venerdì 11 gennaio 2019

Prima umani!!! A Torre di Melissa un sussulto di umanità che deve farci riflettere!

Intanto a Crotone
di Massimo Gramellini

All’alba di ieri una grande barca a vela si è ribaltata lungo la costa crotonese, nei pressi di un hotel affacciato sul mare. I passeggeri curdi sono caduti nell’acqua gelida, aggrappandosi con le unghie ai bordi dello scafo alla deriva. Dall’albergo hanno sentito le urla e chiamato i soccorsi. Dal vicino comune di Melissa sono arrivati i residenti, capeggiati dal sindaco. Nessuno si è chiesto da dove venissero quelle persone, come fossero arrivate fin lì e che cosa avrebbe detto l’Europa. Hanno visto dei naufraghi e si sono buttati. C’era una madre in acqua che stritolava le braccia dei soccorritori e gridava: non pensate a me, salvate il mio bambino. Hanno salvato il bambino, e anche lei. Nel marasma, due agenti delle Fiamme Gialle hanno captato il pianto di un neonato in trappola. Si sono infilati nella barca e al buio lo hanno tirato fuori, senza immaginare di essere diventati fiancheggiatori dell’«antisovranismo neoliberista», come si è poi letto sui siti. I volontari hanno portato coperte e trascinato vecchie stufe, e una signora si è tolta il suo giubbotto per avvolgere una ragazza che batteva i denti, resistendo al freddo e ai sospetti di buonismo. 

Proprio mentre l’accoglienza di quarantanove persone al largo di Malta diventava questione di Stato, gli abitanti di un piccolo comune calabrese ne salvavano in silenzio altre cinquantuno. Tra i soccorritori ci sarà stato anche chi teorizza «prima gli italiani», ma nei momenti fatali ci si ricorda di essere prima umani.
(fonte testo: Corriere della Sera 11/01/2019)

Migranti, in 51 su barca incagliata: 
li salvano i cittadini

Lo sbarco all'alba nel Crotonese. A bordo del veliero c'erano 4 bambini tra i quali un neonato. Un altro uomo sarebbe disperso in mare


Per soccorrerli si sono buttati fra le onde nel gelo invernale e non hanno esitato un istante a mettersi in mare con il barchino di un hotel pur di raggiungerli e portarli in salvo a riva. È grazie agli abitanti di Torre di Melissa, piccolo paesino del crotonese, che 51 migranti di nazionalità curda sono riusciti a sopravvivere al naufragio della barca a vela su cui viaggiavano. Attorno alle quattro, l'imbarcazione si è incagliata a pochi metri dalla spiaggia, intrappolando a bordo i migranti, terrorizzati dalla violenza delle onde.

Le loro urla disperate, i pianti e le richieste di aiuto hanno svegliato gli abitanti del paese, che con il sindaco Gino Murgi in testa, non hanno esitato un momento a riversarsi sulla spiaggia e ad intervenire ancor prima dell'arrivo dei soccorsi. "Le condizioni del mare erano pessime, la barca rischiava di spezzarsi, per questo ci siamo lanciati in acqua senza neanche attendere l'arrivo dei soccorsi", dice uno degli abitanti di Melissa che questa notte era sulla spiaggia.

Con la piccola imbarcazione messa a disposizione da un hotel della zona, un gruppo di soccorritori si è avvicinato alla barca a vela ed ha trasbordato sei donne e diversi bambini. Nel frattempo, sulla spiaggia sono arrivati Capitaneria di porto, Croce rossa, Vigili del fuoco, e forze dell'ordine, che hanno supportato le operazioni di sbarco. Il pianto disperato di un bambino ha messo in allarme i finanzieri del gruppo navale di Crotone, che subito hanno capito che qualcuno era rimasto intrappolato nello scafo rovesciato. Per questo, immediatamente si sono gettati in acqua per raggiungere la barca a vela e si sono immersi per salvare una donna e il suo bambino di pochi mesi, soccorsi e portati in salvo sulla spiaggia.

Insieme agli altri migranti, la donna e il suo bimbo sono stati accolti nel vicino hotel, che ha messo a disposizione le proprie stanze per dare ristoro ai naufraghi e per permettere loro di asciugarsi e cambiarsi, usando stufe, phon e coperte. Un altro migrante invece sarebbe disperso in mare: sono stati i suoi compagni di viaggio ad allertare le autorità dopo essere stati tratti in salvo e ad avviare le prime ricerche.

Nella tarda mattinata, i migranti sono stati trasferiti al Centro di accoglienza di Sant'Anna per le procedure di identificazione. Nel frattempo, sono stati arrestati i due scafisti che secondo gli investigatori si sarebbero messi in salvo prima di lasciar andare la barca alla deriva. Si tratta di due uomini di nazionalità russa, individuati grazie alla segnalazione del portiere di un altro hotel della zona. I due si erano presentati in serata chiedendo una stanza, ma l'uomo, insospettito dai documenti e dalle condizioni dei due, ha allertato i carabinieri.
(fonte testo: Repubblica, articolo di Alessia Condito 10/01/2019)

La drammatica intervista di Silvia Scotti per Radio Capital a Gino Murgi, sindaco di Torre Melissa, in lacrime: "... Io ritengo che rispetto a queste cose qua non ci dovrebbe essere colore politico. Qui si tratta di fare emergere la nostra umanità che ognuno di noi ha dentro! ..."

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Migranti, il racconto choc del sindaco: 
“Erano viola in faccia. Ci imploravano di salvarli”

Gino Murgi, sindaco di Torre Melissa nel crotonese, ha raccontato lo sbarco di una cinquantina di migranti sulle coste calabresi: “Quello che tocca il cuore e te lo dilania sono le urla di quelle madri che chiedevano aiuto per i loro bambini, uno di tre mesi, uno di un anno, un altro di due. Ma c’è stata una risposta di umanità”.

"Quello che tocca il cuore e te lo dilania sono le urla di quelle madri che chiedevano aiuto per i loro bambini, uno di tre mesi, uno di un anno, un altro di due. Ci imploravano di salvarli da un freddo che tagliava le ossa, erano tutti bagnati sotto la pioggia, alcuni erano viola in faccia". È un racconto drammatico quello di Gino Murgi, sindaco di Torre Melissa nel crotonese, in Calabria, dove questa mattina intorno alle 3.45 sono sbarcati 51 migranti. Urla disperate, di quelle che ti svegliano all’alba e ti fanno sobbalzare dal letto. Non c’hanno pensato due volte i gestori dell’Hotel Miramare ad aprire le porte della loro struttura quando si sono accorti che in acqua c’erano delle persone che avevano bisogno di aiuto.

Cinquantuno migranti, tra cui un disperso, tutti di nazionalità curda che viaggiavano su un barcone di fortuna, ammassati l’uno sull’altro. Donne, uomini e bambini che hanno resistito al gelo e al maltempo di questi giorni. Due di loro erano finiti in acqua, ma solo uno è stato ritrovato dalla task force che si è subito attivata. Nel tratto di mare interessato ci sono ancora i mezzi della Capitaneria di Porto di Crotone coordinata dal comandante Giovanni Greco. Le ricerche sono estese anche a terra nel tratto di spiaggia tra Strongoli e Cirò Marina, ma al momento non ci sono sviluppi.

"Nonostante l’intervento immediato di istituzioni, forze dell’ordine, Croce Rossa e Protezione civile, pensiamo che ci sia un disperso perché abbiamo sentito delle urla poco lontano dal barcone e poi più nulla. Un orrore a cui hanno assistito anche quattro bambini e cinque donne", spiega Murgi, che assieme ai suoi concittadini ha prestato primo soccorso ai migranti. "Sono stato avvisato immediatamente dai gestori dell’Hotel Miramare che si trova proprio di fronte la spiaggia in cui è avvenuto lo sbarco. In cinque minuti sono arrivato sul posto e ho visto che la struttura era già stata allestita per l’accoglienza: le stufe erano accese e c’era chi stava preparando asciugamani, phon e qualcosa di caldo", dice ancora.

Arrivato in spiaggia il sindaco si rende conto della drammaticità della situazione. "Dopo aver allertato la Capitaneria abbiamo messo in acqua uno di quei mezzi di salvataggio che utilizzano i bagnini durante l’estate, perché non c’era tempo da perdere. Ci hanno aiutato due ragazzi curdi che erano arrivati a nuoto e poi con l’aiuto di una corda, siamo riusciti a portare il barcone a riva", continua Murgi. Coperte, tè caldo, assistenza psicologica, primo soccorso medico, la catena di solidarietà è partita subito. "È stato bello vedere gente che si toglieva il giubbotto per darlo a chi aveva freddo, c’è stata una risposta di umanità. Al di là dell’ideologia, delle nazionalità, l’uomo è capace di fare ancora del bene e sono contento che i soccorsi hanno funzionato", dice ancora.

I minori con le mamme sono stati portati in ospedale perché disidrati, il resto dei migranti è attualmente al Cara di Isola Capo Rizzuto dove sono in corso le operazioni di identificazione. Forse si è riusciti ad assicurare i presunti scafisti alla giustizia: sarebbero due uomini di nazionalità russa. "Attualmente in caserma ci sono queste due persone che avevano chiesto una stanza in un hotel vicino a dove è avvenuto lo sbarco. Il portiere si è reso conto che qualcosa non andava nei loro documenti mancanti di visto regolare. In più erano tutti bagnati, così insospettito ha avvertito le forze dell’ordine".
(fonte testo: Fanpage, articolo di Dominella Triunfo del 10/01/2019)