legge ad esempio sulla circolare del Liceo scientifico Morgagni di Roma. Ma non ci si limita ad annunciare la protesta. La dirigente scolastica, infatti, invita i docenti a far vedere agli studenti due documentari, "Sei gradi possono cambiare il mondo" e "Before the flood - punto di non ritorno".

Intanto c’è fermento sul web. Da dove tutto è partito. Appuntamenti, presidi, incontri e dibattiti si rincorrono sui social e su WhatsApp. A Roma sono 50 gli utenti "attivisti" che animano 20 gruppi di messaggistica. «Si tratta di giovani che si sono mossi autonomamente – spiega Gianfranco – e che da giorni si stanno organizzando per la manifestazione di domani». In piazza non ci saranno sigle, l’unica ammessa è quella del Global strike.

Siccità in Asia (Ap)

Anche le associazioni ambientaliste, che hanno già confermato la piena adesione al movimento giovanile, saranno in corteo senza loghi distintivi. «Ci saranno anche i politici ma non prenderanno la parola» confermano i giovani della rete. Ogni città si sta organizzando per conto proprio. A Roma cinque licei scenderanno in piazza con tutti i loro studenti. Solo il Righi ne porterà 700. Alcuni di loro ha scritto una lettera ai genitori, che leggeranno in piazza. «Cari genitori – scrivono – quando voi eravate giovani, potevate immaginare la vostra vita futura con la possibilità di vedervi un giorno realizzati. Oggi per noi è diverso. Nonostante i passi da gigante dell’innovazione, non saremo in grado di pensare a un futuro possibile se, voi che ora siete nei posti di comando, non ascolterete il grido di allarme degli scienziati».

Quegli scienziati delle Nazioni unite che hanno redatto il Rapporto speciale dell’Ipcc e che sottolineano che il riscaldamento globale non deve superare 1,5 °C rispetto alla temperatura media terrestre dell’era preindustriale. Il rapporto dimostra che un’azione climatica inadeguata avrà effetti catastrofici sulle attuali e future generazioni, con danni irreversibili sugli ecosistemi e sulla vita delle persone. I giovani italiani e di tutto il mondo chiedono pertanto ai politici di mettere in atto gli accordi di Parigi 2015 per contenere le emissioni di gas serra.

Da Nord a Sud sono previsti 140 appuntamenti in altrettante città. Da Roma a Milano, da Torino a Firenze a Napoli, Palermo, Cosenza, Bari. Parleranno i ragazzi ma anche gli scienziati. A Roma è previsto un intervento del geologo del Cnr, Mario Tozzi. Mentre a Torino è stato invitato il metereologo e climatologo Luca Mercalli. A Bari i ragazzi hanno scritto una canzone, "Terra ciao", che canteranno tutti insieme in piazza. «Ci sono già 500 persone che hanno aderito all’appuntamento davanti al Comune – spiega Vincenzo, uno dei venti coordinatori di WhatsApp – la prima volta, venerdì 8 febbraio eravamo solo noi, poco più di dieci».

«Sarà un evento storico, un evento per studenti e professori, un evento per famiglie, un evento pacifico e non violento. Saremo tutti uniti per il clima – si legge sulla pagina Facebook Fridays for Future Italia –. Tutti uniti per garantire un futuro».
(fonte: Avvenire, articolo di Daniela Fassini 13 marzo 2019)

Quello che si può (e non si può) fare per Greta Thunberg

Sul suo profilo Twitter la giovane ambientalista svedese ha elencato i comportamenti da attuare durante la manifestazione del 15 marzo e gli obiettivi da ottenere. E anche in Italia le adesioni si moltiplicano


Se un sasso diventa valanga sarà difficile da fermare. Questo sembra aver innescato la protesta di Greta Thunberg, la giovane sedicenne svedese che ha saputo scatenare un moto di ribellione giovanile troppo a lungo sopito. Un moto che, dopo essersi risvegliato, sembra è pronto ad allargarsi a macchia d’olio. Quello che è certo è che il grido di milioni di giovani si sentirà il 15 marzo durante un evento, ormai molto atteso, che coinvolge nazioni e città, valori e speranze.

Anche in Italia le adesioni crescono e si moltiplicano grazie a una pagina Facebook, da 20 mila iscritti, che si sta impegnando per fornire informazioni e per portare avanti un gruppo volto a rappresentare il centro di coordinamento di questa community in espansione. Su Google Maps è online la cartina delle iniziative che venerdì prossimo sono già state messe in cantiere per rispondere alla chiamata di Greta. Ogni punto della mappa, inoltre, contiene preziose informazioni sui profili social, soprattutto Facebook e Instagram, che stanno nascendo localmente.


Oltre al sito internet e ai profili personali, già seguitissimi, della ragazza svedese, sono tre le strade social che si possono percorrere per conoscere altri particolari sulle origini e sulle azioni di questo movimento ambientalista che fa della spontaneità e del passaparola le sue basi più solide. C’è #FridaysForFuture, il capostipite dell’iniziativa, oggi catalizzatore d’attenzione e moltiplicatore di adesioni e iniziative.

Poi c’è #ClimateStrike, su cui convogliano gran parte dei tempi cari alla fondatrice: dal rispetto degli accordi di Parigi, alla necessità di costruire un mondo più sostenibile e pulito; dalla volontà di istituire un modello economico più circolare alla necessità, più quotidiana e personale, di adottare comportamenti più rispettosi nei confronti dell’ambiente. Ultimo, ma non meno importante, #SchoolStrike4climate, che si rivolge ai coetanei di Greta, oggi chiamati a difendere il proprio futuro e a ribellarsi a chi li governa.

Regole per una ribellione pacifica

Domenica, proprio sul profilo Twitter di Greta, è comparso un vademecum con le regole da seguire durante l’evento del 15 marzo. In generale possono essere giudicate come una sorta di manifesto politico, una sorta di linea guida da seguire per chi volesse combattere per gli stessi traguardi. Il timore di un escalation violenta e incontrollata deve essere passato per la mente degli organizzatori che, dunque, hanno deciso di giocare d’anticipo. Chi vorrà marciare non dovrà:

Usare la violenza 
Causare danni
Imbrattare
Trarre profitto (economico) dalle sue azioni
Disseminare odio

Dovrà invece cercare di ridurre più che può la propria “carbon footprint” (parametro che calcola le emissioni di CO2 nell’atmosfera) e, in caso di dibattiti o discorsi, fare sempre riferimento a studi scientifici riconosciuti.



Greta, nello stesso messaggio, ha voluto anche mettere in fila le richieste di coloro che manifesteranno per le strade del mondo:

Seguire gli accordi di Parigi e quelli del rapporto IPCC dl 2018 (volti soprattutto a ridurre e azzerare le emissioni di gas serra da qui al 2050)
Rimanere sotto il limite del 1,5° per quanto riguarda il riscaldamento globale (limitando il suo costante innalzamento).
Focalizzare l’attenzione, in ambito climatico, sui temi legati all’equità e alla giustizia
Stare uniti (e difendere) l’indipendenza e l’autorità della scienza

Un grido rivolto alla classe politica e dirigente che, di fronte ha un grosso problema come quello dei cambiamenti climatici, è terribilmente lento nel prendere decisioni impattanti. Forse troppo lenta. Per questo, ora, è necessario mettere in moto una valanga. Pacifica ma inesorabile. In gioco, del resto, c’è il futuro dell’umanità.
(fonte: agi estero, articolo di Alessandro Frau 05/03/2019)